Il lavoro si prefigge l’intento d’indagare un episodio del Fortleben del personaggio boiardesco-ariostesco di Alcina attraverso una lectura Chiabrerae, dedicata al poemetto «L’Alcina Prigioniera», composto prima del 20 novembre del 1594, e stampato (indipendentemente dall’autore) a Venezia nel 1605, a cura di Pier Girolamo Gentile Riccio, che mantenne l’originaria dedica al miniatore Giovanni Battista Castello, detto il Genovese (fratello maggiore del più celebre pittore Bernardo, inter alia illustratore della Gerusalemme liberata). Attraverso i due specula rappresentati dalla tradizione classica e dall’analisi della retorica degli affetti applicata nel delineare il personaggio, si è cercato di far emergere la significativa opera di “tassificazione” al quale l’autore ha sottoposto il modello ariostesco, amplificandone il patetismo tragico e le potenzialità figurative (anche attraverso il ricorso all’ἔκφρασις della reggia d’Amore, nella quale è posto en abîme il mito di Psiche, basato naturalmente sul racconto apuleiano).
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Titolo: | Tradizione classica e perturbationes animi nell’«Alcina Prigioniera» del Chiabrera |
Autori: | |
Data di pubblicazione: | 2020 |
Rivista: | |
Handle: | http://hdl.handle.net/11388/230589 |
Appare nelle tipologie: | 1.1 Articolo in rivista |