Il saggio, nel far riferimento all’Alta Gallura, una subregione storica situata nel Nord-Sardegna, caratterizzata da un particolare carattere di vuotezza, dovuto alla bassa densità insediativa e alla pervasività della dimensione ambientale, riflette sul ruolo che questa area marginale densa di natura e di storia potrebbe avere oggi, nel riconfigurare l’idea stessa di urbanità. A partire da una evocazione del ruolo che i luoghi del silenzio hanno avuto in altri periodi di crisi nella storia dell’uomo, e prendendo in esame alcuni indizi che rivelano un nuovo interesse urbano per questo territorio, ormai perfettamente inserito nei sistemi di mentalità che configurano la cosmopoli contemporanea, sottolinea come questa riserva di buio, possa rappresentare, proprio per la sua specificità, un inedito spazio sacro per la società dell’azione e della prestazione ormai vicina all’infarto dell’anima. Una sorta di controambiente del sublime: un luogo di interpellazione in cui rimettere in gioco il rapporto con l’incommensurabile, risvegliare la parte più immortale dell’anima, trascendere la mediocrità e la banalità del quotidiano, per ricominciare sotto un cielo pieno di stelle, a riporsi le grandi domande sulla propria esistenza nel cosmo.
Tasselli di buio e di silenzio: «controambienti del sublime» / Decandia, Lidia. - In: RASSEGNA DI ARCHITETTURA E URBANISTICA. - ISSN 0392-8608. - 166:(2022), pp. 31-37.
Tasselli di buio e di silenzio: «controambienti del sublime»
Decandia Lidia
2022-01-01
Abstract
Il saggio, nel far riferimento all’Alta Gallura, una subregione storica situata nel Nord-Sardegna, caratterizzata da un particolare carattere di vuotezza, dovuto alla bassa densità insediativa e alla pervasività della dimensione ambientale, riflette sul ruolo che questa area marginale densa di natura e di storia potrebbe avere oggi, nel riconfigurare l’idea stessa di urbanità. A partire da una evocazione del ruolo che i luoghi del silenzio hanno avuto in altri periodi di crisi nella storia dell’uomo, e prendendo in esame alcuni indizi che rivelano un nuovo interesse urbano per questo territorio, ormai perfettamente inserito nei sistemi di mentalità che configurano la cosmopoli contemporanea, sottolinea come questa riserva di buio, possa rappresentare, proprio per la sua specificità, un inedito spazio sacro per la società dell’azione e della prestazione ormai vicina all’infarto dell’anima. Una sorta di controambiente del sublime: un luogo di interpellazione in cui rimettere in gioco il rapporto con l’incommensurabile, risvegliare la parte più immortale dell’anima, trascendere la mediocrità e la banalità del quotidiano, per ricominciare sotto un cielo pieno di stelle, a riporsi le grandi domande sulla propria esistenza nel cosmo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.