Attraverso l'esperienza civile e intellettuale del medico-naturalista sardo Pietro Antonio Leo (Arbus 1766 - Parigi 1805) il saggio ricostruisce i tortuosi percorsi culturali che nell'Europa tardo-settecentesca intrecciarono le emergenti sensibilità patriottiche ai Lumi e alle nuove acquisizioni scientifiche. Mettendo a frutto diverse fonti inedite la ricerca getta nuova luce sulla figura e sull'opera del professore cagliaritano e consente di capire perché la sua battagliera dissertazione, significativamente intitolata "Di alcuni antichi pregiudizii sulla così detta sarda intemperie" si accreditò ben presto come l'appassionato manifesto di una nuova, illuminata clinica medica. In effetti, la dissertazione non solo contrastava l'idea che la malaria fosse una malattia peculiare della Sardegna, ma tentava di indirizzare la ricerca da un lato verso le più recenti acquisizioni della chimica-pneumatica e dall'altro verso i moderni insegnamenti della medicina tardo-settecentesca. In realtà l'opera di Leo affrontava di petto, con il piglio tipico delle bataglie illuministiche, uno dei nodi più spinosi dell'annosa querelle sulla Sardegna come isola "pestilente", irrimediabilmente penalizzata da un clima ovunque "intemperioso". Così, nell'agguerrita prefazione, indirizzata agli "ornatissimi" studenti dell'Università di Cagliari, Leo non esitava a rivendiicare il carattere militante della sua dissertazione, affermando il "sacro dovere" per lo scienziato "filopatrida" di difendere e "vindicare" la patria dalle "ingiuste imputazioni" che le venivano rivolte a proposito del clima e dell'intemperie. L'opera si presentava quindi come una moderna autorevole smentita, sul piano scientifico, degli offensivi pregiudizi che per secoli avevano deformato l'immagine e la reputazione dell'isola. Di qui l'apprezzamento con cui essa venne accolta da quella generazione di letterati, che formatisi negli ultimi decenni del Settecento avevano fatto propri i criteri di uno studio metodologicamente rigoroso. Non a caso la "Lezione fisico-medica" di Leo entrò rapidamente a far parte della conversazioni scientifico-letterarie che univano gli eruditi sardi, all'interno e fuori dall'isola, in quella ideale ricomposizione della "repubblica delle sarde lettere" che in gran parte sarebbe sfociata nella nascita della Reale Società Agraria ed Economica di Cagliari.

Patria e Lumi nella crisi dell'antico regime. L'esperienza civile e intellettuale del medico-naturalista sardo Pietro Antonio Leo / Sanna, Pietro Giovanni. - 2:(2008), pp. 753-810.

Patria e Lumi nella crisi dell'antico regime. L'esperienza civile e intellettuale del medico-naturalista sardo Pietro Antonio Leo

SANNA, Pietro Giovanni
2008-01-01

Abstract

Attraverso l'esperienza civile e intellettuale del medico-naturalista sardo Pietro Antonio Leo (Arbus 1766 - Parigi 1805) il saggio ricostruisce i tortuosi percorsi culturali che nell'Europa tardo-settecentesca intrecciarono le emergenti sensibilità patriottiche ai Lumi e alle nuove acquisizioni scientifiche. Mettendo a frutto diverse fonti inedite la ricerca getta nuova luce sulla figura e sull'opera del professore cagliaritano e consente di capire perché la sua battagliera dissertazione, significativamente intitolata "Di alcuni antichi pregiudizii sulla così detta sarda intemperie" si accreditò ben presto come l'appassionato manifesto di una nuova, illuminata clinica medica. In effetti, la dissertazione non solo contrastava l'idea che la malaria fosse una malattia peculiare della Sardegna, ma tentava di indirizzare la ricerca da un lato verso le più recenti acquisizioni della chimica-pneumatica e dall'altro verso i moderni insegnamenti della medicina tardo-settecentesca. In realtà l'opera di Leo affrontava di petto, con il piglio tipico delle bataglie illuministiche, uno dei nodi più spinosi dell'annosa querelle sulla Sardegna come isola "pestilente", irrimediabilmente penalizzata da un clima ovunque "intemperioso". Così, nell'agguerrita prefazione, indirizzata agli "ornatissimi" studenti dell'Università di Cagliari, Leo non esitava a rivendiicare il carattere militante della sua dissertazione, affermando il "sacro dovere" per lo scienziato "filopatrida" di difendere e "vindicare" la patria dalle "ingiuste imputazioni" che le venivano rivolte a proposito del clima e dell'intemperie. L'opera si presentava quindi come una moderna autorevole smentita, sul piano scientifico, degli offensivi pregiudizi che per secoli avevano deformato l'immagine e la reputazione dell'isola. Di qui l'apprezzamento con cui essa venne accolta da quella generazione di letterati, che formatisi negli ultimi decenni del Settecento avevano fatto propri i criteri di uno studio metodologicamente rigoroso. Non a caso la "Lezione fisico-medica" di Leo entrò rapidamente a far parte della conversazioni scientifico-letterarie che univano gli eruditi sardi, all'interno e fuori dall'isola, in quella ideale ricomposizione della "repubblica delle sarde lettere" che in gran parte sarebbe sfociata nella nascita della Reale Società Agraria ed Economica di Cagliari.
2008
978-88-498-1935-9
Patria e Lumi nella crisi dell'antico regime. L'esperienza civile e intellettuale del medico-naturalista sardo Pietro Antonio Leo / Sanna, Pietro Giovanni. - 2:(2008), pp. 753-810.
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