The proof of casual relation in contractual liability is closely connected to the approach adopted with respect to the allocation of the burden of proof under art. 2697 of the Civil Code. According to a well-settled understanding of art. 1218 of the Civil Code proposed by scholars and partially endorsed by case law, since the obligatory relationship is aimed at satisfying the creditor’s interest through the debtor’s performance, the harmful event arising from the non-performance (or from a not duly performed execution) should be directly attributed to the latter. Some authors differently affirm that evidence of the causal relation between non-performance and harm should be provided by the creditor. Such approach is however in contrast with a strict interpretation of the letter of the law: in this sense, the only causal relation to be proved concerns the identification of the non-attributable cause of the event for the purpose of discharging the debtor from any liability. The recent case law of the Supreme Court puts causal relation as an element of the debtor’s liability, particularly in the context of professional liability: the consequence is that ascertaining the causal relation becomes in fact demanded to the expert evidence. The paper analysis the different theories on the allocation of the burden of proof between debtor and creditor, by assessing their consistency with the rules governing contractual liability. The paper then points out how the difficulty of reaching clear results in the assessment of the causal relation generally pushes the judge to delegate such activity to the expert evidence. The risk, however, is that the rationale underlying the expert decision can be hardly challenged.

La prova del nesso eziologico della responsabilità  contrattuale costituisce una variabile strettamente connessa all’impostazione che si accoglie con riferimento al riparto dei relativi oneri ai sensi dell’art. 2697 c.c. Secondo una consolidata lettura dell’art. 1218 c.c., fatta propria dalla dottrina e dalla più  avveduta giurisprudenza, poiché  il rapporto obbligatorio consiste in una relazione tra debitore e creditore strumentale alla soddisfazione dell’interesse di quest’ultimo tramite la prestazione cui  è tenuto il primo, tale rapporto soddisfa senz’altro le esigenze di imputazione dell’evento dannoso derivante dalla mancata o inesatta esecuzione della prestazione. Tuttavia, secondo alcune opinioni, nel giudizio volto ad accertare la derivazione del danno dall’inadempimento, la causalità  dovrebbe essere oggetto di dimostrazione da parte del creditore insoddisfatto, il quale, allora, è tenuto a dare la prova del rapporto tra la condotta debitoria e la lesione dallo stesso subita; per contro, se si accoglie una concezione rigorosamente ancorata al dato normativo, l’unico nesso eziologico da dimostrare sarebbe quello con cui il debitore individua la causa a lui non imputabile che ha reso impossibile la prestazione dovuta. La causalità, in particolare, nelle cc.dd. obbligazioni di diligenza professionale viene fatta rientrare dalla più  recente giurisprudenza della Cassazione tra gli elementi costitutivi della responsabilità debitoria; ne consegue, pertanto, che si rende necessario nella fase del merito l’accertamento della causalità  in concreto, il quale è  sostanzialmente demandato all’indagine peritale. Il saggio si sofferma sulle varie ricostruzioni della distribuzione tra debitore e creditore degli oneri concernenti la prova del nesso causale, saggiandone la tenuta rispetto al dato normativo e alla coerenza del sistema. Infine, si sottolinea come la difficoltà  di pervenire, all’esito del giudizio eziologico, ad un risultato sufficientemente consolidato comporti per il giudice la sostanziale delega del relativo accertamento al consulente tecnico d’ufficio, con il rischio di una insufficiente verificabilità dell’iter logico da questi seguito.

La prova del nesso causale nella responsabilità per inadempimento: prospettive dottrinali e soluzioni giurisprudenziali a confronto / Nonne, Luigi. - In: COMPARAZIONE E DIRITTO CIVILE. - ISSN 2704-8179. - 3/2021(2021), pp. 1045-1086.

La prova del nesso causale nella responsabilità per inadempimento: prospettive dottrinali e soluzioni giurisprudenziali a confronto

Luigi Nonne
2021-01-01

Abstract

The proof of casual relation in contractual liability is closely connected to the approach adopted with respect to the allocation of the burden of proof under art. 2697 of the Civil Code. According to a well-settled understanding of art. 1218 of the Civil Code proposed by scholars and partially endorsed by case law, since the obligatory relationship is aimed at satisfying the creditor’s interest through the debtor’s performance, the harmful event arising from the non-performance (or from a not duly performed execution) should be directly attributed to the latter. Some authors differently affirm that evidence of the causal relation between non-performance and harm should be provided by the creditor. Such approach is however in contrast with a strict interpretation of the letter of the law: in this sense, the only causal relation to be proved concerns the identification of the non-attributable cause of the event for the purpose of discharging the debtor from any liability. The recent case law of the Supreme Court puts causal relation as an element of the debtor’s liability, particularly in the context of professional liability: the consequence is that ascertaining the causal relation becomes in fact demanded to the expert evidence. The paper analysis the different theories on the allocation of the burden of proof between debtor and creditor, by assessing their consistency with the rules governing contractual liability. The paper then points out how the difficulty of reaching clear results in the assessment of the causal relation generally pushes the judge to delegate such activity to the expert evidence. The risk, however, is that the rationale underlying the expert decision can be hardly challenged.
2021
La prova del nesso eziologico della responsabilità  contrattuale costituisce una variabile strettamente connessa all’impostazione che si accoglie con riferimento al riparto dei relativi oneri ai sensi dell’art. 2697 c.c. Secondo una consolidata lettura dell’art. 1218 c.c., fatta propria dalla dottrina e dalla più  avveduta giurisprudenza, poiché  il rapporto obbligatorio consiste in una relazione tra debitore e creditore strumentale alla soddisfazione dell’interesse di quest’ultimo tramite la prestazione cui  è tenuto il primo, tale rapporto soddisfa senz’altro le esigenze di imputazione dell’evento dannoso derivante dalla mancata o inesatta esecuzione della prestazione. Tuttavia, secondo alcune opinioni, nel giudizio volto ad accertare la derivazione del danno dall’inadempimento, la causalità  dovrebbe essere oggetto di dimostrazione da parte del creditore insoddisfatto, il quale, allora, è tenuto a dare la prova del rapporto tra la condotta debitoria e la lesione dallo stesso subita; per contro, se si accoglie una concezione rigorosamente ancorata al dato normativo, l’unico nesso eziologico da dimostrare sarebbe quello con cui il debitore individua la causa a lui non imputabile che ha reso impossibile la prestazione dovuta. La causalità, in particolare, nelle cc.dd. obbligazioni di diligenza professionale viene fatta rientrare dalla più  recente giurisprudenza della Cassazione tra gli elementi costitutivi della responsabilità debitoria; ne consegue, pertanto, che si rende necessario nella fase del merito l’accertamento della causalità  in concreto, il quale è  sostanzialmente demandato all’indagine peritale. Il saggio si sofferma sulle varie ricostruzioni della distribuzione tra debitore e creditore degli oneri concernenti la prova del nesso causale, saggiandone la tenuta rispetto al dato normativo e alla coerenza del sistema. Infine, si sottolinea come la difficoltà  di pervenire, all’esito del giudizio eziologico, ad un risultato sufficientemente consolidato comporti per il giudice la sostanziale delega del relativo accertamento al consulente tecnico d’ufficio, con il rischio di una insufficiente verificabilità dell’iter logico da questi seguito.
La prova del nesso causale nella responsabilità per inadempimento: prospettive dottrinali e soluzioni giurisprudenziali a confronto / Nonne, Luigi. - In: COMPARAZIONE E DIRITTO CIVILE. - ISSN 2704-8179. - 3/2021(2021), pp. 1045-1086.
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