Negli ultimi decenni si e` riproposto all’attenzione della opinione pubblica e della comunità scientifica il tema del contrasto fra le pratiche rituali connesse alla macellazione per dissanguamento, propria delle religioni ebraica e musulmana, e le norme, nazionali e sovranazionali, volte a impedire il maltrattamento degli animali non umani. L’ammissibilità di tali pratiche rituali e` assai controversa al punto che e` andata diffondendosi sempre di più la esigenza di trovare rimedi, che, garantendo in nome della libertà di religione la possibilità di portare a termine la macellazione rituale, evitino anche il più possibile sofferenze all’animale. Alla base del contrasto ora richiamato non vi e` una semplice antinomia, ma un conflitto fra due diversi modi di pensare il rapporto tra l’uomo e gli altri animali: fra l’idea dell’animale non umano come essere vivente, meritevole in quanto tale di una tutela giuridica, imparentato con l’uomo, e l’idea dell’animale non umano come essere distante dall’uomo e quindi assoggettato all’arbitrio di quest’ultimo che può ucciderlo per trarne una qualche utilità o anche solo piacere. Ampliare la prospettiva di osservazione dalla quale si guarda alla questione della macellazione rituale, dall’ambito specifico di una semplice antinomia alla visione più generale del rapporto tra l’uomo e gli altri animali, può servire, da un lato, a evitare l’errore di concepire il contrasto come scontro fra il valore della libertà di religione e il valore della tutela della vita animale, dall’altro, a rifiutare di interpretare le disposizioni in tema di macellazione e più in generale quelle in tema di animali non umani in una chiave antropocentrica che non permette di cogliere l’essenza del valore della vita animale.

Macellazione rituale e status giuridico dell’animale non umano / Onida, Pietro Paolo. - In: LARES. - ISSN 0023-8503. - LXXIV:1(2008), pp. 147-177.

Macellazione rituale e status giuridico dell’animale non umano

ONIDA, Pietro Paolo
2008-01-01

Abstract

Negli ultimi decenni si e` riproposto all’attenzione della opinione pubblica e della comunità scientifica il tema del contrasto fra le pratiche rituali connesse alla macellazione per dissanguamento, propria delle religioni ebraica e musulmana, e le norme, nazionali e sovranazionali, volte a impedire il maltrattamento degli animali non umani. L’ammissibilità di tali pratiche rituali e` assai controversa al punto che e` andata diffondendosi sempre di più la esigenza di trovare rimedi, che, garantendo in nome della libertà di religione la possibilità di portare a termine la macellazione rituale, evitino anche il più possibile sofferenze all’animale. Alla base del contrasto ora richiamato non vi e` una semplice antinomia, ma un conflitto fra due diversi modi di pensare il rapporto tra l’uomo e gli altri animali: fra l’idea dell’animale non umano come essere vivente, meritevole in quanto tale di una tutela giuridica, imparentato con l’uomo, e l’idea dell’animale non umano come essere distante dall’uomo e quindi assoggettato all’arbitrio di quest’ultimo che può ucciderlo per trarne una qualche utilità o anche solo piacere. Ampliare la prospettiva di osservazione dalla quale si guarda alla questione della macellazione rituale, dall’ambito specifico di una semplice antinomia alla visione più generale del rapporto tra l’uomo e gli altri animali, può servire, da un lato, a evitare l’errore di concepire il contrasto come scontro fra il valore della libertà di religione e il valore della tutela della vita animale, dall’altro, a rifiutare di interpretare le disposizioni in tema di macellazione e più in generale quelle in tema di animali non umani in una chiave antropocentrica che non permette di cogliere l’essenza del valore della vita animale.
2008
Macellazione rituale e status giuridico dell’animale non umano / Onida, Pietro Paolo. - In: LARES. - ISSN 0023-8503. - LXXIV:1(2008), pp. 147-177.
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