Se è vero che il rapporto emittente-destinatario costituisce un elemento di rilievo nei processi della comunicazione e di quella letteraria in particolare, e che condiziona la scelta dei contenuti e dei registri espressivi, come già aveva scoperto la retorica classica quando individuò il concetto dikairòse diprepon, a partire almeno dalle teorie pitagoriche per giungere a quelle stoiche e peripatetiche, è altrettanto indiscutibile che esso assume una valenza ancora più forte nella produzione di opere teatrali, soprattutto di quelle concepite pensando ad una prossima messinscena. Mentre infatti gli autori dei diversi generi, dall'epica alla narrativa, dalla storiografia alla poesia didascalica o alla lirica, inviano i loro messaggi a fruitori di solito indistinti e talora lontani nello spazio e nel tempo, chi scrive opere per il teatro sa di rivolgersi a destinatari dalle caratteristiche culturali e antropologiche ben definite e cerca perciò, per quanto possibile, di adeguare la scrittura alle loro potenzialità e aspettative.Sulla base di queste considerazioni non è disutile soffermarsi sul tema delle relazioni emittente-destinatario nel teatro latino arcaico, analizzare i reciproci condizionamenti e cercare di coglierne gli effetti nella tessitura del testo verbale, considerato che risulta assai problematico rilevare quelli del testo spettacolare. Ci siamo occupati in un precedente lavoro del problema in Plauto, ora punteremo l'obiettivo sulla produzione di Terenzio.
Spectator extra fabulam: la nascita del dramma assoluto / Cicu, Luciano. - In: SANDALION. - ISSN 0392-5099. - 19:1996 pubbl. 1998(1998), pp. 41-91.
Spectator extra fabulam: la nascita del dramma assoluto
Cicu, Luciano
1998-01-01
Abstract
Se è vero che il rapporto emittente-destinatario costituisce un elemento di rilievo nei processi della comunicazione e di quella letteraria in particolare, e che condiziona la scelta dei contenuti e dei registri espressivi, come già aveva scoperto la retorica classica quando individuò il concetto dikairòse diprepon, a partire almeno dalle teorie pitagoriche per giungere a quelle stoiche e peripatetiche, è altrettanto indiscutibile che esso assume una valenza ancora più forte nella produzione di opere teatrali, soprattutto di quelle concepite pensando ad una prossima messinscena. Mentre infatti gli autori dei diversi generi, dall'epica alla narrativa, dalla storiografia alla poesia didascalica o alla lirica, inviano i loro messaggi a fruitori di solito indistinti e talora lontani nello spazio e nel tempo, chi scrive opere per il teatro sa di rivolgersi a destinatari dalle caratteristiche culturali e antropologiche ben definite e cerca perciò, per quanto possibile, di adeguare la scrittura alle loro potenzialità e aspettative.Sulla base di queste considerazioni non è disutile soffermarsi sul tema delle relazioni emittente-destinatario nel teatro latino arcaico, analizzare i reciproci condizionamenti e cercare di coglierne gli effetti nella tessitura del testo verbale, considerato che risulta assai problematico rilevare quelli del testo spettacolare. Ci siamo occupati in un precedente lavoro del problema in Plauto, ora punteremo l'obiettivo sulla produzione di Terenzio.File | Dimensione | Formato | |
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