La propaganda costituisce un ampio e affascinante oggetto di studio. Non poche sono le ricerche che hanno indagato l'argomento: dai più scientifici studi di Ellul (1967, 1973) a quelli più critici di Chomsky (1988, 1997) e Rampton e Stauber (2003), da quelli più accademici di Qualter (1985) e Doob (1950) sino alle più recenti ricerche di Pratkanis e Aronson (2001). Il comune denominatore è rinvenibile nella difficoltà riscontrata in tutte queste ricerche nel definirne il concetto e portare avanti una trattazione obiettiva non influenzata da pregiudizi. Le difficoltà sono imputabili alla connotazione negativa che il concetto di propaganda ha assunto con il passare del tempo. Infatti nonostante la sua iniziale neutralità, è andata assumendo i caratteri dispregiativi di un'opera di manipolazione ed è oggi spesso usata come sinonimo di un discorso falso e parziale. Inoltre essa viene spesso associata alle dittature, poiché è stata essenzialmente nei regimi totalitari che ha avuto modo di svilupparsi ed è proprio nelle dittature che è stata usata come tecnica e strumento fondamentale per il mantenimento dellostatus quo.Per questo motivo ci sembra necessaria una seppure sintetica definizione del fenomeno di propaganda ed un inquadramento storico, analizzandone poi il ruolo che essa riveste all'interno delle libere democrazie anche in termine di funzionalità per la loro evoluzione e sostentamento (Ellul 1967: 232). Si tratterà inoltre di come sia più complicato accertarne la presenza all'interno della libertà di stampa e trovi la sua forza, a differenza di quanto accade nei totalitarismi, nella sua onnipresenza e invisibilità.
La Propaganda tra passato e presente: evoluzione e ipotesi di comparazione / Ragnedda, Massimo. - In: ANNALI DELLA FACOLTA' DI LINGUE E LETTERATURE STRANIERE DELL'UNIVERSITA' DI SASSARI. - ISSN 1828-5384. - 3:2003 pubbl. 2005(2005), pp. 259-283.
La Propaganda tra passato e presente: evoluzione e ipotesi di comparazione
Ragnedda, Massimo
2005-01-01
Abstract
La propaganda costituisce un ampio e affascinante oggetto di studio. Non poche sono le ricerche che hanno indagato l'argomento: dai più scientifici studi di Ellul (1967, 1973) a quelli più critici di Chomsky (1988, 1997) e Rampton e Stauber (2003), da quelli più accademici di Qualter (1985) e Doob (1950) sino alle più recenti ricerche di Pratkanis e Aronson (2001). Il comune denominatore è rinvenibile nella difficoltà riscontrata in tutte queste ricerche nel definirne il concetto e portare avanti una trattazione obiettiva non influenzata da pregiudizi. Le difficoltà sono imputabili alla connotazione negativa che il concetto di propaganda ha assunto con il passare del tempo. Infatti nonostante la sua iniziale neutralità, è andata assumendo i caratteri dispregiativi di un'opera di manipolazione ed è oggi spesso usata come sinonimo di un discorso falso e parziale. Inoltre essa viene spesso associata alle dittature, poiché è stata essenzialmente nei regimi totalitari che ha avuto modo di svilupparsi ed è proprio nelle dittature che è stata usata come tecnica e strumento fondamentale per il mantenimento dellostatus quo.Per questo motivo ci sembra necessaria una seppure sintetica definizione del fenomeno di propaganda ed un inquadramento storico, analizzandone poi il ruolo che essa riveste all'interno delle libere democrazie anche in termine di funzionalità per la loro evoluzione e sostentamento (Ellul 1967: 232). Si tratterà inoltre di come sia più complicato accertarne la presenza all'interno della libertà di stampa e trovi la sua forza, a differenza di quanto accade nei totalitarismi, nella sua onnipresenza e invisibilità.File | Dimensione | Formato | |
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