Il mirto (Myrtus communis L.) è un arbusto sempreverde appartenente alla famiglia delle Myrtaceae originario del Sud Europa e del Nord Africa. È una specie a carattere termofilo tipica della macchia mediterranea, che si ritrova allo stato spontaneo nelle aree litoranee dell’Italia meridionale e della Sardegna, limitando il suo areale al di sotto degli 800 m di altitudine. Grazie alle proprietà chimiche ed organolettiche, le foglie e le bacche sono la parte della pianta economicamente più utile e per questo vengono utilizzate in vari ambiti (alimentare, medico, farmaceutico, cosmetico). In Sardegna le bacche vengono principalmente utilizzate per la produzione del liquore, uno dei prodotti tipici più esportati dalla regione, ottenuto dall’infusione idroalcolica delle bacche di mirto giunte a piena maturazione. La quantità e la qualità delle bacche utilizzate nell’infusione risulta fondamentale per l’ottenimento di un liquore di qualità che rispetti le caratteristiche chimiche e organolettiche indicate nel disciplinare di produzione del “Mirto di Sardegna”. La quantità di bacche risulta inoltre fondamentale anche per la conservabilità del liquore, infatti i composti responsabili delle proprietà organolettiche del mirto sono scarsamente stabili, pertanto i liquori hanno un periodo di conservazione limitato. Cercando di rispettare le proporzioni minime tra bacche e alcool ammesse dal disciplinare di produzione del “Mirto di Sardegna”, abbiamo voluto analizzare dal punto di vista chimico gli infusi idroalcolici ottenuti da bacche proveniente da 16 nuove selezioni varietali di mirto (14 a bacca pigmentata e 2 a bacca bianca) derivanti dalla propagazione agamica per talea di piante madri ottenute dalla libera impollinazione di un gruppo di cultivar collezionate in un campo sperimentale del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari e derivanti da un programma di selezione che ha interessato tutto il territorio della Sardegna (Mulas e Cani, 1999; Mulas, 2012). Le bacche di ciascuna cultivar sono state analizzate dal punto di vista morfologico determinando: il peso, volume, lunghezza, larghezza e forma del frutto, colore, peso della polpa, numero di semi per frutto, il loro peso medio e il rapporto polpa/seme. In base alle indicazioni del disciplinare, le bacche, subito dopo la raccolta, sono state poste in infusione con una soluzione idroalcolica al 70%. Dopo 3 mesi di infusione al buio e a temperatura ambiente, gli infusi sono stati filtrati e analizzati. In particolare è stata determinata l’acidità totale degli infusi, il contenuto in polifenoli totali (tra 483,8 e 1.180,4 mg L- 1 di acido gallico), in antociani (tra 0,0 e 245 mg L-1 di cianidina-3-glucoside) e in tannini (tra 0,2 e 18,9 mg L-1 di acido gallico). Dai risultati è emersa l’elevata variabilità tra le cultivar, infatti tra le 16 cultivar analizzate alcune hanno mostrato un maggior contenuto di polifenoli e antociani e un più basso contenuto in tannini risultando tra le più idonee per la produzione del liquore “Mirto di Sardegna”. Al contrario, l’acidità totale degli infusi è risultata pressoché costante in tutte le cultivar. Per quanto riguarda i risultati relativi alle analisi morfologiche delle bacche, la forma del frutto è risultata molto variabile. Tra le selezioni, infatti, si osservavano frutti ellittici, ovali, piriformi, allungati, piriformi-allungati e arrotondati. Il colore delle bacche era solitamente di color blu scuro ma alcune selezioni presentavano una colorazione verde-gialla e bianca-verde. Il peso delle bacche ha mostrato una bassa variabilità tra le cultivar. Il numero di semi per frutto variava da 2,3 a 8,7 e il peso dei semi non era statisticamente diverso tra le selezioni. Il rapporto polpa/seme variava da 2,98 a 6,87 e il peso della polpa variava da 0,16 g a 3,32 g. La caratterizzazione di nuove cultivar ha permesso di approfondire le conoscenze sulle proprietà e sulla variabilità della specie Myrtus communis, fornendo così una prima determinazione dei possibili usi delle diverse cultivar. Dalle analisi è stato possibile individuare le cultivar che più si prestano alla produzione di bacche da destinare alla produzione del liquore di mirto.
Caratteri qualitativi dei frutti di nuove selezioni di mirto / Dessena, L.; Medda, S.; Mulas, M.. - (2021), pp. 96-96. (Intervento presentato al convegno Biodiversità 2021. Agricoltura, Ambiente e Salute. XIII Convegno Nazionale sulla Biodiversità. tenutosi a Foggia nel 7, 8 e 9 settembre 2021).
