I complessi di ferro(III), zinco(II) e rame(II) con il carvedilolo sono stati sintetizzati e caratterizzati attraverso le loro proprietà strutturali e spettroscopiche, utilizzando tecniche quali NMR, EPR, riflettanza UV-Visibile e misure di suscettibilità. Si è visto che l’interazione con il metallo coinvolge gli atomi donatori O e N della porzione alifatica della molecola. Studi di risonanza magnetica nucleare in soluzione, effettuati in condizioni che simulavano quelle fisiologiche, ci hanno consentito di ottenere informazioni strutturali sulla coordinazione con i metalli, e di suggerire che la concentrazione fisiologica del carvedilolo e degli ioni metallici liberi possa essere sufficiente per un effetto protettivo che si esplichi attraverso la chelazione del metallo. Se i nostri risultati fossero confermati anche in un modello cellulare, sarebbe possibile utilizzare il carvedilolo come farmaco nel trattamento delle malattie dovute all’accumulo di ioni metallici nei tessuti.
Studio di meccanismi di tossicità e cancerogenesi di metalli pesanti / Medici, Serenella; Zoroddu, Maria Antonietta; Peana, Massimiliano Francesco. - (2009), pp. 50-51. (Intervento presentato al convegno Worsar 2009: I Workshop regionale sardo degli assegnisti di ricerca).
Studio di meccanismi di tossicità e cancerogenesi di metalli pesanti
Medici, Serenella;Zoroddu, Maria Antonietta;Peana, Massimiliano Francesco
2009-01-01
Abstract
I complessi di ferro(III), zinco(II) e rame(II) con il carvedilolo sono stati sintetizzati e caratterizzati attraverso le loro proprietà strutturali e spettroscopiche, utilizzando tecniche quali NMR, EPR, riflettanza UV-Visibile e misure di suscettibilità. Si è visto che l’interazione con il metallo coinvolge gli atomi donatori O e N della porzione alifatica della molecola. Studi di risonanza magnetica nucleare in soluzione, effettuati in condizioni che simulavano quelle fisiologiche, ci hanno consentito di ottenere informazioni strutturali sulla coordinazione con i metalli, e di suggerire che la concentrazione fisiologica del carvedilolo e degli ioni metallici liberi possa essere sufficiente per un effetto protettivo che si esplichi attraverso la chelazione del metallo. Se i nostri risultati fossero confermati anche in un modello cellulare, sarebbe possibile utilizzare il carvedilolo come farmaco nel trattamento delle malattie dovute all’accumulo di ioni metallici nei tessuti.File | Dimensione | Formato | |
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