Il presente contributo è dedicato allo studio della rilevanza del diritto al silenzio rispetto ai poteri sanzionatori ‘punitivi’ attribuiti alle autorità di vigilanza dei mercati finanziari. Dopo aver illustrato le origini storiche e la rilevanza concettuale del principio del ‘nemo tenetur se detegere’, gli Autori si concentrano sulle più recenti pronunce della Corte di Giustizia dell’Unione europea e della Corte costituzionale italiana che hanno sancito la (necessaria) vigenza del suddetto presidio garantistico nell’ambito dei procedimenti sanzionatori sostanzialmente ‘penali’ (ai sensi CEDU) che coinvolgono persone fisiche. In particolare, gli Autori evidenziano un’incoerenza di fondo tra i suddetti recenti approdi giurisprudenziali europei e nazionali e, viceversa, i perduranti obblighi di ‘collaborazione attiva’ ancora oggi imposti alle imprese destinatarie di contestazioni amministrative per illeciti concorrenziali. Dopo aver richiamato la giurisprudenza della Corte Edu in tema di diritto al silenzio e le garanzie sancite dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, si indicano le basi per un auspicabile ‘riavvicinamento’ nella disciplina europea e nazionale dei procedimenti sanzionatori delle Autorità di vigilanza dei mercati finanziari e di quelli a tutela della concorrenza.
Diritto al silenzio e autorità di vigilanza dei mercati finanziari / Vaccari, Stefano; Allena, Miriam. - In: RIVISTA DI DIRITTO BANCARIO. - ISSN 2279-9737. - 3(2022), pp. 689-733.
Diritto al silenzio e autorità di vigilanza dei mercati finanziari
Stefano Vaccari;
2022-01-01
Abstract
Il presente contributo è dedicato allo studio della rilevanza del diritto al silenzio rispetto ai poteri sanzionatori ‘punitivi’ attribuiti alle autorità di vigilanza dei mercati finanziari. Dopo aver illustrato le origini storiche e la rilevanza concettuale del principio del ‘nemo tenetur se detegere’, gli Autori si concentrano sulle più recenti pronunce della Corte di Giustizia dell’Unione europea e della Corte costituzionale italiana che hanno sancito la (necessaria) vigenza del suddetto presidio garantistico nell’ambito dei procedimenti sanzionatori sostanzialmente ‘penali’ (ai sensi CEDU) che coinvolgono persone fisiche. In particolare, gli Autori evidenziano un’incoerenza di fondo tra i suddetti recenti approdi giurisprudenziali europei e nazionali e, viceversa, i perduranti obblighi di ‘collaborazione attiva’ ancora oggi imposti alle imprese destinatarie di contestazioni amministrative per illeciti concorrenziali. Dopo aver richiamato la giurisprudenza della Corte Edu in tema di diritto al silenzio e le garanzie sancite dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, si indicano le basi per un auspicabile ‘riavvicinamento’ nella disciplina europea e nazionale dei procedimenti sanzionatori delle Autorità di vigilanza dei mercati finanziari e di quelli a tutela della concorrenza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.