Lo sguardo sulla costruzione dei percorsi di carriera, sia negli studi scientifici che nel senso comune, ha per molto tempo privilegiato il nesso fra percorso formativo/lavorativo e “successo” personale, contribuendo di fatto a favorire competizione ed egoismo nelle nostre comunità di vita. La funzione dell’orientamento, di riflesso, si è concentrata sul piano individuale dello sviluppo dei percorsi di carriera, focalizzandosi sulle caratteristiche stabili delle persone e sui processi di matching con i posti di lavoro. Recentemente la ricerca scientifica sull’argomento ha introdotto un nuovo focus sulla sfera contestuale e comunitaria nella quale i percorsi di carriera e i loro significati si co-costruiscono nell’ottica della sostenibilità, inclusività e coesione sociale (p.e. Nota et al., 2020; Soresi, et al., 2018). Potremmo dunque iniziare a parlare di una funzione sociale dell’orientamento che si ripropone di: ampliare il ventaglio di opportunità che le persone sentono a propria disposizione; non cedere alla “facile” riproduzione delle disuguaglianze sociali nei percorsi di carriera; credere nel valore delle diversità e operare per la de-costruzione dei connessi stereotipi; promuovere nelle persone la capacità di riacquistare voce e possibilità di realizzazione all’interno delle proprie comunità di riferimento; contribuire allo sviluppo di quelle comunità perché la realizzazione delle aspirazioni e dei sogni individuali (o anche il solo poterli fare, conoscere, inseguire) è inestricabilmente legato alla capacità delle comunità di fornire i luoghi dove tali sogni e aspirazioni possano prendere forma. E sono proprio i contesti “complessi” - quelli più soggetti alle ingiustizie strutturali e più generativi di condizioni di vulnerabilità - i luoghi di intervento che reclamano maggiormente questa funzione dell’orientamento. In tal senso, il sistema giustizia può rappresentare un ambito privilegiato dove facilitare l’espressione di bisogni di orientamento proprio laddove hanno minori possibilità di emergere, ovvero in fasce di popolazione più a rischio di disinvestimento dai percorsi educativi e lavorativi e di intraprendere lavori non dignitosi. Nonostante il Ministero della Giustizia dichiari l’importanza della formazione culturale e professionale come presupposto fondamentale per l’autonomia personale e l’abbandono del circuito dell’illegalità, nonostante la ricerca ci informi che la recidiva sia più bassa soprattutto tra coloro che trovano un lavoro stabile e qualitativamente buono dopo la pena (Skardhamar & Telle, 2012; Visher et al., 2011; Magnano et al., in press), persistono molteplici criticità su diversi livelli: mancanza di operatori e operatrici formati/e nel supporto allo sviluppo di carriera, stigma associato alla detenzione, progetti di intervento e ricerca sporadici, etc. Il presente contributo mira in definitiva a condividere riflessioni, prospettive ed esperienze in tema di interventi di orientamento in favore di persone venute a contatto con il sistema giustizia.
Supportare i percorsi di carriera in contesti “complessi”. Il rapporto tra orientamento e sistema giustizia / Lodi, E.; Patrizi, P.. - (2023). (Intervento presentato al convegno XXI Congresso Nazionale SIO, Orientamento 5.0: verso nuovi futuri tenutosi a “La Sapienza”, Università degli Studi di Roma nel 20-21 Gennaio 2023).
Supportare i percorsi di carriera in contesti “complessi”. Il rapporto tra orientamento e sistema giustizia.
Lodi, E.;Patrizi P.
2023-01-01
Abstract
Lo sguardo sulla costruzione dei percorsi di carriera, sia negli studi scientifici che nel senso comune, ha per molto tempo privilegiato il nesso fra percorso formativo/lavorativo e “successo” personale, contribuendo di fatto a favorire competizione ed egoismo nelle nostre comunità di vita. La funzione dell’orientamento, di riflesso, si è concentrata sul piano individuale dello sviluppo dei percorsi di carriera, focalizzandosi sulle caratteristiche stabili delle persone e sui processi di matching con i posti di lavoro. Recentemente la ricerca scientifica sull’argomento ha introdotto un nuovo focus sulla sfera contestuale e comunitaria nella quale i percorsi di carriera e i loro significati si co-costruiscono nell’ottica della sostenibilità, inclusività e coesione sociale (p.e. Nota et al., 2020; Soresi, et al., 2018). Potremmo dunque iniziare a parlare di una funzione sociale dell’orientamento che si ripropone di: ampliare il ventaglio di opportunità che le persone sentono a propria disposizione; non cedere alla “facile” riproduzione delle disuguaglianze sociali nei percorsi di carriera; credere nel valore delle diversità e operare per la de-costruzione dei connessi stereotipi; promuovere nelle persone la capacità di riacquistare voce e possibilità di realizzazione all’interno delle proprie comunità di riferimento; contribuire allo sviluppo di quelle comunità perché la realizzazione delle aspirazioni e dei sogni individuali (o anche il solo poterli fare, conoscere, inseguire) è inestricabilmente legato alla capacità delle comunità di fornire i luoghi dove tali sogni e aspirazioni possano prendere forma. E sono proprio i contesti “complessi” - quelli più soggetti alle ingiustizie strutturali e più generativi di condizioni di vulnerabilità - i luoghi di intervento che reclamano maggiormente questa funzione dell’orientamento. In tal senso, il sistema giustizia può rappresentare un ambito privilegiato dove facilitare l’espressione di bisogni di orientamento proprio laddove hanno minori possibilità di emergere, ovvero in fasce di popolazione più a rischio di disinvestimento dai percorsi educativi e lavorativi e di intraprendere lavori non dignitosi. Nonostante il Ministero della Giustizia dichiari l’importanza della formazione culturale e professionale come presupposto fondamentale per l’autonomia personale e l’abbandono del circuito dell’illegalità, nonostante la ricerca ci informi che la recidiva sia più bassa soprattutto tra coloro che trovano un lavoro stabile e qualitativamente buono dopo la pena (Skardhamar & Telle, 2012; Visher et al., 2011; Magnano et al., in press), persistono molteplici criticità su diversi livelli: mancanza di operatori e operatrici formati/e nel supporto allo sviluppo di carriera, stigma associato alla detenzione, progetti di intervento e ricerca sporadici, etc. Il presente contributo mira in definitiva a condividere riflessioni, prospettive ed esperienze in tema di interventi di orientamento in favore di persone venute a contatto con il sistema giustizia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.