L’esistenza di beni comuni in Sardegna è documentata a partire dai secoli del cosiddetto periodo giudicale (XI-XIII), ma è plausibile ritenere che già nell’alto medioevo la cronica scarsità della popolazione a fronte di una grande disponibilità di terre abbia agevolato la diffusione di un uso comunitario delle aree boschive e pascolative. Il saggio ripercorre le modalità di sfruttamento e i contenziosi legati alle terre collettive, definite nelle fonti populare, comunariu, paperile e, durante il periodo aragonese, ademprivia. Il filo corre dagli occasionali, duri, contenziosi tra monaci e comunità rurali descritti nei registri monastici, alle frizioni determinate dalla mutata geografia del potere nella seconda metà del Duecento e alla successiva dominazione catalano-aragonese a partire dal 1323. La progressiva segmentazione territoriale, e quindi anche degli spazi agrari, andò infatti a detrimento delle consuetudini delle comunità di villaggio in relazione alla accessibilità e promiscuità delle risorse collettive, manifestandosi come problema sociale ed economico di lungo periodo.
Per uno studio sulle terre collettive nella Sardegna medievale / Soddu, Alessandro. - In: BOLLETTINO DI STUDI SARDI. - ISSN 2279-6908. - 2:(2009), pp. 23-48.
Per uno studio sulle terre collettive nella Sardegna medievale
SODDU, Alessandro
2009-01-01
Abstract
L’esistenza di beni comuni in Sardegna è documentata a partire dai secoli del cosiddetto periodo giudicale (XI-XIII), ma è plausibile ritenere che già nell’alto medioevo la cronica scarsità della popolazione a fronte di una grande disponibilità di terre abbia agevolato la diffusione di un uso comunitario delle aree boschive e pascolative. Il saggio ripercorre le modalità di sfruttamento e i contenziosi legati alle terre collettive, definite nelle fonti populare, comunariu, paperile e, durante il periodo aragonese, ademprivia. Il filo corre dagli occasionali, duri, contenziosi tra monaci e comunità rurali descritti nei registri monastici, alle frizioni determinate dalla mutata geografia del potere nella seconda metà del Duecento e alla successiva dominazione catalano-aragonese a partire dal 1323. La progressiva segmentazione territoriale, e quindi anche degli spazi agrari, andò infatti a detrimento delle consuetudini delle comunità di villaggio in relazione alla accessibilità e promiscuità delle risorse collettive, manifestandosi come problema sociale ed economico di lungo periodo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.