INTRODUZIONE - L’identificazione degli animali presenta alcune peculiarità a seconda delle differenti specie, sia per quanto concerne la normativa comunitaria, sia per le esigenze pratiche degli operatori. I vantaggi offerti dall’identificazione elettronica degli animali mediante tecnologia RFID sono ben note. L’opportunità di potenziare la tecnologia RFID implementandola in un sistema integrato con altre tecnologie innovative può rappresentare un’ulteriore evoluzione del sistema. Con tali prospettive, ci è sembrato interessante valutare la possibilità di impiegare la retinografia per l’identificazione individuale degli animali, derivante dalle esperienze della clinica oftalmologica, in funzione della forte individualità dell’impronta retinica accoppiandola al codice elettronico identificativo di ciascun animale. In questo lavoro, riportiamo la nostra esperienza di abbinamento dell’identificazione elettronica con le peculiarità del disegno vasale del fondo dell’occhio, in differenti soggetti per una forma di identificazione individuale integrata EID + RTn (retinografia), cioè utilizzando il dato elettronico del codice del transponder con un dato di matrice biologica del singolo soggetto. MATERIALI E METODI - Un totale di 24 ovini di razza sarda a vello bianco (n = 10) e a vello nero (n = 14) sono stati identificati elettronicamente mediante l’impiego di transponder passivi con tecnologia Half Duplex (32.5x3.8 mm, ISO 11784-11785 Tiris 32 mm) applicati con boli ceramici endoruminali (75 g. 70x21 mm RUMITAG bolus®). Su tutti gli animali, contenuti da un operatore, senza bisogno di sedazione, è stata eseguita una media di 12 retinografie (6 scatti per occhio), dopo un’adeguata dilatazione pupillare mediante 2-3 gocce di tropicamide (Visumidriatic 0.5%). La lettura e la registrazione del codice elettronico individuale (EIC) del transponder sono stati effettuati a mezzo di lettore portatile di transponder (lettura statica) e mediante lettura con antenna fissa in corridoio di lettura (lettura dinamica). Le retinografie sono state eseguite con retinografo Kowa RC-2 (film Kodak elitechrome, 100 asa). Ciascuna immagine retino grafica è stata esaminata visivamente e analizzata per le caratteristiche dei vasi retinici in termini di numerosità, decorso, distribuzione e relazioni topografiche. Le immagini retinografiche di ciascun occhio del singolo soggetto e il codice elettronico del transponder applicato all’animale sono state riportate su databank in formato digitale.RISULTATI - L’impiego dell’identificazione elettronica su base RFID ha notevolmente agevolato la creazione di un database in formato digitale consentendo di integrare in maniera univoca il codice elettronico individuale del transponder (EIC) di ciascun animale con l’immagine fornita dalla retinografia bioculare di ciascun capo. Le singole immagini retino grafiche acquisite ed esaminate per ciascun occhio si caratterizzano singolarmente per emergenza, decorso e distribuzione delle rispettive relazioni topografiche dei vasi del fondo dell’occhio. Nell’arco di un triennio, l’analisi cronologica seriale ha consentito di confermare per ciascun capo un proprio profilo retinico individuale binoculare e, nei casi considerati, la definizione del profilo retinico è risultata costante nel tempo, da poter eventualmente considerare come fingerprint, qualora venisse confermato da ulteriori acquisizioni raccolte dall’estensione delle indagini ad un più ampio campione di soggetti. CONCLUSIONI - L’integrazione delle due tecnologie ai fini anagrafici per l’identificazione individuale dei singoli capi offrono un primo interessante integrated labelling RFID + biological trait model, con ampio margine di successiva elaborazione dell’immagine computerizzata.
Identificazione elettronica e retinografie per caratterizzare ovini di razza sarda / Pinna, Walter; Cappai, Maria Grazia; Nieddu, G.; Macciotta, L.; Petruzzi, Valentino. - In: LARGE ANIMALS REVIEW. - ISSN 1124-4593. - 16:5(2010), pp. 96-96. (Intervento presentato al convegno XIX Congresso Nazionale SIPAOC tenutosi a Pesaro nel 22 - 25 Settembre 2010).
