L'«abito» nel mondo antico era considerato come l'essenza della persona, segno della sua appartenenza ad un popolo, ad una classe sociale, ad una comunità. La sua importanza per l'affermazione della persona era avvalorata sul piano giuridico da apposite leggi: chi aveva perso la libertà, come i prigionieri o gli schiavi, perdeva anche il diritto di possedere un vestito proprio. Nell' ambito della tradizione greco-romana, come in quello della cultura ebraica, anche la foggia, il colore, il tessuto delle vesti assumevano significati particolari. Il significato metaforico della veste, presente nell'Antico Testamento e arricchito nel Nuovo dalla visione antropologica di Paolo, che invitava l'uomo a «rivestirsi di Cristo» (Gal3, 27 eRom13, 14), guidò i pensatori cristiani delle origini a sviluppare una concezione simbolica della veste per illuminare il valore della persona umana alla luce della personalità di Cristo.La parabola evangelica del figlio prodigo presentava Dio come un Padre che accoglie il figlio riconciliato nel suo abbraccio d'amore e lo riveste di una splendida veste. Ambrogio, nel commentare la parabola nell'Expositio Evangelii secundum Lucam, identifica la veste donata dal Padre al figlio con la «stola lavata nel vino», diGen49, 11, nella quale i cristiani vedevano un segno distintivo del Messia atteso dal popolo. Io esaminerò la singolare esegesi di Ambrogio dopo aver seguito l'evoluzione del simbolismo della «veste» nel pensiero dei suoi predecessori, volgendo lo sguardo anche al significato del dono dell'«anello» e dei «calzari», che il figlio accoglie dal Padre unitamente al dono della veste.
La Veste del figliol prodigo nella tradizione patristica / Piredda, Anna Maria Giacinta. - In: SANDALION. - ISSN 0392-5099. - 8-9:1985-86 pubbl. 1986(1986), pp. 203-242.
La Veste del figliol prodigo nella tradizione patristica
Piredda, Anna Maria Giacinta
1986-01-01
Abstract
L'«abito» nel mondo antico era considerato come l'essenza della persona, segno della sua appartenenza ad un popolo, ad una classe sociale, ad una comunità. La sua importanza per l'affermazione della persona era avvalorata sul piano giuridico da apposite leggi: chi aveva perso la libertà, come i prigionieri o gli schiavi, perdeva anche il diritto di possedere un vestito proprio. Nell' ambito della tradizione greco-romana, come in quello della cultura ebraica, anche la foggia, il colore, il tessuto delle vesti assumevano significati particolari. Il significato metaforico della veste, presente nell'Antico Testamento e arricchito nel Nuovo dalla visione antropologica di Paolo, che invitava l'uomo a «rivestirsi di Cristo» (Gal3, 27 eRom13, 14), guidò i pensatori cristiani delle origini a sviluppare una concezione simbolica della veste per illuminare il valore della persona umana alla luce della personalità di Cristo.La parabola evangelica del figlio prodigo presentava Dio come un Padre che accoglie il figlio riconciliato nel suo abbraccio d'amore e lo riveste di una splendida veste. Ambrogio, nel commentare la parabola nell'Expositio Evangelii secundum Lucam, identifica la veste donata dal Padre al figlio con la «stola lavata nel vino», diGen49, 11, nella quale i cristiani vedevano un segno distintivo del Messia atteso dal popolo. Io esaminerò la singolare esegesi di Ambrogio dopo aver seguito l'evoluzione del simbolismo della «veste» nel pensiero dei suoi predecessori, volgendo lo sguardo anche al significato del dono dell'«anello» e dei «calzari», che il figlio accoglie dal Padre unitamente al dono della veste.File | Dimensione | Formato | |
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