La complessità del tema ed i profili di disciplina, contenuti nel d.lg. n. 231/2001, richiedono una preliminare, quanto doverosa, puntualizzazione: anzitutto, rispetto ad una pretesa completezza di contenuti, è possibile in questa sede soffermarsi unicamente sugli aspetti più significativi ed innovativi introdotti all’interno del sistema; rispetto ai riflessi applicativi della disciplina, ci si dovrà necessariamente limitare a tracciare le linee, che sul piano sanzionatorio maggiore incidenza acquistano sulla vita dell’“ente collettivo”. Lo stesso titolo del Convegno, con lungimiranza riterrei, evidenzia già sul piano terminologico, un binomio opportunamente delineato, oserei dire, nella sua essenzialità: “responsabilità” degli enti collettivi, da un lato, e «reato», dall’altro. La sintesi è densa di significato: l’illecito penale al suo verificarsi, in conformità alle previsioni contenute nel d.lg. 231/2001, diviene «fonte di addebito» per gli «enti forniti di personalità giuridica» (id.enti a soggettività privata ma anche enti pubblici economici) – pur se non mancano ipotesi problematiche, incluse dallo stesso Relatore in una «zona d’ombra» – ma fonte di addebito anche per «società e associazioni», prive di personalità giuridica (art. 1). Si può a questo punto provare a tratteggiare sul tema un duplice approccio:in retrospettiva, nella sua prima fase, edin prospettivain una seconda. Emerge, infatti, già dalla Relazione illustrativa del decreto il richiamo a teorizzazioni e principi, le cui radici penetrano sia la storia del diritto, come storia dei popoli e dei loro ordinamenti, sia, ed ancor più, la storia di una «democrazia», la nostra, che prende vita in una Costituzione che ne ispira o dovrebbe ispirarne le scelte
La Responsabilità da reato degli enti collettivi: criteri di imputazione e tipologia delle sanzioni / Cosseddu, Adriana. - In: DIRITTO@STORIA. - ISSN 1825-0300. - 2(2003).
La Responsabilità da reato degli enti collettivi: criteri di imputazione e tipologia delle sanzioni
Cosseddu, Adriana
2003-01-01
Abstract
La complessità del tema ed i profili di disciplina, contenuti nel d.lg. n. 231/2001, richiedono una preliminare, quanto doverosa, puntualizzazione: anzitutto, rispetto ad una pretesa completezza di contenuti, è possibile in questa sede soffermarsi unicamente sugli aspetti più significativi ed innovativi introdotti all’interno del sistema; rispetto ai riflessi applicativi della disciplina, ci si dovrà necessariamente limitare a tracciare le linee, che sul piano sanzionatorio maggiore incidenza acquistano sulla vita dell’“ente collettivo”. Lo stesso titolo del Convegno, con lungimiranza riterrei, evidenzia già sul piano terminologico, un binomio opportunamente delineato, oserei dire, nella sua essenzialità: “responsabilità” degli enti collettivi, da un lato, e «reato», dall’altro. La sintesi è densa di significato: l’illecito penale al suo verificarsi, in conformità alle previsioni contenute nel d.lg. 231/2001, diviene «fonte di addebito» per gli «enti forniti di personalità giuridica» (id.enti a soggettività privata ma anche enti pubblici economici) – pur se non mancano ipotesi problematiche, incluse dallo stesso Relatore in una «zona d’ombra» – ma fonte di addebito anche per «società e associazioni», prive di personalità giuridica (art. 1). Si può a questo punto provare a tratteggiare sul tema un duplice approccio:in retrospettiva, nella sua prima fase, edin prospettivain una seconda. Emerge, infatti, già dalla Relazione illustrativa del decreto il richiamo a teorizzazioni e principi, le cui radici penetrano sia la storia del diritto, come storia dei popoli e dei loro ordinamenti, sia, ed ancor più, la storia di una «democrazia», la nostra, che prende vita in una Costituzione che ne ispira o dovrebbe ispirarne le scelteFile | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Cosseddu_A_Articolo_2003_Responsabilita.pdf
accesso aperto
Tipologia:
Versione editoriale (versione finale pubblicata)
Licenza:
Non specificato
Dimensione
177.69 kB
Formato
Adobe PDF
|
177.69 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.