Intorno alla metà del Cinquecento, nel Discorso sulla servitù volontaria, Etienne de La Boétie fornisce un’importante chiave di lettura del dispotismo e della sua origine, analizzando la servitù volontaria come una rinuncia consapevole alla libertà politica nell’aspettativa di un beneficio privato. Una tale lettura presenta numerose varianti nella storia del pensiero politico e offre argomenti di grande rilievo nell’interpretazione delle degenerazioni paternalistiche della democrazia. L’analisi di La Boétie trova significative corrispondenze in una linea interpretativa che – da Platone a Tocqueville, passando attraverso Aristotele, Polibio e Constant – individua nella libera scelta di un “protettore” il possibile esito di un indebolimento antropologico determinato dai processi di democratizzazione. Ne emerge una complessa sfida teorica alla democrazia intesa come luogo di espressione del soggetto autonomo. Di fronte alla seduzione esercitata dai poteri di tipo paternalistico, dobbiamo spostare l’attenzione dal “padre” ai “figli”, dal padrone al soggetto libero che sceglie di servire, per indagare il ruolo che apatia politica, conformismo, soddisfazione immediata del benessere privato possono svolgere nella perdita della democrazia e nella perdizione del soggetto. Dobbiamo poi domandarci in qual modo gli strumenti mediati della democrazia rappresentativa possano tornare a fornire le condizioni per la proiezione dell’esistenza individuale in una dimensione propriamente politica.
LIBERI CHE SCELGONO DI SERVIRE / Magrin, Gabriele. - In: MERIDIANA. - ISSN 0394-4115. - 79:(2014), pp. 103-125.
LIBERI CHE SCELGONO DI SERVIRE
MAGRIN, Gabriele
2014-01-01
Abstract
Intorno alla metà del Cinquecento, nel Discorso sulla servitù volontaria, Etienne de La Boétie fornisce un’importante chiave di lettura del dispotismo e della sua origine, analizzando la servitù volontaria come una rinuncia consapevole alla libertà politica nell’aspettativa di un beneficio privato. Una tale lettura presenta numerose varianti nella storia del pensiero politico e offre argomenti di grande rilievo nell’interpretazione delle degenerazioni paternalistiche della democrazia. L’analisi di La Boétie trova significative corrispondenze in una linea interpretativa che – da Platone a Tocqueville, passando attraverso Aristotele, Polibio e Constant – individua nella libera scelta di un “protettore” il possibile esito di un indebolimento antropologico determinato dai processi di democratizzazione. Ne emerge una complessa sfida teorica alla democrazia intesa come luogo di espressione del soggetto autonomo. Di fronte alla seduzione esercitata dai poteri di tipo paternalistico, dobbiamo spostare l’attenzione dal “padre” ai “figli”, dal padrone al soggetto libero che sceglie di servire, per indagare il ruolo che apatia politica, conformismo, soddisfazione immediata del benessere privato possono svolgere nella perdita della democrazia e nella perdizione del soggetto. Dobbiamo poi domandarci in qual modo gli strumenti mediati della democrazia rappresentativa possano tornare a fornire le condizioni per la proiezione dell’esistenza individuale in una dimensione propriamente politica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.