Sul piano storico l’innesto di nuovi elementi italici nel territorio di Olbia, all’indomani della conquista romana, quando si consolidò l’impianto di una solida presenza istituzionale dell’amministrazione romana, finì per determinare una vera e propria esplosione demografica, un’ulteriore apertura ai traffici mediterranei, una forte spinta agli scambi commerciali, con l’arrivo di nuovi prodotti, infine una straordinaria vivacità culturale, che pian piano assorbì le antiche persistenze puniche. Il tema di fondo è anche quello del rapporto, non sempre conflittuale e contrastato, con le popolazioni locali, in particolare con i Corsi della Gallura e con i Balari del Logudoro e del Monteacuto, insediati nel territorio circostante e particolarmente vitali e resistenti, ma anche capaci di integrarsi e di interagire con la città. A partire dalla metà del I secolo a.C. assistiamo ad uno sviluppo dell’impianto urbanistico romano che si accompagnò progressivamente a profonde trasformazioni istituzionali che portarono l’oppidum sufetale punico alla condizione di civitas peregrina e forse di municipium di cittadini romani, progressivamente aperto a fenomeni migratori dalla penisola, dal Nord Africa e da altre aree dell’impero, in particolare dalle province orientali
Olbia romana: una città multiculturale / Ruggeri, Paola. - In: BOLLETTINO DI ARCHEOLOGIA ONLINE. - ISSN 2039-0076. - (2010), pp. 66-77.
Olbia romana: una città multiculturale
RUGGERI, Paola
2010-01-01
Abstract
Sul piano storico l’innesto di nuovi elementi italici nel territorio di Olbia, all’indomani della conquista romana, quando si consolidò l’impianto di una solida presenza istituzionale dell’amministrazione romana, finì per determinare una vera e propria esplosione demografica, un’ulteriore apertura ai traffici mediterranei, una forte spinta agli scambi commerciali, con l’arrivo di nuovi prodotti, infine una straordinaria vivacità culturale, che pian piano assorbì le antiche persistenze puniche. Il tema di fondo è anche quello del rapporto, non sempre conflittuale e contrastato, con le popolazioni locali, in particolare con i Corsi della Gallura e con i Balari del Logudoro e del Monteacuto, insediati nel territorio circostante e particolarmente vitali e resistenti, ma anche capaci di integrarsi e di interagire con la città. A partire dalla metà del I secolo a.C. assistiamo ad uno sviluppo dell’impianto urbanistico romano che si accompagnò progressivamente a profonde trasformazioni istituzionali che portarono l’oppidum sufetale punico alla condizione di civitas peregrina e forse di municipium di cittadini romani, progressivamente aperto a fenomeni migratori dalla penisola, dal Nord Africa e da altre aree dell’impero, in particolare dalle province orientaliI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.