Per quanto poco noto, il giudizio espresso nel 1894 da Ettore Pais sull'autenticità delle Carte d'Arborea, pubblicato nell'appendice allaSilloge epigrafica Olbiensedi Piero Tamponi, appare conclusivo e chiude sostanzialmente una disputa durata circa mezzo secolo: «La falsità delle Carte d'Arborea fu dimostrata luminosamente molte volte ... Nessuno ormai le cura; e anche ammettendo per un momento che fossero antiche, esse non meriterebbero di essere studiate seriamente, perchè o contengono asserzioni contrarie a tante verità assodate dalla scienza storica e filologica, ovvero scempiaggini e balordaggini senza fine, come ad esempio la storia del preteso re Gialeto, la cui memoria è oggi in onore a Cagliari».La grande epopea della storia della Sardegna, consacrata nel 1863 nel volume di Pietro Martini, veniva così liquidata con asprezza, non solo senza appello, ma anche senza la minima volontà di capire le ragioni che avevano spinto un gruppo di intellettuali isolani se non a promuovere la falsificazione, almeno a sostenere il mito di una Sardegna patria di eroi, di filosofi e di poeti, sia pure per un malinteso amor di patria; e ciò in un momento critico e di passaggio tra la «Sardegna stamentaria» e lo «Stato italiano risorgimentale», quando secondo Giovanni Lilliu «si incontrarono e subito si scontrarono la "nazione" sarda e la "nazione" italiana al suo inizio».

I Falsi epigrafici romani delle Carte d'Arborea / Mastino, Attilio; Ruggeri, Paola. - 1:(1996), pp. 101-135.

I Falsi epigrafici romani delle Carte d'Arborea

Mastino, Attilio;Ruggeri, Paola
1996-01-01

Abstract

Per quanto poco noto, il giudizio espresso nel 1894 da Ettore Pais sull'autenticità delle Carte d'Arborea, pubblicato nell'appendice allaSilloge epigrafica Olbiensedi Piero Tamponi, appare conclusivo e chiude sostanzialmente una disputa durata circa mezzo secolo: «La falsità delle Carte d'Arborea fu dimostrata luminosamente molte volte ... Nessuno ormai le cura; e anche ammettendo per un momento che fossero antiche, esse non meriterebbero di essere studiate seriamente, perchè o contengono asserzioni contrarie a tante verità assodate dalla scienza storica e filologica, ovvero scempiaggini e balordaggini senza fine, come ad esempio la storia del preteso re Gialeto, la cui memoria è oggi in onore a Cagliari».La grande epopea della storia della Sardegna, consacrata nel 1863 nel volume di Pietro Martini, veniva così liquidata con asprezza, non solo senza appello, ma anche senza la minima volontà di capire le ragioni che avevano spinto un gruppo di intellettuali isolani se non a promuovere la falsificazione, almeno a sostenere il mito di una Sardegna patria di eroi, di filosofi e di poeti, sia pure per un malinteso amor di patria; e ciò in un momento critico e di passaggio tra la «Sardegna stamentaria» e lo «Stato italiano risorgimentale», quando secondo Giovanni Lilliu «si incontrarono e subito si scontrarono la "nazione" sarda e la "nazione" italiana al suo inizio».
1996
I Falsi epigrafici romani delle Carte d'Arborea / Mastino, Attilio; Ruggeri, Paola. - 1:(1996), pp. 101-135.
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