INTRODUZIONE: Listeria monocytogenes (Lm) è uno dei principali patogeni alimentari responsabile di patologie caratterizzate da bassa incidenza ma da elevato tasso di mortalità. Generalmente, colpisce soggetti appartenenti a categorie sensibili, donne in gravidanza, neonati, soggetti ospedalizzati ed immunocompromessi (YOPI-young, old, pregnant and immunocompromised). La sorveglianza epidemiologica è resa complessa a causa delle molteplici fonti di esposizione al microrganismo attraverso la via alimentare e dalla difficoltà di stabilire una relazione causale tra consumo di alimenti e patologia a causa del lungo periodo di incubazione. Le manifestazioni cliniche più frequenti sono a carico dell’apparato gastrointestinale (listeriosi non invasiva); tuttavia, possono manifestarsi anche setticemie, meningiti o meningoencefaliti (listeriosi invasiva). La maggior parte dei casi di listeriosi è imputabile al consumo di alimenti contaminati, in particolare quelli pronti al consumo (Ready To Eat - RTE), estremamente diffusi sul mercato. Il presente lavoro, inserito nell’ambito di un ampio progetto di ricerca finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna, si propone di attivare un sistema di sorveglianza dei casi di listeriosi che si verificano nel territorio del Nord Sardegna, attraverso la ricerca del microrganismo in pazienti, alimenti di origine animale e vegetale e negli stabilimenti di produzione. I dati raccolti consentiranno di descrivere le principali caratteristiche fenotipiche e genotipiche dei microrganismi isolati in rapporto al profilo immunitario dei soggetti coinvolti. MATERIALI E METODI: Il progetto, che coinvolge diverse Unità Operative dell’Università degli Studi di Sassari e dell’AOU di Sassari, è stato strutturato in diverse fasi. Nella prima, sono stati sviluppati protocolli operativi per la ricerca di Lm da campioni biologici, alimentari ed ambientali. Contestualmente, si è proceduto con la preparazione della documentazione necessaria per l'approvazione da parte del Comitato etico del Complesso Azienda Sanitaria Locale n. 1-Università di Sassari e la predisposizione di una scheda per la raccolta dei dati clinici ed epidemiologici dei soggetti coinvolti. È stato, inoltre, creato un sito internet dove saranno resi disponibili procedure, protocolli operativi e diffusi i risultati ottenuti, al fine di favorire una maggiore fruibilità delle informazioni a disposizione di operatori del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) dell’area medica e della prevenzione e di Operatori del Settore Alimentare (OSA). In una seconda fase, operativa, si è proceduto con il prelievo dei campioni biologici da pazienti ricoverati nei reparti di Malattie infettive, Ematologia ed Oncologia, di alimenti e di matrici ambientali. Gli isolati sono stati caratterizzati fenotipicamente e con tecniche molecolari (PCR, PFGE, AFLP, MLVA) al fine di definirne le possibili relazioni di clonalità. RISULTATI: I risultati fino ad oggi rilevati sono riferiti alla valutazione della presenza di Lm in prodotti lattiero-caseari ed al monitoraggio ambientale negli stabilimenti di produzione. In due aziende casearie, partner del progetto, si è valutato il livello di contaminazione sia su superfici a contatto con l’alimento (SCA-scaffali, carrelli, macchine lavaformaggio, utensili) che non a contatto (SNCA-pavimenti, canalette di drenaggio). Nel primo caseificio i dati preliminari hanno evidenziato, su 12 prelievi SCA, il 16,7% di positività per Lm, mentre, su 16 prelievi SNCA, il 12,5% di positività per Listeria spp. Il 22,2% dei campioni alimentari analizzati per Listeria spp. Nel secondo caseificio, su 14 prelievi SCA, il 42,9% sono risultati positivi per Lm, mentre, su 23 prelievi SNCA, il 13,0% è risultato positivo a Lm, mentre tutte le matrici alimentari sono risultate negative. CONCLUSIONI: I risultati ottenuti, seppur parziali e riferiti per il momento alla ricerca del microrganismo nei prodotti lattiero-casearie negli ambienti di produzione, ha evidenziato la diffusa presenza ambientale di Lm e la possibile contaminazione alimentare. Considerando il vasto consumo di tali prodotti in Sardegna, in assenza di una sorveglianza epidemiologica dei casi di gastroenterite sostenuta dal microrganismo, si ritiene che la diffusione di Listeriosi possa essere sottostimata. In tale ambito, la collaborazione tra le unità operative coinvolte nel progetto di ricerca e la costituzione di un network per l’attuazione di programmi di sorveglianza attiva, può rappresentare uno strumento fondamentale per valutare l’incidenza di listeriosi nel territorio considerato e studiare come il profilo immunitario possa favorire lo sviluppo della malattia invasiva.
Strategie di sorveglianza attiva e networking per il controllo delle infezioni da L. monocytogenes / Are, B. M.; Deidda, S; Mura, Erica; Are, R; Maida, I; Fozza, Claudio; Piana, A; Muresu, E; Scarano, Christian; Spanu, Carlo; Spanu, V; Cossu, C; Ibba, M; DE SANTIS, Enrico Pietro Luigi. - (2014). (Intervento presentato al convegno 47° Congresso Nazionale SItI tenutosi a RICCIONE (RN) nel 1-4 Ottobre 2014).
Strategie di sorveglianza attiva e networking per il controllo delle infezioni da L. monocytogenes
MURA, Erica;Maida I;FOZZA, Claudio;Piana A;Muresu E;SCARANO, Christian;SPANU, Carlo;DE SANTIS, Enrico Pietro Luigi
2014-01-01
Abstract
INTRODUZIONE: Listeria monocytogenes (Lm) è uno dei principali patogeni alimentari responsabile di patologie caratterizzate da bassa incidenza ma da elevato tasso di mortalità. Generalmente, colpisce soggetti appartenenti a categorie sensibili, donne in gravidanza, neonati, soggetti ospedalizzati ed immunocompromessi (YOPI-young, old, pregnant and immunocompromised). La sorveglianza epidemiologica è resa complessa a causa delle molteplici fonti di esposizione al microrganismo attraverso la via alimentare e dalla difficoltà di stabilire una relazione causale tra consumo di alimenti e patologia a causa del lungo periodo di incubazione. Le manifestazioni cliniche più frequenti sono a carico dell’apparato gastrointestinale (listeriosi non invasiva); tuttavia, possono manifestarsi anche setticemie, meningiti o meningoencefaliti (listeriosi invasiva). La maggior parte dei casi di listeriosi è imputabile al consumo di alimenti contaminati, in particolare quelli pronti al consumo (Ready To Eat - RTE), estremamente diffusi sul mercato. Il presente lavoro, inserito nell’ambito di un ampio progetto di ricerca finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna, si propone di attivare un sistema di sorveglianza dei casi di listeriosi che si verificano nel territorio del Nord Sardegna, attraverso la ricerca del microrganismo in pazienti, alimenti di origine animale e vegetale e negli stabilimenti di produzione. I dati raccolti consentiranno di descrivere le principali caratteristiche fenotipiche e genotipiche dei microrganismi isolati in rapporto al profilo immunitario dei soggetti coinvolti. MATERIALI E METODI: Il progetto, che coinvolge diverse Unità Operative dell’Università degli Studi di Sassari e dell’AOU di Sassari, è stato strutturato in diverse fasi. Nella prima, sono stati sviluppati protocolli operativi per la ricerca di Lm da campioni biologici, alimentari ed ambientali. Contestualmente, si è proceduto con la preparazione della documentazione necessaria per l'approvazione da parte del Comitato etico del Complesso Azienda Sanitaria Locale n. 1-Università di Sassari e la predisposizione di una scheda per la raccolta dei dati clinici ed epidemiologici dei soggetti coinvolti. È stato, inoltre, creato un sito internet dove saranno resi disponibili procedure, protocolli operativi e diffusi i risultati ottenuti, al fine di favorire una maggiore fruibilità delle informazioni a disposizione di operatori del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) dell’area medica e della prevenzione e di Operatori del Settore Alimentare (OSA). In una seconda fase, operativa, si è proceduto con il prelievo dei campioni biologici da pazienti ricoverati nei reparti di Malattie infettive, Ematologia ed Oncologia, di alimenti e di matrici ambientali. Gli isolati sono stati caratterizzati fenotipicamente e con tecniche molecolari (PCR, PFGE, AFLP, MLVA) al fine di definirne le possibili relazioni di clonalità. RISULTATI: I risultati fino ad oggi rilevati sono riferiti alla valutazione della presenza di Lm in prodotti lattiero-caseari ed al monitoraggio ambientale negli stabilimenti di produzione. In due aziende casearie, partner del progetto, si è valutato il livello di contaminazione sia su superfici a contatto con l’alimento (SCA-scaffali, carrelli, macchine lavaformaggio, utensili) che non a contatto (SNCA-pavimenti, canalette di drenaggio). Nel primo caseificio i dati preliminari hanno evidenziato, su 12 prelievi SCA, il 16,7% di positività per Lm, mentre, su 16 prelievi SNCA, il 12,5% di positività per Listeria spp. Il 22,2% dei campioni alimentari analizzati per Listeria spp. Nel secondo caseificio, su 14 prelievi SCA, il 42,9% sono risultati positivi per Lm, mentre, su 23 prelievi SNCA, il 13,0% è risultato positivo a Lm, mentre tutte le matrici alimentari sono risultate negative. CONCLUSIONI: I risultati ottenuti, seppur parziali e riferiti per il momento alla ricerca del microrganismo nei prodotti lattiero-casearie negli ambienti di produzione, ha evidenziato la diffusa presenza ambientale di Lm e la possibile contaminazione alimentare. Considerando il vasto consumo di tali prodotti in Sardegna, in assenza di una sorveglianza epidemiologica dei casi di gastroenterite sostenuta dal microrganismo, si ritiene che la diffusione di Listeriosi possa essere sottostimata. In tale ambito, la collaborazione tra le unità operative coinvolte nel progetto di ricerca e la costituzione di un network per l’attuazione di programmi di sorveglianza attiva, può rappresentare uno strumento fondamentale per valutare l’incidenza di listeriosi nel territorio considerato e studiare come il profilo immunitario possa favorire lo sviluppo della malattia invasiva.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.