Tra le cause per le quali il significato di un testo letterario rischia di essere “lost in translation” rientra la mancata comprensione, da parte del traduttore, delle reali intenzioni dell’autore (cfr. García Yebra 1989). Diverso è il caso dell’autotraduttore il quale “nunca mal interpretará las ‘verdaderas intenciones’ del autor del original” (Castillo García 2006: 88). Forse per questo motivo “para muchos [...] el autor de una obra original es su traductor ideal” (Autotrad2002a) e di conseguenza “auto-translations can be regarded as more prestigious than ‘regular’ translations” (Aranda 2007: 7). L’autotraduzione parrebbe dunque rappresentare una garanzia per il rispetto della “ley aurea” della traduzione ossia “decir todo lo que dice el original, no decir nada que el original no diga y decirlo con la corrección y naturalidad que permita la lengua a la que se traduce” (García Yebra 1989: 35). Ma è proprio e sempre così? Il fatto che a tradurre sia l’autore garantisce, di per sé, che il messaggio dell’originale non venga “lost in translation”?
Lost in (self-)translation?: riflessioni sull’autotraduzione / Cocco, Simona Maria. - In: ANNALI DELLA FACOLTA' DI LINGUE E LETTERATURE STRANIERE DELL'UNIVERSITA' DI SASSARI. - ISSN 1828-5384. - 6:(2009), pp. 103-118.
Lost in (self-)translation?: riflessioni sull’autotraduzione
Cocco, Simona Maria
2009-01-01
Abstract
Tra le cause per le quali il significato di un testo letterario rischia di essere “lost in translation” rientra la mancata comprensione, da parte del traduttore, delle reali intenzioni dell’autore (cfr. García Yebra 1989). Diverso è il caso dell’autotraduttore il quale “nunca mal interpretará las ‘verdaderas intenciones’ del autor del original” (Castillo García 2006: 88). Forse per questo motivo “para muchos [...] el autor de una obra original es su traductor ideal” (Autotrad2002a) e di conseguenza “auto-translations can be regarded as more prestigious than ‘regular’ translations” (Aranda 2007: 7). L’autotraduzione parrebbe dunque rappresentare una garanzia per il rispetto della “ley aurea” della traduzione ossia “decir todo lo que dice el original, no decir nada que el original no diga y decirlo con la corrección y naturalidad que permita la lengua a la que se traduce” (García Yebra 1989: 35). Ma è proprio e sempre così? Il fatto che a tradurre sia l’autore garantisce, di per sé, che il messaggio dell’originale non venga “lost in translation”?File | Dimensione | Formato | |
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