Viene presentato il caso di una paziente ( J.M., F., 14 anni ), affetta da Sindrome di Kostmann (agranulocitosi infantile geneticamente determinata). Prima del 1987, anno nel quale è stato introdotto nella terapia il G-CSF, i bambini morivano a causa delle complicanze infettive. L’unica terapia in grado di guarire definitivamente i pazienti è rappresentata dal trapianto di midollo. Il quadro ematologico-clinico della suddetta paziente è risultato assai grave (percentuale dei neutrofili 27% ( range 40%-74% ), e frequenti infezioni settiche, in particolare, otite media cronica e parodontite ulcerativa necrotizzante. La giovane paziente si è presentata nel nostro Istituto con importanti lesioni necrotiche e ulcerative a carico della gengiva aderente e una mobilità di grado tre a carico di tutti gli elementi dentari e difetti ossei verticali in corrispondenza di vari siti. Nel corso della prima seduta abbiamo asportato il tessuto necrotico con l’ausilio di bisturi e pinzette ed abbiamo effettuato un’ablazione del tartaro dentario, la più profonda possibile, compatibilmente con le condizioni cliniche. Abbiamo impiegato il perossido di idrogeno ( al 3% ) per la rimozione dei depositi nelle aree necrotiche e come collutorio orale, con effetti favorevoli attribuiti all’azione di pulizia meccanica e all’influenza dell’ossigeno sulla flora batterica anaerobica .Abbiamo istruito la paziente ad eseguire due volte al giorno sciacqui con collutorio a base di clorexidina allo 0,2%, data la difficoltà nello spazzolamentoe si è reso necessario il trattamento farmacologico supplementare con 250 mg di metronidazolo tre volte al dì in associazione ad amoxicillina+acido clavulanico 1g due volte al dì, per la durata di 9 giorni. Con il completamento del trattamento di fase acuta, abbiamo osservato una scomparsa della necrosi e della sintomatologia acuta. Le aree necrotiche sono andate incontro a guarigione e i crateri gengivali presentano dimensioni ridotte, sebbene, persistano alcuni difetti. Tali siti possono perciò richiedere in futuro un trattamento chirurgico: i crateri poco profondi possono essere rimossi mediante una semplice gengivectomia, mentre difetti più profondi possono esigere interventi di chirurgia resettiva. Il trattamento della NG non può ritenersi completo finchè non sia avvenuta l’eliminazione di tutti i difetti gengivali e si siano ricreate le condizioni ottimali per il controllo futuro della placca

La parodontite ulcerativa necrotizzante; case report / Maida, C; Bortone, A; Spano, G; Lugliè, Pietrina Francesca. - (2009). (Intervento presentato al convegno congresso dei Docenti di Discipline Odontostomatologiche e Chirurgia tenutosi a ROMA nel 22-24 Aprile 2009).

La parodontite ulcerativa necrotizzante; case report

LUGLIÈ, Pietrina Francesca
2009-01-01

Abstract

Viene presentato il caso di una paziente ( J.M., F., 14 anni ), affetta da Sindrome di Kostmann (agranulocitosi infantile geneticamente determinata). Prima del 1987, anno nel quale è stato introdotto nella terapia il G-CSF, i bambini morivano a causa delle complicanze infettive. L’unica terapia in grado di guarire definitivamente i pazienti è rappresentata dal trapianto di midollo. Il quadro ematologico-clinico della suddetta paziente è risultato assai grave (percentuale dei neutrofili 27% ( range 40%-74% ), e frequenti infezioni settiche, in particolare, otite media cronica e parodontite ulcerativa necrotizzante. La giovane paziente si è presentata nel nostro Istituto con importanti lesioni necrotiche e ulcerative a carico della gengiva aderente e una mobilità di grado tre a carico di tutti gli elementi dentari e difetti ossei verticali in corrispondenza di vari siti. Nel corso della prima seduta abbiamo asportato il tessuto necrotico con l’ausilio di bisturi e pinzette ed abbiamo effettuato un’ablazione del tartaro dentario, la più profonda possibile, compatibilmente con le condizioni cliniche. Abbiamo impiegato il perossido di idrogeno ( al 3% ) per la rimozione dei depositi nelle aree necrotiche e come collutorio orale, con effetti favorevoli attribuiti all’azione di pulizia meccanica e all’influenza dell’ossigeno sulla flora batterica anaerobica .Abbiamo istruito la paziente ad eseguire due volte al giorno sciacqui con collutorio a base di clorexidina allo 0,2%, data la difficoltà nello spazzolamentoe si è reso necessario il trattamento farmacologico supplementare con 250 mg di metronidazolo tre volte al dì in associazione ad amoxicillina+acido clavulanico 1g due volte al dì, per la durata di 9 giorni. Con il completamento del trattamento di fase acuta, abbiamo osservato una scomparsa della necrosi e della sintomatologia acuta. Le aree necrotiche sono andate incontro a guarigione e i crateri gengivali presentano dimensioni ridotte, sebbene, persistano alcuni difetti. Tali siti possono perciò richiedere in futuro un trattamento chirurgico: i crateri poco profondi possono essere rimossi mediante una semplice gengivectomia, mentre difetti più profondi possono esigere interventi di chirurgia resettiva. Il trattamento della NG non può ritenersi completo finchè non sia avvenuta l’eliminazione di tutti i difetti gengivali e si siano ricreate le condizioni ottimali per il controllo futuro della placca
2009
La parodontite ulcerativa necrotizzante; case report / Maida, C; Bortone, A; Spano, G; Lugliè, Pietrina Francesca. - (2009). (Intervento presentato al convegno congresso dei Docenti di Discipline Odontostomatologiche e Chirurgia tenutosi a ROMA nel 22-24 Aprile 2009).
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