Il saggio critico affronta approfonditamente (e con la pubblicazione di materiale inedito filologicamente restituito) la personalità e l’opera di Francesco Cucca (1882-1847), narratore e poeta mercante che seppe conciliare le esigenze per gli affari col gusto per la letteratura e per la poesia. Uomo eclettico e raffinato, egli fu animato da un incontenibile spirito d'avventura. Andò in Africa nel 1902 rimanendovi sino al 1939. Viaggiò per città e per villaggi; conobbe popoli, usi e costumi diversi, li studiò e ne assimilò la cultura al punto di essere considerato e trattato dagli arabi come uno di loro. Studiava molto ed alle letture dedicava non poche delle ore che riusciva a strappare al suo quotidiano lavoro. Parlava e scriveva correttamente diverse lingue ed era informato sui più importanti avvenimenti letterari. In terra maghrebina cominciò la sua produzione in prosa e in versi: I racconti del gorbino (1909); le Veglie beduine (1912), le Galoppate nell’Islam (1922), e il romanzo Muni Rosa del Suf (pubblicato postumo nel 1996). Strinse rapporti con con Paolo Orano, Giuseppe Lipparini, Mario Puccini, Ezio Bartalini e con tutto il movimento anarchico e socialista italiano. Collaborò a "L'Unione di Tunisi" diretta da Ettore Sottovia. Nel 1939, lasciò l'Africa definitivamente, risiedendo prima a Roma, poi a Napoli, dove morì nel 1947.
Voglia d'Africa. La vita e l'opera di un poeta errante / Manca, Dino Gesuino. - 1:(1996), pp. 1-314.
Voglia d'Africa. La vita e l'opera di un poeta errante
MANCA, Dino Gesuino
1996-01-01
Abstract
Il saggio critico affronta approfonditamente (e con la pubblicazione di materiale inedito filologicamente restituito) la personalità e l’opera di Francesco Cucca (1882-1847), narratore e poeta mercante che seppe conciliare le esigenze per gli affari col gusto per la letteratura e per la poesia. Uomo eclettico e raffinato, egli fu animato da un incontenibile spirito d'avventura. Andò in Africa nel 1902 rimanendovi sino al 1939. Viaggiò per città e per villaggi; conobbe popoli, usi e costumi diversi, li studiò e ne assimilò la cultura al punto di essere considerato e trattato dagli arabi come uno di loro. Studiava molto ed alle letture dedicava non poche delle ore che riusciva a strappare al suo quotidiano lavoro. Parlava e scriveva correttamente diverse lingue ed era informato sui più importanti avvenimenti letterari. In terra maghrebina cominciò la sua produzione in prosa e in versi: I racconti del gorbino (1909); le Veglie beduine (1912), le Galoppate nell’Islam (1922), e il romanzo Muni Rosa del Suf (pubblicato postumo nel 1996). Strinse rapporti con con Paolo Orano, Giuseppe Lipparini, Mario Puccini, Ezio Bartalini e con tutto il movimento anarchico e socialista italiano. Collaborò a "L'Unione di Tunisi" diretta da Ettore Sottovia. Nel 1939, lasciò l'Africa definitivamente, risiedendo prima a Roma, poi a Napoli, dove morì nel 1947.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.