Potsherds, lithic material and bones, were collected from a field at some 1.5 km north-west of Sestu (CA). Pottery refers to the Ozieri culture (Late Neolithic), to the Sub-Ozieri culture (Early Chacolithic), and to the Monte Claro culture (Late Chalcolithic). Obsidian remains (c. 1500 flakes, blades and chips) were analyzed in order to reconstruct the chaine opératoire, from raw material procurement, to tool production and discard. Obsidian was apparently introduced as little pebbles – probably collected from the surface of alluvial expanses – then reduced on site. There are many cortical flakes, resharpening flakes, unretouched fragments and exhausted cores, suggesting difficulty in raw material procurement. Scaled pieces were also retrieved in great numbers, and analyzed into some detail, as they are not well documented at other Sardinian sites.

Una vasta area insediativa ricca di materiali litici, fittili e ossei, fu scoperta negli anni '90 circa 1.5 Km a nord-ovest di Sestu (CA). Lo studio delle ceramiche ha permesso di individuare una frequentazione nella fase Ozieri del tardo Neolitico, nel Sub-Ozieri del primo Eneolitico e nell'ambito della cultura di Monte Claro dell'Eneolitico evoluto. Scopo del presente lavoro è approfondire l'analisi dell'uso dell'ossidiana (circa 1500 elementi) mediante il metodo dell’analisi tecnologica, con la ricostruzione della "sequenza operativa", dall'approvvigionamento, alla lavorazione, all'abbandono della materia prima. Si è potuto ipotizzare che l'ossidiana giungesse sotto forma di piccoli blocchi -probabilmente risultato di una raccolta di superficie- che venivano poi lavorati direttamente nel sito. Sono infatti presenti in gran quantità schegge di messa in forma e di vero e proprio decorticamento del nucleo, schegge di ravvivamento, molto materiale di pieno débitage e residui di nucleo. Questi ultimi sono stati intensamente sfruttati e ridotti a dimensioni esigue, a testimonianza forse di difficoltà nell’approvvigionamento della materia. Di grande interesse è lo studio dei pezzi scagliati, finora mal documentati in Sardegna, e presenti in altissima percentuale.

L’uso dell’ossidiana nell’insediamento preistorico di Craviole Paderi – Sestu / Cappai, R; Melis, Maria Grazia; Mussi, M.. - (2004), pp. 223-234. (Intervento presentato al convegno L’ossidiana del Monte Arci nel Mediterraneo: recupero dei valori di un territorio tenutosi a Oristano - Pau nel 29 novembre - 1 dicembre 2002).

L’uso dell’ossidiana nell’insediamento preistorico di Craviole Paderi – Sestu

MELIS, Maria Grazia;
2004-01-01

Abstract

Potsherds, lithic material and bones, were collected from a field at some 1.5 km north-west of Sestu (CA). Pottery refers to the Ozieri culture (Late Neolithic), to the Sub-Ozieri culture (Early Chacolithic), and to the Monte Claro culture (Late Chalcolithic). Obsidian remains (c. 1500 flakes, blades and chips) were analyzed in order to reconstruct the chaine opératoire, from raw material procurement, to tool production and discard. Obsidian was apparently introduced as little pebbles – probably collected from the surface of alluvial expanses – then reduced on site. There are many cortical flakes, resharpening flakes, unretouched fragments and exhausted cores, suggesting difficulty in raw material procurement. Scaled pieces were also retrieved in great numbers, and analyzed into some detail, as they are not well documented at other Sardinian sites.
2004
Una vasta area insediativa ricca di materiali litici, fittili e ossei, fu scoperta negli anni '90 circa 1.5 Km a nord-ovest di Sestu (CA). Lo studio delle ceramiche ha permesso di individuare una frequentazione nella fase Ozieri del tardo Neolitico, nel Sub-Ozieri del primo Eneolitico e nell'ambito della cultura di Monte Claro dell'Eneolitico evoluto. Scopo del presente lavoro è approfondire l'analisi dell'uso dell'ossidiana (circa 1500 elementi) mediante il metodo dell’analisi tecnologica, con la ricostruzione della "sequenza operativa", dall'approvvigionamento, alla lavorazione, all'abbandono della materia prima. Si è potuto ipotizzare che l'ossidiana giungesse sotto forma di piccoli blocchi -probabilmente risultato di una raccolta di superficie- che venivano poi lavorati direttamente nel sito. Sono infatti presenti in gran quantità schegge di messa in forma e di vero e proprio decorticamento del nucleo, schegge di ravvivamento, molto materiale di pieno débitage e residui di nucleo. Questi ultimi sono stati intensamente sfruttati e ridotti a dimensioni esigue, a testimonianza forse di difficoltà nell’approvvigionamento della materia. Di grande interesse è lo studio dei pezzi scagliati, finora mal documentati in Sardegna, e presenti in altissima percentuale.
L’uso dell’ossidiana nell’insediamento preistorico di Craviole Paderi – Sestu / Cappai, R; Melis, Maria Grazia; Mussi, M.. - (2004), pp. 223-234. (Intervento presentato al convegno L’ossidiana del Monte Arci nel Mediterraneo: recupero dei valori di un territorio tenutosi a Oristano - Pau nel 29 novembre - 1 dicembre 2002).
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