I paesaggi attuali ci sembrano spesso incomprensibili o inesistenti. Ma questo è un falso problema. È vero che fisicamente possono essere degradati, abbandonati, inquinati o sciatti, ma è anche vero che probabilmente la sensibilità estetica – che è culturalmente costruita e che ci ha permesso di concettualizzare i nostri spazi di vita da paesi in paesaggi – è ancora troppo radicata in un costrutto vecchio che non è in grado di farci cogliere le qualità estetiche dei paesaggi attuali. Il cambiamento della sensibilità nei confronti di alcuni paesaggi, che solo fino a poco tempo fa erano considerati negativi, come quelli dell’archeologia industriale, ne è un esempio. Una differente sensibilità e un diverso modo di guardare il paesaggio dovrebbero aiutarci a cambiare le categorie estetiche invalse, a costruirci nuovi modelli e schemi di visione, per pensare alle sue possibilità di evoluzione, abbandonando quelle visioni nostalgiche che oggi chiaramente abbiamo difficoltà a trovare o a rincorrere e che fanno o vogliono fare del paesaggio un oggetto di antiquariato o un museo a cielo aperto. E se assumiamo il paesaggio come un costrutto mentale, come ormai assumono diverse posizioni disciplinari, che fluttua incessantemente tra una dimensione individuale e collettiva, e come una componente dell’identità, sia essa di un singolo soggetto o di un intero gruppo sociale, allora dobbiamo pensare che il paesaggio possa essere declinato solo al livello locale. Questo implica che approcci, forme di tutela e modalità di intervento debbano essere riferite a contesti specifici e al variare di questi ultimi varino anche i primi. Ne discende che per superare un approccio contemplativo e conservativo alla trasformazione, progettazione e gestione del paesaggio, siano utili alcuni requisiti progettuali che saranno illustrati nell’articolo e troveranno applicazione in un piano di riqualificazione di un’area industriale dismessa in un territorio marginale.

Superare l'approccio conservativo al progetto del paesaggio, pp. 37-61 in G. Maciocco a cura di, Studi sul progetto del paesaggio, pp. 37-61, FrancoAngeli, Milano, ISBN 3000.148 / Pittaluga, Paola. - 1:(2010), pp. 37-61.

Superare l'approccio conservativo al progetto del paesaggio, pp. 37-61 in G. Maciocco a cura di, Studi sul progetto del paesaggio, pp. 37-61, FrancoAngeli, Milano, ISBN 3000.148

PITTALUGA, Paola
2010-01-01

Abstract

I paesaggi attuali ci sembrano spesso incomprensibili o inesistenti. Ma questo è un falso problema. È vero che fisicamente possono essere degradati, abbandonati, inquinati o sciatti, ma è anche vero che probabilmente la sensibilità estetica – che è culturalmente costruita e che ci ha permesso di concettualizzare i nostri spazi di vita da paesi in paesaggi – è ancora troppo radicata in un costrutto vecchio che non è in grado di farci cogliere le qualità estetiche dei paesaggi attuali. Il cambiamento della sensibilità nei confronti di alcuni paesaggi, che solo fino a poco tempo fa erano considerati negativi, come quelli dell’archeologia industriale, ne è un esempio. Una differente sensibilità e un diverso modo di guardare il paesaggio dovrebbero aiutarci a cambiare le categorie estetiche invalse, a costruirci nuovi modelli e schemi di visione, per pensare alle sue possibilità di evoluzione, abbandonando quelle visioni nostalgiche che oggi chiaramente abbiamo difficoltà a trovare o a rincorrere e che fanno o vogliono fare del paesaggio un oggetto di antiquariato o un museo a cielo aperto. E se assumiamo il paesaggio come un costrutto mentale, come ormai assumono diverse posizioni disciplinari, che fluttua incessantemente tra una dimensione individuale e collettiva, e come una componente dell’identità, sia essa di un singolo soggetto o di un intero gruppo sociale, allora dobbiamo pensare che il paesaggio possa essere declinato solo al livello locale. Questo implica che approcci, forme di tutela e modalità di intervento debbano essere riferite a contesti specifici e al variare di questi ultimi varino anche i primi. Ne discende che per superare un approccio contemplativo e conservativo alla trasformazione, progettazione e gestione del paesaggio, siano utili alcuni requisiti progettuali che saranno illustrati nell’articolo e troveranno applicazione in un piano di riqualificazione di un’area industriale dismessa in un territorio marginale.
2010
9788856830040
Superare l'approccio conservativo al progetto del paesaggio, pp. 37-61 in G. Maciocco a cura di, Studi sul progetto del paesaggio, pp. 37-61, FrancoAngeli, Milano, ISBN 3000.148 / Pittaluga, Paola. - 1:(2010), pp. 37-61.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11388/76006
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