The author highlights the importance of stating a few new tracks to identify “historical” landscapes; these new principles, though not yet a methodical approach, begin to show how the characters of land differing throughout the ages could be investigated analytically. So, the aim is not, or not only, scientific reconstruction of one or more historical phases of a context - which is actually a land and urban archaeology task - but analytical enquiring into anything we all perceive and enjoy today, or suffer when precluded, altered, wiped out: the historical peculiarities of a territory. It fits exactly to the subject the example of the “urban olive tree forest” of north-west Sardinia, though dealt with from an unusual point of view; it’s about typically historical places - a definition full of evocative force - which actually form a context heavy with aesthetic, economic, cultural and, as for peoples, quite affective values. A context which shows emblematic even in a negative sense: due to a destiny marked by the sneaky corrosion of “visual mess” (the landscape eclipse) caused by sudden overwhelming of sprawl and the obviously following thoughtless infrastructural network.

Si prova a motivare la necessità di alcuni, rinnovati principi di individuazione dei paesaggi “storici”, ancora lontani dal costituire un approccio sistematico ma che tuttavia iniziano a mostrare in che modo possano essere indagati analiticamente i caratteri di “cronodiversità” di un territorio. Dunque non tanto, o non solo, la ricostruzione scientifica di una o più fasi storiche di un contesto (compito precipuo dell’archeologia urbana e del territorio) ma indagine analitica di ciò che è dato, a tutti, di percepire e di godere adesso: le peculiarità “storiche” di un territorio. O anche di patire, in caso di preclusione, alterazione, devastazione. È sembrato appropriato esemplificare questo inedito approccio sulle “foreste urbane dell’olivo” della Sardegna nord-occidentale: luoghi per tradizione “storici”, cui questa definizione già conferisce un’intensa efficacia suggestiva ma che costituiscono realmente un contesto carico di valenze estetiche, economiche, culturali e, per le popolazioni, anche decisamente affettive. Un contesto peraltro emblematico anche in senso negativo: per un destino che appare definitivamente segnato dalla subdola corrosione del “disordine visivo” (l’eclisse del paesaggio) causata dalla repentina invasività dello sprawl e del derivante, estemporaneo, sistema infrastrutturale.

History for places (La storia per i luoghi) / Azzena, Giovanni Antonio Maria. - (2011), pp. 196-227.

History for places (La storia per i luoghi)

AZZENA, Giovanni Antonio Maria
2011-01-01

Abstract

The author highlights the importance of stating a few new tracks to identify “historical” landscapes; these new principles, though not yet a methodical approach, begin to show how the characters of land differing throughout the ages could be investigated analytically. So, the aim is not, or not only, scientific reconstruction of one or more historical phases of a context - which is actually a land and urban archaeology task - but analytical enquiring into anything we all perceive and enjoy today, or suffer when precluded, altered, wiped out: the historical peculiarities of a territory. It fits exactly to the subject the example of the “urban olive tree forest” of north-west Sardinia, though dealt with from an unusual point of view; it’s about typically historical places - a definition full of evocative force - which actually form a context heavy with aesthetic, economic, cultural and, as for peoples, quite affective values. A context which shows emblematic even in a negative sense: due to a destiny marked by the sneaky corrosion of “visual mess” (the landscape eclipse) caused by sudden overwhelming of sprawl and the obviously following thoughtless infrastructural network.
2011
9788856837391
Si prova a motivare la necessità di alcuni, rinnovati principi di individuazione dei paesaggi “storici”, ancora lontani dal costituire un approccio sistematico ma che tuttavia iniziano a mostrare in che modo possano essere indagati analiticamente i caratteri di “cronodiversità” di un territorio. Dunque non tanto, o non solo, la ricostruzione scientifica di una o più fasi storiche di un contesto (compito precipuo dell’archeologia urbana e del territorio) ma indagine analitica di ciò che è dato, a tutti, di percepire e di godere adesso: le peculiarità “storiche” di un territorio. O anche di patire, in caso di preclusione, alterazione, devastazione. È sembrato appropriato esemplificare questo inedito approccio sulle “foreste urbane dell’olivo” della Sardegna nord-occidentale: luoghi per tradizione “storici”, cui questa definizione già conferisce un’intensa efficacia suggestiva ma che costituiscono realmente un contesto carico di valenze estetiche, economiche, culturali e, per le popolazioni, anche decisamente affettive. Un contesto peraltro emblematico anche in senso negativo: per un destino che appare definitivamente segnato dalla subdola corrosione del “disordine visivo” (l’eclisse del paesaggio) causata dalla repentina invasività dello sprawl e del derivante, estemporaneo, sistema infrastrutturale.
History for places (La storia per i luoghi) / Azzena, Giovanni Antonio Maria. - (2011), pp. 196-227.
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