Alla morte nel del principe Girolamo Pamphilj (1678-1760), ultimo esponente del casato, suo nipote cardinale Girolamo II Colonna (1708-1763) è erede universale dello sterminato patrimonio. I Colonna beneficeranno di tale immenso lascito solo tre anni, allorquando papa Clemente XIII risolverà la controversia che ne nacque in favore di Giovanni Andrea Doria Landi (1705-1764), e gli innumerevoli beni passarono definitivamente alla neo nata dinastia dei Doria Pamphilj Landi. Fra le poche eccezioni, vi fu il piccolo fondo rustico lungo la via Nomentana fatto precedentemente edificare dal cardinale Benedetto Pamphilj (1653-1730). In virtù dei massicci interventi di ampliamento e ristrutturazione voluti dal cardinale Girolamo II (rimasti incompiuti alla morte di questi), la villa fuori Porta Pia restò nelle disponibilità dei Colonna sino al 1797, anno dell’acquisto da parte di Giovanni Torlonia, che ne affidò il ben noto rifacimento a Giuseppe Valadier. Rimasto sinora in massima parte sconosciuto, il vasto cantiere promosso da cardinale Colonna, alla luce di un’inedita, cospicua documentazione archivistica si rivela di grande importanza storico artistica sotto la guida del poco noto architetto Ignazio Muratori. Oltre agli ampliamenti del casino principale, di un secondo (poi noto come casino dei Principi) e del giardino, emerge soprattutto il ruolo centrale della statuaria quale protagonista assoluta. Mettendo mano alle storiche collezioni, massicci dislocamenti di sculture antiche dal giardino Colonna sul Quirinale e soprattutto dalle famose ville di Marino, nonché nuove campagne di acquisti sul mercato antiquario, e di restauri a opera di scultori come Pietro Pacilli e Giovanni Testa, il cardinale dà vita a un riallestimento secondo una evidente concezione di villa-museo, che sembra dialogare, almeno in parte, con le nuove istanze che si registrano a Roma negli stessi anni.
L’incompiuta Villa Colonna fuori Porta Pia. Marmi antichi, architettura, giardini / Spila, Alessandro. - In: STUDI SUL SETTECENTO ROMANO. - ISSN 1124-3910. - 40:(2024), pp. 105-119.
L’incompiuta Villa Colonna fuori Porta Pia. Marmi antichi, architettura, giardini
Spila
2024-01-01
Abstract
Alla morte nel del principe Girolamo Pamphilj (1678-1760), ultimo esponente del casato, suo nipote cardinale Girolamo II Colonna (1708-1763) è erede universale dello sterminato patrimonio. I Colonna beneficeranno di tale immenso lascito solo tre anni, allorquando papa Clemente XIII risolverà la controversia che ne nacque in favore di Giovanni Andrea Doria Landi (1705-1764), e gli innumerevoli beni passarono definitivamente alla neo nata dinastia dei Doria Pamphilj Landi. Fra le poche eccezioni, vi fu il piccolo fondo rustico lungo la via Nomentana fatto precedentemente edificare dal cardinale Benedetto Pamphilj (1653-1730). In virtù dei massicci interventi di ampliamento e ristrutturazione voluti dal cardinale Girolamo II (rimasti incompiuti alla morte di questi), la villa fuori Porta Pia restò nelle disponibilità dei Colonna sino al 1797, anno dell’acquisto da parte di Giovanni Torlonia, che ne affidò il ben noto rifacimento a Giuseppe Valadier. Rimasto sinora in massima parte sconosciuto, il vasto cantiere promosso da cardinale Colonna, alla luce di un’inedita, cospicua documentazione archivistica si rivela di grande importanza storico artistica sotto la guida del poco noto architetto Ignazio Muratori. Oltre agli ampliamenti del casino principale, di un secondo (poi noto come casino dei Principi) e del giardino, emerge soprattutto il ruolo centrale della statuaria quale protagonista assoluta. Mettendo mano alle storiche collezioni, massicci dislocamenti di sculture antiche dal giardino Colonna sul Quirinale e soprattutto dalle famose ville di Marino, nonché nuove campagne di acquisti sul mercato antiquario, e di restauri a opera di scultori come Pietro Pacilli e Giovanni Testa, il cardinale dà vita a un riallestimento secondo una evidente concezione di villa-museo, che sembra dialogare, almeno in parte, con le nuove istanze che si registrano a Roma negli stessi anni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.