La recente protesta dei pastori in Sardegna vede il suo incipit in giuste motivazioni: gli industriali caseari pagano il latte ai pastori solo 60,00/lt per trasformarlo in formaggio da esportazione. La protesta, sfociata in manifestazioni distruttive, esprime una rabbia ed un’esasperazione che potrebbero essere indirizzate verso nuove forme di lealtà nei confronti del bene comune. Considerato che il sussidio non può risolvere la crisi del latte, si ipotizza che l’impresa sociale di comunità e/o la cooperativa di comunità possano, almeno in parte, offrire vie d’uscita alternative a Stato e Mercato. Perché nel settore ovino non si è riusciti a costruire una rete simile a quella che gli allevatori del settore bovino, in periodo di crisi, hanno costruito fin dagli anni Cinquanta ad Arborea (provincia di Oristano) con la Cooperativa 3A? Dall’analisi di questo caso emerge che è possibile mettere insieme le risorse primarie, in questo caso il latte vaccino, per trasformarle e commercializzarle. Inserita in un sistema territoriale e promotrice di iniziative di responsabilità sociale di impresa, welfare aziendale e partecipazione al sistema finanziario, questa cooperativa è leva di una economia che esprime successo aziendale. L’analisi sociologica delle crisi di ieri e di oggi mira a far luce sulle fragilità/capacità in ambito rurale. A partire dalle opportune comparazioni tra settori del latte bovino/ovino, ci si domanda come l’imprenditorialità sociale possa aiutare a ricostruire il senso del bene comune nel mondo pastorale. A quali condizioni la fiducia può fungere da catalizzatore dello sviluppo economico nelle aree rurali della Sardegna? Lo studio di caso vuole evidenziare le prospettive di azione imprenditoriale secondo il modello dell’impresa sociale di comunità e della cooperativa di comunità (LR 02 agosto 2018, n.35), con l’obiettivo di rendere conto della complessità e delle criticità principali che ne ostacolano la fondazione. Il principale risultato atteso riguarda la possibilità di evidenziare, attraverso la produzione di beni relazionali, un modello di business che non si basi sull’estrazione ma sulla creazione di valore: grazie a questa lente interpretativa sarà possibile capire come si evolve la solidarietà interna al mondo pastorale, oltre i limiti “meccanici” del suo modello tradizionale.
Quale cooperazione di comunità in Sardegna (per non dover piangere sul latte versato)? / Piga, Maria Lucia; Pisu, Daniela. - In: IMPRESA SOCIALE. - ISSN 2282-1694. - 14(2019), pp. 44-56.
Quale cooperazione di comunità in Sardegna (per non dover piangere sul latte versato)?
Maria Lucia Piga
;Daniela Pisu
2019-01-01
Abstract
La recente protesta dei pastori in Sardegna vede il suo incipit in giuste motivazioni: gli industriali caseari pagano il latte ai pastori solo 60,00/lt per trasformarlo in formaggio da esportazione. La protesta, sfociata in manifestazioni distruttive, esprime una rabbia ed un’esasperazione che potrebbero essere indirizzate verso nuove forme di lealtà nei confronti del bene comune. Considerato che il sussidio non può risolvere la crisi del latte, si ipotizza che l’impresa sociale di comunità e/o la cooperativa di comunità possano, almeno in parte, offrire vie d’uscita alternative a Stato e Mercato. Perché nel settore ovino non si è riusciti a costruire una rete simile a quella che gli allevatori del settore bovino, in periodo di crisi, hanno costruito fin dagli anni Cinquanta ad Arborea (provincia di Oristano) con la Cooperativa 3A? Dall’analisi di questo caso emerge che è possibile mettere insieme le risorse primarie, in questo caso il latte vaccino, per trasformarle e commercializzarle. Inserita in un sistema territoriale e promotrice di iniziative di responsabilità sociale di impresa, welfare aziendale e partecipazione al sistema finanziario, questa cooperativa è leva di una economia che esprime successo aziendale. L’analisi sociologica delle crisi di ieri e di oggi mira a far luce sulle fragilità/capacità in ambito rurale. A partire dalle opportune comparazioni tra settori del latte bovino/ovino, ci si domanda come l’imprenditorialità sociale possa aiutare a ricostruire il senso del bene comune nel mondo pastorale. A quali condizioni la fiducia può fungere da catalizzatore dello sviluppo economico nelle aree rurali della Sardegna? Lo studio di caso vuole evidenziare le prospettive di azione imprenditoriale secondo il modello dell’impresa sociale di comunità e della cooperativa di comunità (LR 02 agosto 2018, n.35), con l’obiettivo di rendere conto della complessità e delle criticità principali che ne ostacolano la fondazione. Il principale risultato atteso riguarda la possibilità di evidenziare, attraverso la produzione di beni relazionali, un modello di business che non si basi sull’estrazione ma sulla creazione di valore: grazie a questa lente interpretativa sarà possibile capire come si evolve la solidarietà interna al mondo pastorale, oltre i limiti “meccanici” del suo modello tradizionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.