La mostra costituisce parte di un progetto più ampio di una ricerIca-azione svolto nel comune di Calangianus e rappresenta un momento centrale della costruzione di un cantiere coevolutivo di apprendimento relazionale. Nel corso di questa vere e propria officina di conoscenza, nel prendere spunto dal riuso di un vecchio tracciato ferroviario dismesso si è lavorato per mettere in moto un processo collettivo e conviviale di costruzione delle conoscenze, che ci ha consentito di: riscoprire le eccezionali qualità che questo territorio contiene; di riannodare, in forme inedite, le relazioni tra la comunità e il proprio “ambiente di vita”; di realizzare dei dispositivi di fermentazione attraverso cui far emergere visioni inedite, idee, progetti capaci di nutrire la creatività, l’immaginazione e alimentare il progetto. All'interno di questo processo la mostra non viene intesa come uno spettacolo da mostrare, ma piuttosto come una sorta di vero ambiente cognitivo, in cui produrre, una vera e propria opera d’arte relazionale attraverso cui far vivere i materiali prodotti, e far affiorare soprattutto i significati emersi nel corso delle prime fasi del lavoro di ricerca. Per questo nella sua realizzazione, per socializzare e condividere il lavoro svolto, sono stati utilizzati linguaggi sensibili e diversificati capaci di comunicare con attori-spettatori tra loro molto diversi: video, giochi, fumetti, carte scientifiche e poetiche, siti interattivi . La mostra è stata immaginata come una sequenza narrativa strutturata in quattro sezioni: La Strada che Parla, Storie e memorie attorno alla ferrovia, Approfondimenti, La stanza del futuro. L’esposizione è strutturata in quattro sezioni: 1. il racconto dell’evento “La strada che parla”, con video e pannelli relativi sia all’evento, sia alla storia della ferrovia; 2. approfondimenti su: • Il sistema territoriale (pannelli “Confini” e “Territorio”) • la storia del territorio e i toponimi (pannelli “Orme del passato” e “Nominare il territorio”, postazione computer) • l’ambiente di vita e le occasioni di socialità legati ai luoghi di culto (pannelli “Paesaggi” e “Luoghi di socialità” , video) • lo studio della città degli stazzi e dei rapporti di vicinato (pannelli “città degli stazzi”) 3. un’area gioco, in cui è allestito un tavolo per sfidarsi a “Cunterra”, gioco da tavolo sull’evoluzione della struttura proprietaria del Limbara a Calangianus; 4. una stanza del futuro, in cui vengono intercettati alcuni nuovi usi del territorio, con due studi per tesi di laurea, un video e una selezione di fotografie prodotte nel periodo marzo-giugno 2011 dai partecipanti al workshop fotografico “Visioni di paesaggi”. La mostra vuole essere l’occasione per avviare una riflessione su come, proprio a partire, da una riapertura delle relazioni che legano il paese, al proprio ambiente di vita, si possa costruire una opportunità di futuro per la stessa comunità calangianese.
Ministero dei beni e delle Attività culturali e del Turismo, La strada che parla.Mostra multimediale / Decandia, Lidia; Lutzoni, L; Uttaro, A.. - (2012).
Ministero dei beni e delle Attività culturali e del Turismo, La strada che parla.Mostra multimediale.
DECANDIA, Lidia;
2012-01-01
Abstract
La mostra costituisce parte di un progetto più ampio di una ricerIca-azione svolto nel comune di Calangianus e rappresenta un momento centrale della costruzione di un cantiere coevolutivo di apprendimento relazionale. Nel corso di questa vere e propria officina di conoscenza, nel prendere spunto dal riuso di un vecchio tracciato ferroviario dismesso si è lavorato per mettere in moto un processo collettivo e conviviale di costruzione delle conoscenze, che ci ha consentito di: riscoprire le eccezionali qualità che questo territorio contiene; di riannodare, in forme inedite, le relazioni tra la comunità e il proprio “ambiente di vita”; di realizzare dei dispositivi di fermentazione attraverso cui far emergere visioni inedite, idee, progetti capaci di nutrire la creatività, l’immaginazione e alimentare il progetto. All'interno di questo processo la mostra non viene intesa come uno spettacolo da mostrare, ma piuttosto come una sorta di vero ambiente cognitivo, in cui produrre, una vera e propria opera d’arte relazionale attraverso cui far vivere i materiali prodotti, e far affiorare soprattutto i significati emersi nel corso delle prime fasi del lavoro di ricerca. Per questo nella sua realizzazione, per socializzare e condividere il lavoro svolto, sono stati utilizzati linguaggi sensibili e diversificati capaci di comunicare con attori-spettatori tra loro molto diversi: video, giochi, fumetti, carte scientifiche e poetiche, siti interattivi . La mostra è stata immaginata come una sequenza narrativa strutturata in quattro sezioni: La Strada che Parla, Storie e memorie attorno alla ferrovia, Approfondimenti, La stanza del futuro. L’esposizione è strutturata in quattro sezioni: 1. il racconto dell’evento “La strada che parla”, con video e pannelli relativi sia all’evento, sia alla storia della ferrovia; 2. approfondimenti su: • Il sistema territoriale (pannelli “Confini” e “Territorio”) • la storia del territorio e i toponimi (pannelli “Orme del passato” e “Nominare il territorio”, postazione computer) • l’ambiente di vita e le occasioni di socialità legati ai luoghi di culto (pannelli “Paesaggi” e “Luoghi di socialità” , video) • lo studio della città degli stazzi e dei rapporti di vicinato (pannelli “città degli stazzi”) 3. un’area gioco, in cui è allestito un tavolo per sfidarsi a “Cunterra”, gioco da tavolo sull’evoluzione della struttura proprietaria del Limbara a Calangianus; 4. una stanza del futuro, in cui vengono intercettati alcuni nuovi usi del territorio, con due studi per tesi di laurea, un video e una selezione di fotografie prodotte nel periodo marzo-giugno 2011 dai partecipanti al workshop fotografico “Visioni di paesaggi”. La mostra vuole essere l’occasione per avviare una riflessione su come, proprio a partire, da una riapertura delle relazioni che legano il paese, al proprio ambiente di vita, si possa costruire una opportunità di futuro per la stessa comunità calangianese.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.