Madame de Staël "Sulla maniera e utilità delle traduzioni", nel 1816 ammetteva che «la via maestra della comunicazione non è quella in una sola lingua ma quella in più lingue attraverso la traduzione.». Apparve chiaro, fin d'allora, che la letterarietà, oltre che il risultato di un uso elaborato e sapiente della funzione poetica del linguaggio, è un sapere individuale che può essere impiegato nelle lingue che si padroneggiano, tanto da consentire la traduzione, cioè la riformulazione, in una lingua altra, del messaggio poetico che si è riusciti a interpretare. Un sapere che riassume insieme, oltre che i procedimenti formali, anche il sapere antropologico che costituisce il patrimonio di quella lingua. Oggetto del nostro articolo è la traduzione poetica, e cioè la riformulazione del testo nel processo di traduzione dalla lingua di partenza (russo) alla lingua di arrivo (italiano). Attraverso il saggio "Poesia e Antropologia" di O. Sedakova (Bose, 1998) viene presentata la questione della riformulazione del testo letterario nel contesto della poesia russa del novecento, con particolare attenzione al problema della antropologia poetica nata, forzatamente, dal periodo sovietico. In una prospettiva multilingue una attenzione particolare è attribuita ai problemi concreti di due testi poetici, Mandel'štam: "La teta e jota del flauto greco", del 1937; O. Sedakova, "Viaggio in Cina", del 1986. L'analisi linguistica e letteraria dei due testi evidenzia le parti del testo e del contesto utili alla traduzione/riformulazione e i processi formali. L'esperienza personale del traduttore nella ricerca delle equivalenze linguistiche e letterarie è parte della trattazione e dello sviluppo del tema. I problemi della riformulazione del testo poetico sono infine esposte, parzialmente, attraverso applicazioni pratiche in una prospettiva avanzata di testi paralleli offerte con l’ausilio delle più avanzate tecnologie. Il problema più generale della traduzione poetica viene presentato con dimostrazioni pratiche negli strumenti disponibili via computer-internet da noi progettati e attualmente in fase di sviluppo. Tutto si basa su una comparazione di testi strutturati, che permetterà al traduttore di esprimere il "text-loci" appropriato, i punti diversi di equivalenza, di ambiguità e di supporto contestuale.

The Chinese Room / Chessa, Francesca; Brelstaff, G.. - (2007), pp. 509-557.

The Chinese Room

CHESSA, Francesca;
2007-01-01

Abstract

Madame de Staël "Sulla maniera e utilità delle traduzioni", nel 1816 ammetteva che «la via maestra della comunicazione non è quella in una sola lingua ma quella in più lingue attraverso la traduzione.». Apparve chiaro, fin d'allora, che la letterarietà, oltre che il risultato di un uso elaborato e sapiente della funzione poetica del linguaggio, è un sapere individuale che può essere impiegato nelle lingue che si padroneggiano, tanto da consentire la traduzione, cioè la riformulazione, in una lingua altra, del messaggio poetico che si è riusciti a interpretare. Un sapere che riassume insieme, oltre che i procedimenti formali, anche il sapere antropologico che costituisce il patrimonio di quella lingua. Oggetto del nostro articolo è la traduzione poetica, e cioè la riformulazione del testo nel processo di traduzione dalla lingua di partenza (russo) alla lingua di arrivo (italiano). Attraverso il saggio "Poesia e Antropologia" di O. Sedakova (Bose, 1998) viene presentata la questione della riformulazione del testo letterario nel contesto della poesia russa del novecento, con particolare attenzione al problema della antropologia poetica nata, forzatamente, dal periodo sovietico. In una prospettiva multilingue una attenzione particolare è attribuita ai problemi concreti di due testi poetici, Mandel'štam: "La teta e jota del flauto greco", del 1937; O. Sedakova, "Viaggio in Cina", del 1986. L'analisi linguistica e letteraria dei due testi evidenzia le parti del testo e del contesto utili alla traduzione/riformulazione e i processi formali. L'esperienza personale del traduttore nella ricerca delle equivalenze linguistiche e letterarie è parte della trattazione e dello sviluppo del tema. I problemi della riformulazione del testo poetico sono infine esposte, parzialmente, attraverso applicazioni pratiche in una prospettiva avanzata di testi paralleli offerte con l’ausilio delle più avanzate tecnologie. Il problema più generale della traduzione poetica viene presentato con dimostrazioni pratiche negli strumenti disponibili via computer-internet da noi progettati e attualmente in fase di sviluppo. Tutto si basa su una comparazione di testi strutturati, che permetterà al traduttore di esprimere il "text-loci" appropriato, i punti diversi di equivalenza, di ambiguità e di supporto contestuale.
2007
888232527X
The Chinese Room / Chessa, Francesca; Brelstaff, G.. - (2007), pp. 509-557.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11388/74775
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact