Per una parte della stroriografia il rapporto fra Roma e le tribù fu improntato a una perenne conflittualità e alla resistenza militare e culturale dei Berberi di fronte all’avanzata degli immigrati italici. In realtà sin dall’età giulio-claudia fra questi due mondi vi furono numerosi contatti e forme di collaborazione e integrazione, senza per altro mai giungere a una perfetta assimilazione: il diffuso stato di insicurezza del II–III secolo fu in ogni caso determinato da spinte economiche e sociali piuttosto che ideologiche. Per ovviare a una situazione divenuta insostenibile e pericolosa, essendo ancora le tribù una componente importante della società africana, probabilmente Massimiano incaricò i capi delle gentes più affidabili della gestione di piccoli settori del limes interno ed esterno, ricompensandoli con terre e onorificenze che ne accrescevano il prestigio nella regione: tracce di questo sistema sono individuabili già nel III secolo in Tripolitania e Kabylie ma solo nel IV-V secolo ebbe diffusa applicazione, con personaggi che, percorrendo tutta la carriera, ottennero addisirittura il comando supremo delle truppe stanziate nella diocesi. Il sistema alleggeriva le spese per la sicurezza militare, contribuiva alla romanizzazione dei Berberi, immetteva nel circuito commerciale nuove merci ampliando le aree coltivate e riducendo i conflitti; il privilegiato rapporto con Roma consolidava il potere e il prestigio dei principes, che vedevano riconosciuto il diritto a sfruttare parte dell’ager publicus. Ancora parzialmente in auge in età vandalica, la cooperazione con i Berberi si fece critica quando i Bizantini tentarono di togliere le terre alle tribù e di cantonarle in aree periferiche, suscitando un malumore generale e un lungo periodo di rivolte che costrinsero l’imperatore a fare un passo indietro. Riprese dunque l’antica collaborazione fra Romani e Berbari, rimasta vitale sino all’invasione araba anche se sempre più condizionata dalle personalità dei funzionari imperiali e dei capi tribù, che assumevano atteggiamenti sempre più indipendenti rispetto al governo ci Costantinopoli

Roma e le tribù nell’Africa tardo-antica / Ibba, Antonio. - In: STUDIA ET DOCUMENTA HISTORIAE ET IURIS. - ISSN 1026-9169. - LXXX:(2014), pp. 688-726.

Roma e le tribù nell’Africa tardo-antica

IBBA, Antonio
2014-01-01

Abstract

Per una parte della stroriografia il rapporto fra Roma e le tribù fu improntato a una perenne conflittualità e alla resistenza militare e culturale dei Berberi di fronte all’avanzata degli immigrati italici. In realtà sin dall’età giulio-claudia fra questi due mondi vi furono numerosi contatti e forme di collaborazione e integrazione, senza per altro mai giungere a una perfetta assimilazione: il diffuso stato di insicurezza del II–III secolo fu in ogni caso determinato da spinte economiche e sociali piuttosto che ideologiche. Per ovviare a una situazione divenuta insostenibile e pericolosa, essendo ancora le tribù una componente importante della società africana, probabilmente Massimiano incaricò i capi delle gentes più affidabili della gestione di piccoli settori del limes interno ed esterno, ricompensandoli con terre e onorificenze che ne accrescevano il prestigio nella regione: tracce di questo sistema sono individuabili già nel III secolo in Tripolitania e Kabylie ma solo nel IV-V secolo ebbe diffusa applicazione, con personaggi che, percorrendo tutta la carriera, ottennero addisirittura il comando supremo delle truppe stanziate nella diocesi. Il sistema alleggeriva le spese per la sicurezza militare, contribuiva alla romanizzazione dei Berberi, immetteva nel circuito commerciale nuove merci ampliando le aree coltivate e riducendo i conflitti; il privilegiato rapporto con Roma consolidava il potere e il prestigio dei principes, che vedevano riconosciuto il diritto a sfruttare parte dell’ager publicus. Ancora parzialmente in auge in età vandalica, la cooperazione con i Berberi si fece critica quando i Bizantini tentarono di togliere le terre alle tribù e di cantonarle in aree periferiche, suscitando un malumore generale e un lungo periodo di rivolte che costrinsero l’imperatore a fare un passo indietro. Riprese dunque l’antica collaborazione fra Romani e Berbari, rimasta vitale sino all’invasione araba anche se sempre più condizionata dalle personalità dei funzionari imperiali e dei capi tribù, che assumevano atteggiamenti sempre più indipendenti rispetto al governo ci Costantinopoli
2014
Roma e le tribù nell’Africa tardo-antica / Ibba, Antonio. - In: STUDIA ET DOCUMENTA HISTORIAE ET IURIS. - ISSN 1026-9169. - LXXX:(2014), pp. 688-726.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11388/58889
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact