Negli studi finalizzati all’habitat rupestre l’analisi mirata ai singoli elementi, privi del contesto geografico in cui si sono sviluppati, comporta gravi limitazioni nella ricostruzione storica delle tipologie, delle caratteristiche costruttive e delle correlazioni spaziali e sociali derivanti dal loro posizionamento sul territorio. Bisogna anche riconoscere, come appare evidente dalla letteratura esistente, la difficoltà degli autori nella collocazione spaziale (“cartografica”) degli elementi rilevati che non ha mai conosciuto una sistematicità ed omogeneità nella raccolta e diffusione dei dati. Allo stato attuale ci troviamo, quindi, in un grave difetto di conoscenza sulla distribuzione a scala regionale di questo habitat che dovrebbe generare, nella pianificazione di area vasta e ad iniziativa pubblica come i Piani Paesaggistici Regionali (in Puglia Piano Urbanistico Territoriale Tematico/Paesaggio) vincoli ed aree di rispetto necessarie alla loro salvaguardia. Una ricostruzione ed un’analisi dettagliata della disposizione geografica degli insediamenti rupestri, distribuiti sul territorio pugliese e lucano, si presenta con grandi difficoltà per l’elevatissimo numero di elementi ancora visibili e distribuiti su un’area di grande variabilità orografica e paesaggistica. Sono stimabili alcune migliaia di unità e gran parte di queste hanno conosciuto e vissuto un riutilizzo, con cambiamenti strutturali e funzionali, nel corso dei secoli. Tutto ciò, assieme a molti altri fattori, ha reso estremamente difficile il riconoscimento delle motivazioni originali che hanno portato al posizionamento, alla scelta e trasformazione strutturale e funzionale, oltre alla valutazione dei fattori distributivi che rispecchiano logiche insediative di grande variabilità.
Correlazioni spaziali degli insediamenti rupestri alla scala territoriale: salvaguardia e ricostruzione storica del paesaggio / Tedeschi, L. F.; Minchilli, Maurizio. - (2009), pp. 15-30.
Correlazioni spaziali degli insediamenti rupestri alla scala territoriale: salvaguardia e ricostruzione storica del paesaggio
MINCHILLI, Maurizio
2009-01-01
Abstract
Negli studi finalizzati all’habitat rupestre l’analisi mirata ai singoli elementi, privi del contesto geografico in cui si sono sviluppati, comporta gravi limitazioni nella ricostruzione storica delle tipologie, delle caratteristiche costruttive e delle correlazioni spaziali e sociali derivanti dal loro posizionamento sul territorio. Bisogna anche riconoscere, come appare evidente dalla letteratura esistente, la difficoltà degli autori nella collocazione spaziale (“cartografica”) degli elementi rilevati che non ha mai conosciuto una sistematicità ed omogeneità nella raccolta e diffusione dei dati. Allo stato attuale ci troviamo, quindi, in un grave difetto di conoscenza sulla distribuzione a scala regionale di questo habitat che dovrebbe generare, nella pianificazione di area vasta e ad iniziativa pubblica come i Piani Paesaggistici Regionali (in Puglia Piano Urbanistico Territoriale Tematico/Paesaggio) vincoli ed aree di rispetto necessarie alla loro salvaguardia. Una ricostruzione ed un’analisi dettagliata della disposizione geografica degli insediamenti rupestri, distribuiti sul territorio pugliese e lucano, si presenta con grandi difficoltà per l’elevatissimo numero di elementi ancora visibili e distribuiti su un’area di grande variabilità orografica e paesaggistica. Sono stimabili alcune migliaia di unità e gran parte di queste hanno conosciuto e vissuto un riutilizzo, con cambiamenti strutturali e funzionali, nel corso dei secoli. Tutto ciò, assieme a molti altri fattori, ha reso estremamente difficile il riconoscimento delle motivazioni originali che hanno portato al posizionamento, alla scelta e trasformazione strutturale e funzionale, oltre alla valutazione dei fattori distributivi che rispecchiano logiche insediative di grande variabilità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.