The article aims to discuss the theory presented by Roberto Bin in his book A discrezione del giudice. Ordine e disordine: una prospettiva quantistica, according to which physical metaphors and intuitions can improve our comprehension of legal issues. In his book, Professor Bin uses some paradigmatic shifts in physics (such as relativity theory and quantum physics) to illustrate the need of a revised constitutional theory. He argues, as Professor Lawrence Tribe firstly did in a famous 1989 essay, that scholars and lawyers can learn form modern physics, and, in particular, from quantum physics, to undermine the confidence of scientists in their ability to observe a phenomenon without altering it. Although agreeing with the heuristic ramification of the philosophy of science for legal studies and considering these metaphors as stimulating new studies, the author argues that it is not necessary to refer to natural sciences, such as physics, to leave aside the objective image of legal universe and particularly of constitutional issues. This is true, mainly because there is not an epistemological hierarchy between natural and social sciences. Even the scientific decisions borrow methodological options from the postpositivism science of law – especially from the discursive theory of legal justification. In this perspective, on the opposite, natural sciences have to refer to legal doctrine.

In questo saggio viene discussa la proposta teorica formulata da Roberto Bin nel libro, A discrezione del giudice. Ordine e disordine: una prospettiva quantistica, secondo cui la fisica ed i suoi presupposti epistemologici possono aiutare, secondo una intuizione di L. Tribe del 1989, a fondare, su nuove basi, la teoria delle fonti del diritto e dell’interpretazione giuridica. In particolare, l’applicazione delle premesse epistemologiche della fisica quantistica alla teoria del diritto svelerebbe il determinismo newtoniano della teoria kelseniana delle fonti (e dell’interpretazione) del diritto e la sovrapposizione tra il soggetto che interpreta e l’oggetto interpretato. L’Autore di questo lavoro, benché ritenga stimolante la metafora “fisicalista”, sostiene che non è necessario postulare premesse fisiche per spiegare il fenomeno giuridico. E questo perché non vi è alcuna gerarchia epistemologica tra le scienze naturali e le scienze sociali che prescriva di mutuare il metodo interpretativo dalla fisica. Al contrario, gli stessi fatti possono essere già spiegati con il discorso interno al diritto, quello proprio della teoria discorsiva dell’interpretazione giuridica e, soprattutto, gli stessi fisici costruiscono discorsivamente le proprie teorie, secondo l’opzione teorica propugnata dal post-positivismo giuridico analitico.

La filosofia della scienza e lo studio delle fonti del diritto: appunti per una critica del “fisicalismo” giuridico / Buffoni, Laura. - In: DIRITTO & QUESTIONI PUBBLICHE. - ISSN 1825-0173. - 14(2014), pp. 365-410.

La filosofia della scienza e lo studio delle fonti del diritto: appunti per una critica del “fisicalismo” giuridico

BUFFONI, Laura
2014-01-01

Abstract

The article aims to discuss the theory presented by Roberto Bin in his book A discrezione del giudice. Ordine e disordine: una prospettiva quantistica, according to which physical metaphors and intuitions can improve our comprehension of legal issues. In his book, Professor Bin uses some paradigmatic shifts in physics (such as relativity theory and quantum physics) to illustrate the need of a revised constitutional theory. He argues, as Professor Lawrence Tribe firstly did in a famous 1989 essay, that scholars and lawyers can learn form modern physics, and, in particular, from quantum physics, to undermine the confidence of scientists in their ability to observe a phenomenon without altering it. Although agreeing with the heuristic ramification of the philosophy of science for legal studies and considering these metaphors as stimulating new studies, the author argues that it is not necessary to refer to natural sciences, such as physics, to leave aside the objective image of legal universe and particularly of constitutional issues. This is true, mainly because there is not an epistemological hierarchy between natural and social sciences. Even the scientific decisions borrow methodological options from the postpositivism science of law – especially from the discursive theory of legal justification. In this perspective, on the opposite, natural sciences have to refer to legal doctrine.
2014
In questo saggio viene discussa la proposta teorica formulata da Roberto Bin nel libro, A discrezione del giudice. Ordine e disordine: una prospettiva quantistica, secondo cui la fisica ed i suoi presupposti epistemologici possono aiutare, secondo una intuizione di L. Tribe del 1989, a fondare, su nuove basi, la teoria delle fonti del diritto e dell’interpretazione giuridica. In particolare, l’applicazione delle premesse epistemologiche della fisica quantistica alla teoria del diritto svelerebbe il determinismo newtoniano della teoria kelseniana delle fonti (e dell’interpretazione) del diritto e la sovrapposizione tra il soggetto che interpreta e l’oggetto interpretato. L’Autore di questo lavoro, benché ritenga stimolante la metafora “fisicalista”, sostiene che non è necessario postulare premesse fisiche per spiegare il fenomeno giuridico. E questo perché non vi è alcuna gerarchia epistemologica tra le scienze naturali e le scienze sociali che prescriva di mutuare il metodo interpretativo dalla fisica. Al contrario, gli stessi fatti possono essere già spiegati con il discorso interno al diritto, quello proprio della teoria discorsiva dell’interpretazione giuridica e, soprattutto, gli stessi fisici costruiscono discorsivamente le proprie teorie, secondo l’opzione teorica propugnata dal post-positivismo giuridico analitico.
La filosofia della scienza e lo studio delle fonti del diritto: appunti per una critica del “fisicalismo” giuridico / Buffoni, Laura. - In: DIRITTO & QUESTIONI PUBBLICHE. - ISSN 1825-0173. - 14(2014), pp. 365-410.
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