Caratteri qualitativi dei frutti di nuove selezioni di mirto.
Dessena L.Membro del Collaboration Group
;Medda S.Membro del Collaboration Group
;Mulas M.
Membro del Collaboration Group
2021-01-01
Abstract
Il mirto (Myrtus communis L.) è un arbusto sempreverde appartenente alla famiglia delle Myrtaceae originario del Sud Europa e del Nord Africa. È una specie a carattere termofilo tipica della macchia mediterranea, che si ritrova allo stato spontaneo nelle aree litoranee dell’Italia meridionale e della Sardegna, limitando il suo areale al di sotto degli 800 m di altitudine. Grazie alle proprietà chimiche ed organolettiche, le foglie e le bacche sono la parte della pianta economicamente più utile e per questo vengono utilizzate in vari ambiti (alimentare, medico, farmaceutico, cosmetico). In Sardegna le bacche vengono principalmente utilizzate per la produzione del liquore, uno dei prodotti tipici più esportati dalla regione, ottenuto dall’infusione idroalcolica delle bacche di mirto giunte a piena maturazione. La quantità e la qualità delle bacche utilizzate nell’infusione risulta fondamentale per l’ottenimento di un liquore di qualità che rispetti le caratteristiche chimiche e organolettiche indicate nel disciplinare di produzione del “Mirto di Sardegna”. La quantità di bacche risulta inoltre fondamentale anche per la conservabilità del liquore, infatti i composti responsabili delle proprietà organolettiche del mirto sono scarsamente stabili, pertanto i liquori hanno un periodo di conservazione limitato. Cercando di rispettare le proporzioni minime tra bacche e alcool ammesse dal disciplinare di produzione del “Mirto di Sardegna”, abbiamo voluto analizzare dal punto di vista chimico gli infusi idroalcolici ottenuti da bacche proveniente da 16 nuove selezioni varietali di mirto (14 a bacca pigmentata e 2 a bacca bianca) derivanti dalla propagazione agamica per talea di piante madri ottenute dalla libera impollinazione di un gruppo di cultivar collezionate in un campo sperimentale del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari e derivanti da un programma di selezione che ha interessato tutto il territorio della Sardegna (Mulas e Cani, 1999; Mulas, 2012). Le bacche di ciascuna cultivar sono state analizzate dal punto di vista morfologico determinando: il peso, volume, lunghezza, larghezza e forma del frutto, colore, peso della polpa, numero di semi per frutto, il loro peso medio e il rapporto polpa/seme. In base alle indicazioni del disciplinare, le bacche, subito dopo la raccolta, sono state poste in infusione con una soluzione idroalcolica al 70%. Dopo 3 mesi di infusione al buio e a temperatura ambiente, gli infusi sono stati filtrati e analizzati. In particolare è stata determinata l’acidità totale degli infusi, il contenuto in polifenoli totali (tra 483,8 e 1.180,4 mg L- 1 di acido gallico), in antociani (tra 0,0 e 245 mg L-1 di cianidina-3-glucoside) e in tannini (tra 0,2 e 18,9 mg L-1 di acido gallico). Dai risultati è emersa l’elevata variabilità tra le cultivar, infatti tra le 16 cultivar analizzate alcune hanno mostrato un maggior contenuto di polifenoli e antociani e un più basso contenuto in tannini risultando tra le più idonee per la produzione del liquore “Mirto di Sardegna”. Al contrario, l’acidità totale degli infusi è risultata pressoché costante in tutte le cultivar. Per quanto riguarda i risultati relativi alle analisi morfologiche delle bacche, la forma del frutto è risultata molto variabile. Tra le selezioni, infatti, si osservavano frutti ellittici, ovali, piriformi, allungati, piriformi-allungati e arrotondati. Il colore delle bacche era solitamente di color blu scuro ma alcune selezioni presentavano una colorazione verde-gialla e bianca-verde. Il peso delle bacche ha mostrato una bassa variabilità tra le cultivar. Il numero di semi per frutto variava da 2,3 a 8,7 e il peso dei semi non era statisticamente diverso tra le selezioni. Il rapporto polpa/seme variava da 2,98 a 6,87 e il peso della polpa variava da 0,16 g a 3,32 g. La caratterizzazione di nuove cultivar ha permesso di approfondire le conoscenze sulle proprietà e sulla variabilità della specie Myrtus communis, fornendo così una prima determinazione dei possibili usi delle diverse cultivar. Dalle analisi è stato possibile individuare le cultivar che più si prestano alla produzione di bacche da destinare alla produzione del liquore di mirto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.