OBIETTIVI La metodologia di analisi del rischio WSP è considerata tra gli strumenti più efficaci e sicuri nella tutela della qualità delle acque (OMS). Obiettivo del lavoro è applicare tale metodologia per realizzare un piano di sicurezza dell’acqua in ospedale prioritariamente finalizzato al controllo del rischio infettivo waterborne. MATERIALI I principi del WSP sono stati applicati a una struttura sanitaria di 6 piani dell’AOU di Sassari per il controllo del rischio idrico da Legionella e Pseudomonas. I punti di prelievo dell’acqua sono stati scelti tenendo conto delle indicazione dell’ISS e delle peculiarità dell’impianto di distribuzione, per colonne, dell’acqua. In particolare, sono state considerate 3 colonne d’acqua calda su 7. All’analisi microbiologica si è associata la rilevazione del CRAL e della temperatura (T) dell’acqua. I risultati sono stati confrontati con le caratteristiche impiantistiche strutturali e funzionali, le modalità in uso di controllo del rischio, la disposizione dei reparti critici, etc. E’ seguita l’identificazione dei pericoli, la valutazione del rischio e l’individuazione delle priorità di intervento. RIASSUNTO L. pneumophila (L.pn.) 1 è rilevata nello scarico del serbatoio d’acqua calda (4,8x102 UFC/L), nell’acqua di ritorno al serbatoio (3,36x103 UFC/L) e nel 61,5% dei prelievi nelle colonne d’acqua calda. In queste, le cariche più alte (fino a 9,1 x103 UFC/L) si ritrovano nei piani intermedi, di cui il 2° oggetto di attività edilizia, e in coincidenza con valori di T d’acqua calda tra 21°C e 23°C. L.pn. 3, 7 e L. micdadei sono rilevate, anche insieme a L.pn. 1, complessivamente nel 23,5% dei prelievi. Controlli random sul circuito d’acqua fredda hanno evidenziato L.pn. 7 (1,8x103 UFC/L) e L.spp (2x102 UFC/L) in punti di captazione non utilizzati, a T di 19°C e 16°C rispettivamente. Ovunque risulta assente Pseudomonas. Il CRAL è sempre inferiore ai valori ottimali. I punti critici su cui, dopo analisi del rischio, si prevede di intervenire prioritariamente e in modo integrato sono: CRAL, serbatoio d’acqua calda, T dell’acqua calda in serbatoio e circuito, zone morte funzionali. CONCLUSIONI La presenza di L.pn. 1 nel serbatoio d’acqua calda ne giustifica la diffusione a tutto il circuito; peraltro, il suo ritrovamento anche nel circuito dell’acqua fredda può costituire un elemento critico qualora, pur in presenza di valori ottimali di T dell’acqua calda, si utilizzasse l’acqua miscelata (es. doccia). Anche in ospedale, la metodologia WSP si conferma strumento essenziale per il controllo globale del rischio waterborne, consentendo di individuare e spiegare le criticità, effettuare l’analisi del rischio, identificare misure di controllo mirate.

Controllo del rischio clinico waterborne: applicazione della metodologia Water Safety Plan (WSP) nell’Azienda Ospedaliero-Universitaria (AOU) di Sassari / Congiu, M.; Masia, Maria Dolores; Maida, G.; Deriu, G. M.; Di Martino, M.; Azara, Antonio Alfredo. - (2010), pp. 412-512. (Intervento presentato al convegno 44° Congresso Nazionale S.It.I. - DIRITTO ALLA SALUTE: IL NUOVO MILIONE DELLA SANITÀ PUBBLICA tenutosi a Venezia).

Controllo del rischio clinico waterborne: applicazione della metodologia Water Safety Plan (WSP) nell’Azienda Ospedaliero-Universitaria (AOU) di Sassari

MASIA, Maria Dolores;AZARA, Antonio Alfredo
2010-01-01

Abstract

OBIETTIVI La metodologia di analisi del rischio WSP è considerata tra gli strumenti più efficaci e sicuri nella tutela della qualità delle acque (OMS). Obiettivo del lavoro è applicare tale metodologia per realizzare un piano di sicurezza dell’acqua in ospedale prioritariamente finalizzato al controllo del rischio infettivo waterborne. MATERIALI I principi del WSP sono stati applicati a una struttura sanitaria di 6 piani dell’AOU di Sassari per il controllo del rischio idrico da Legionella e Pseudomonas. I punti di prelievo dell’acqua sono stati scelti tenendo conto delle indicazione dell’ISS e delle peculiarità dell’impianto di distribuzione, per colonne, dell’acqua. In particolare, sono state considerate 3 colonne d’acqua calda su 7. All’analisi microbiologica si è associata la rilevazione del CRAL e della temperatura (T) dell’acqua. I risultati sono stati confrontati con le caratteristiche impiantistiche strutturali e funzionali, le modalità in uso di controllo del rischio, la disposizione dei reparti critici, etc. E’ seguita l’identificazione dei pericoli, la valutazione del rischio e l’individuazione delle priorità di intervento. RIASSUNTO L. pneumophila (L.pn.) 1 è rilevata nello scarico del serbatoio d’acqua calda (4,8x102 UFC/L), nell’acqua di ritorno al serbatoio (3,36x103 UFC/L) e nel 61,5% dei prelievi nelle colonne d’acqua calda. In queste, le cariche più alte (fino a 9,1 x103 UFC/L) si ritrovano nei piani intermedi, di cui il 2° oggetto di attività edilizia, e in coincidenza con valori di T d’acqua calda tra 21°C e 23°C. L.pn. 3, 7 e L. micdadei sono rilevate, anche insieme a L.pn. 1, complessivamente nel 23,5% dei prelievi. Controlli random sul circuito d’acqua fredda hanno evidenziato L.pn. 7 (1,8x103 UFC/L) e L.spp (2x102 UFC/L) in punti di captazione non utilizzati, a T di 19°C e 16°C rispettivamente. Ovunque risulta assente Pseudomonas. Il CRAL è sempre inferiore ai valori ottimali. I punti critici su cui, dopo analisi del rischio, si prevede di intervenire prioritariamente e in modo integrato sono: CRAL, serbatoio d’acqua calda, T dell’acqua calda in serbatoio e circuito, zone morte funzionali. CONCLUSIONI La presenza di L.pn. 1 nel serbatoio d’acqua calda ne giustifica la diffusione a tutto il circuito; peraltro, il suo ritrovamento anche nel circuito dell’acqua fredda può costituire un elemento critico qualora, pur in presenza di valori ottimali di T dell’acqua calda, si utilizzasse l’acqua miscelata (es. doccia). Anche in ospedale, la metodologia WSP si conferma strumento essenziale per il controllo globale del rischio waterborne, consentendo di individuare e spiegare le criticità, effettuare l’analisi del rischio, identificare misure di controllo mirate.
2010
Controllo del rischio clinico waterborne: applicazione della metodologia Water Safety Plan (WSP) nell’Azienda Ospedaliero-Universitaria (AOU) di Sassari / Congiu, M.; Masia, Maria Dolores; Maida, G.; Deriu, G. M.; Di Martino, M.; Azara, Antonio Alfredo. - (2010), pp. 412-512. (Intervento presentato al convegno 44° Congresso Nazionale S.It.I. - DIRITTO ALLA SALUTE: IL NUOVO MILIONE DELLA SANITÀ PUBBLICA tenutosi a Venezia).
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