In Sardegna si assiste a un rovesciamento delle modalità insediative millenarie: non si abbandonano le coste ma ci si addensa, allontanandosi dalle zone interne che si contraddistinguono per essere strategicamente più lontane dai servizi pubblici. In questi territori, lo spopolamento quantitativo si somma quello qualitativo e si verifica un'erosione di quelle economie locali che in passato sono state capaci di sostentare i propri abitanti. Quali possibilità di agire, in questo contesto, intrappolato in continue oscillazioni demografiche, sociali ed economiche? Da questa domanda muove il presente contribuito per mettere in luce come l’allentamento delle reti di solidarietà tra i cittadini può minare lo sviluppo delle zone interne nell’età dell’incertezza, soprattutto se a questo allentamento si aggiunge una governance territoriale che, più che motivo di attivazione della sussidiarietà orizzontale, risulta essere calata dall’alto. Prendendo come chiave di lettura gli studi sull’abbandono delle aree rurali si presentano qui: 1) il progetto di ricerca-azione “La speranza dei paesi” contro lo spopolamento delle aree interne della Sardegna; 2) le risultanze delle azioni progettuali; 3) le proposte per il rinnovamento delle aree fragili del territorio in argomento e, per concludere, 4) una riflessione sulle strategie partecipative da porre in essere per promuovere la co-progettazione come leva per scongiurare il problema dello "svuotamento dei servizi” a cui queste zone sono più esposte, perché difficilmente accessibili.
La speranza dei Paesi: l’organizzazione sociale di comunità per la rinascita dell’Alta Marmilla / Piga, Maria Lucia; Pisu, Daniela. - In: DIALOGHI MEDITERRANEI. - ISSN 2384-9010. - 52(2021), pp. 307-312.
La speranza dei Paesi: l’organizzazione sociale di comunità per la rinascita dell’Alta Marmilla
Maria Lucia Piga
;Daniela Pisu
2021-01-01
Abstract
In Sardegna si assiste a un rovesciamento delle modalità insediative millenarie: non si abbandonano le coste ma ci si addensa, allontanandosi dalle zone interne che si contraddistinguono per essere strategicamente più lontane dai servizi pubblici. In questi territori, lo spopolamento quantitativo si somma quello qualitativo e si verifica un'erosione di quelle economie locali che in passato sono state capaci di sostentare i propri abitanti. Quali possibilità di agire, in questo contesto, intrappolato in continue oscillazioni demografiche, sociali ed economiche? Da questa domanda muove il presente contribuito per mettere in luce come l’allentamento delle reti di solidarietà tra i cittadini può minare lo sviluppo delle zone interne nell’età dell’incertezza, soprattutto se a questo allentamento si aggiunge una governance territoriale che, più che motivo di attivazione della sussidiarietà orizzontale, risulta essere calata dall’alto. Prendendo come chiave di lettura gli studi sull’abbandono delle aree rurali si presentano qui: 1) il progetto di ricerca-azione “La speranza dei paesi” contro lo spopolamento delle aree interne della Sardegna; 2) le risultanze delle azioni progettuali; 3) le proposte per il rinnovamento delle aree fragili del territorio in argomento e, per concludere, 4) una riflessione sulle strategie partecipative da porre in essere per promuovere la co-progettazione come leva per scongiurare il problema dello "svuotamento dei servizi” a cui queste zone sono più esposte, perché difficilmente accessibili.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.