Refocusing on the connection between renewable energy, community, and territory. Reflections from Sardinia, a land in revolt Rimettere al centro la questione della relazione tra energie rinnovabili, comunità e territorio. Riflessioni a partire da una terra in rivolta: la Sardegna

Beginning with the premise that research on energy sources alternative to fossil-based, accom-panied by a consumption-reducing policy, is an objective to be vigorously pursued, the article intends to critically analyse the direction this transitional phase is following. By highlighting that the methods imple-mented follow that same technocratic worldview – based on man’s separation from nature and on a final-istic, instrumental rationality underpinning the ecological crisis we are going through – it aims to press for a change in paradigm. A paradigm change that is becoming increasingly urgent and necessary due to the conflicts emerging on various territories. In taking Sardinia as an emblematic case, where a rebellion is under-way against the installation by large multinationals of high-powered wind and solar power plants, which have been dropped in the island’s context by the sprinkling of power, we want to contribute to taking another road. One made possible by another instrument introduced by legislation: the energy community. The idea is that through this particular mechanism, the energy production issue may revert to being considered not an element disconnected from the context but rather an inseparable, integral part of that complex network of relations that links a community with the care of its living environment and landscape production.

Il saggio, a partire dalle premesse che la ricerca di fonti di energia alternative rispetto a quelle fossili, insieme ad una politica di diminuzione dei consumi, sia un obbiettivo da perseguire con forza, intende analiz-zare in maniera critica, la direzione che questa fase di transizione sta prendendo. Nel mettere in luce come le modalità secondo cui essa si sta attuando seguano quella stessa visione del mondo tecnocratica – impostata su una separazione tra uomo e natura e su una razionalità finalistica e strumentale, che è alla base della stessa crisi ecologica che stiamo attraversando – vuole spingere ad un cambio di paradigma. Un cambio di para-digma reso sempre più urgente e necessario dai conflitti che stanno emergendo sui territori. Nel prendere come caso emblematico la Sardegna, in cui è in atto una ribellione contro l’installazione da parte di grandi multinazionali di impianti di produzione di energia elettrica da fonti eoliche e solare di grande potenza, calati a pioggia nel contesto isolano, vuole contribuire ad imboccare un’altra strada. Una strada resa possibile da un altro strumento introdotto dalla legislazione: la comunità energetica. L’idea è che attraverso questo particolare dispositivo la questione della produzione dell’energia, possa ritornare ad essere pensata non come un ele-mento slegato dal contesto, ma piuttosto come una parte integrande ed inscindibile di quella complessa rete di relazioni che legano una comunità alla cura del proprio ambiente di vita ed alla produzione del paesaggio.