Identificazione elettronica e retinografie per caratterizzare ovini di razza sarda
PINNA, Walter;CAPPAI, Maria Grazia;PETRUZZI, Valentino
2010-01-01
Abstract
INTRODUZIONE - L’identificazione degli animali presenta alcune peculiarità a seconda delle differenti specie, sia per quanto concerne la normativa comunitaria, sia per le esigenze pratiche degli operatori. I vantaggi offerti dall’identificazione elettronica degli animali mediante tecnologia RFID sono ben note. L’opportunità di potenziare la tecnologia RFID implementandola in un sistema integrato con altre tecnologie innovative può rappresentare un’ulteriore evoluzione del sistema. Con tali prospettive, ci è sembrato interessante valutare la possibilità di impiegare la retinografia per l’identificazione individuale degli animali, derivante dalle esperienze della clinica oftalmologica, in funzione della forte individualità dell’impronta retinica accoppiandola al codice elettronico identificativo di ciascun animale. In questo lavoro, riportiamo la nostra esperienza di abbinamento dell’identificazione elettronica con le peculiarità del disegno vasale del fondo dell’occhio, in differenti soggetti per una forma di identificazione individuale integrata EID + RTn (retinografia), cioè utilizzando il dato elettronico del codice del transponder con un dato di matrice biologica del singolo soggetto. MATERIALI E METODI - Un totale di 24 ovini di razza sarda a vello bianco (n = 10) e a vello nero (n = 14) sono stati identificati elettronicamente mediante l’impiego di transponder passivi con tecnologia Half Duplex (32.5x3.8 mm, ISO 11784-11785 Tiris 32 mm) applicati con boli ceramici endoruminali (75 g. 70x21 mm RUMITAG bolus®). Su tutti gli animali, contenuti da un operatore, senza bisogno di sedazione, è stata eseguita una media di 12 retinografie (6 scatti per occhio), dopo un’adeguata dilatazione pupillare mediante 2-3 gocce di tropicamide (Visumidriatic 0.5%). La lettura e la registrazione del codice elettronico individuale (EIC) del transponder sono stati effettuati a mezzo di lettore portatile di transponder (lettura statica) e mediante lettura con antenna fissa in corridoio di lettura (lettura dinamica). Le retinografie sono state eseguite con retinografo Kowa RC-2 (film Kodak elitechrome, 100 asa). Ciascuna immagine retino grafica è stata esaminata visivamente e analizzata per le caratteristiche dei vasi retinici in termini di numerosità, decorso, distribuzione e relazioni topografiche. Le immagini retinografiche di ciascun occhio del singolo soggetto e il codice elettronico del transponder applicato all’animale sono state riportate su databank in formato digitale.RISULTATI - L’impiego dell’identificazione elettronica su base RFID ha notevolmente agevolato la creazione di un database in formato digitale consentendo di integrare in maniera univoca il codice elettronico individuale del transponder (EIC) di ciascun animale con l’immagine fornita dalla retinografia bioculare di ciascun capo. Le singole immagini retino grafiche acquisite ed esaminate per ciascun occhio si caratterizzano singolarmente per emergenza, decorso e distribuzione delle rispettive relazioni topografiche dei vasi del fondo dell’occhio. Nell’arco di un triennio, l’analisi cronologica seriale ha consentito di confermare per ciascun capo un proprio profilo retinico individuale binoculare e, nei casi considerati, la definizione del profilo retinico è risultata costante nel tempo, da poter eventualmente considerare come fingerprint, qualora venisse confermato da ulteriori acquisizioni raccolte dall’estensione delle indagini ad un più ampio campione di soggetti. CONCLUSIONI - L’integrazione delle due tecnologie ai fini anagrafici per l’identificazione individuale dei singoli capi offrono un primo interessante integrated labelling RFID + biological trait model, con ampio margine di successiva elaborazione dell’immagine computerizzata.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.