Uno dei motivi di inefficacia dell’attività di pianificazione può essere riconosciuto nella divaricazione tra il piano e la sua attuazione. Questa sorta di schizofrenia, che si manifesta anche tra altri aspetti della disciplina, è evidente soprattutto tra le immagini spaziali che gli individui possono avere del proprio ambito territoriale e quelle prodotte dal sapere tecnico con cui tradizionalmente si rappresenta il piano. Ciò induce ad ipotizzare che lo scarto derivante possa costituirsi appunto come una causa di inefficacia, nel senso che quando l’immagine con cui il piano si rappresenta non contiene elementi discendenti dai mondi percettivi di una comunità insediata, costituiti attraverso un processo di “isteresi territoriale” in cui emergono le dominanti ambientali, i luoghi significativi, i valori non negoziabili, gli elementi di lunga durata che da sempre hanno presieduto all’organizzazione dello spazio della comunità1, soprattutto le relazioni tra questi ultimi, può spesso accadere che gli esiti di piano non siano efficaci e condivisi proprio perché riferiti ad elementi estranei alla popolazione locale e perché discendenti da modelli di sviluppo esogeni indifferenti alle reali vocazioni del contesto2. Alla luce di queste considerazioni, una componente significativa del processo di pianificazione attivato all’interno del Piano Urbanistico Provinciale di Cagliari che qui verrà descritta, è quella comunicativa rivolta alla mobilitazione e interpretazione del sapere contestuale, all’esplicitazione delle rappresentazioni sociali degli spazi insediativi dell’ambito provinciale, alla costruzione del dialogo con l’esterno.

Immagini spaziali delle società locali e pianificazione comunicativa: l’esperienza del Piano Urbanistico Provinciale di Cagliari / Pittaluga, Paola. - In: APPUNTI DI POLITICA TERRITORIALE. - 9:(2003), pp. 67-78.

Immagini spaziali delle società locali e pianificazione comunicativa: l’esperienza del Piano Urbanistico Provinciale di Cagliari

PITTALUGA, Paola
2003-01-01

Abstract

Uno dei motivi di inefficacia dell’attività di pianificazione può essere riconosciuto nella divaricazione tra il piano e la sua attuazione. Questa sorta di schizofrenia, che si manifesta anche tra altri aspetti della disciplina, è evidente soprattutto tra le immagini spaziali che gli individui possono avere del proprio ambito territoriale e quelle prodotte dal sapere tecnico con cui tradizionalmente si rappresenta il piano. Ciò induce ad ipotizzare che lo scarto derivante possa costituirsi appunto come una causa di inefficacia, nel senso che quando l’immagine con cui il piano si rappresenta non contiene elementi discendenti dai mondi percettivi di una comunità insediata, costituiti attraverso un processo di “isteresi territoriale” in cui emergono le dominanti ambientali, i luoghi significativi, i valori non negoziabili, gli elementi di lunga durata che da sempre hanno presieduto all’organizzazione dello spazio della comunità1, soprattutto le relazioni tra questi ultimi, può spesso accadere che gli esiti di piano non siano efficaci e condivisi proprio perché riferiti ad elementi estranei alla popolazione locale e perché discendenti da modelli di sviluppo esogeni indifferenti alle reali vocazioni del contesto2. Alla luce di queste considerazioni, una componente significativa del processo di pianificazione attivato all’interno del Piano Urbanistico Provinciale di Cagliari che qui verrà descritta, è quella comunicativa rivolta alla mobilitazione e interpretazione del sapere contestuale, all’esplicitazione delle rappresentazioni sociali degli spazi insediativi dell’ambito provinciale, alla costruzione del dialogo con l’esterno.
2003
Immagini spaziali delle società locali e pianificazione comunicativa: l’esperienza del Piano Urbanistico Provinciale di Cagliari / Pittaluga, Paola. - In: APPUNTI DI POLITICA TERRITORIALE. - 9:(2003), pp. 67-78.
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