Due ampi tappeti musivi policromi esposti nel Museo del Bardo a Tunisi provengono dalla colonia di Thuburbo Maius, entrambi senza contesto di rinvenimento ma con la medesima sintassi compositiva, che potrebbe rinviare agli ambienti di un’unica domus e collegarsi alla celebrazione dei medesimi spettacoli realmente offerti dal proprietario. Nei due pavimenti infatti, insieme ad un analogo schema ad alveare di cerchi e poligoni a lati concavi caricati da corone di alloro dello stesso tipo, sono raffigurati personaggi, divinità e animali che inequivocabilmente rinviano a manifestazioni offerte dal dominus, descritte non nella loro sequenza cronologica ma attraverso singoli rimandi iconografici, che solo nel loro insieme davano l’idea della sontuosità e della varietà dell’evento offerto. Questo potrebbe collegarsi alle solenni feste per Venus - presente in uno dei due mosaici e che un’iscrizione thuburbitana identifica con Caelestis, genius municipii - associata a Marte, erroneamente identificato come un gladiatore nell’altro mosaico. Solo in un secondo momento, quando ormai molti dei messaggi originari erano perduti o erano cambiati gli interessi del nuovo proprietario della domus, fu inserita accanto a Marte una grande e schematica figura di Diana cacciatrice, che con più immediatezza poteva legarsi a una parte delle immagini isolatamente rappresentate all’interno delle corone del pavimento musivo.

Munera gladiatoria, venationes, gymnasia et sacra: nuove proposte di lettura su due noti mosaici di Thuburbo Maius (Africa Proconsularis) / Ibba, Antonio; Teatini, Alessandro. - (2016), pp. 445-455. (Intervento presentato al convegno XIII Congreso de la Association Internationale pour l’Étude de la Mosaïque Antique (AIEMA) tenutosi a Madrid nel 14-18 settembre 2015).

Munera gladiatoria, venationes, gymnasia et sacra: nuove proposte di lettura su due noti mosaici di Thuburbo Maius (Africa Proconsularis)

IBBA, Antonio;TEATINI, Alessandro
2016-01-01

Abstract

Due ampi tappeti musivi policromi esposti nel Museo del Bardo a Tunisi provengono dalla colonia di Thuburbo Maius, entrambi senza contesto di rinvenimento ma con la medesima sintassi compositiva, che potrebbe rinviare agli ambienti di un’unica domus e collegarsi alla celebrazione dei medesimi spettacoli realmente offerti dal proprietario. Nei due pavimenti infatti, insieme ad un analogo schema ad alveare di cerchi e poligoni a lati concavi caricati da corone di alloro dello stesso tipo, sono raffigurati personaggi, divinità e animali che inequivocabilmente rinviano a manifestazioni offerte dal dominus, descritte non nella loro sequenza cronologica ma attraverso singoli rimandi iconografici, che solo nel loro insieme davano l’idea della sontuosità e della varietà dell’evento offerto. Questo potrebbe collegarsi alle solenni feste per Venus - presente in uno dei due mosaici e che un’iscrizione thuburbitana identifica con Caelestis, genius municipii - associata a Marte, erroneamente identificato come un gladiatore nell’altro mosaico. Solo in un secondo momento, quando ormai molti dei messaggi originari erano perduti o erano cambiati gli interessi del nuovo proprietario della domus, fu inserita accanto a Marte una grande e schematica figura di Diana cacciatrice, che con più immediatezza poteva legarsi a una parte delle immagini isolatamente rappresentate all’interno delle corone del pavimento musivo.
2016
978-88-913-1239-6
Munera gladiatoria, venationes, gymnasia et sacra: nuove proposte di lettura su due noti mosaici di Thuburbo Maius (Africa Proconsularis) / Ibba, Antonio; Teatini, Alessandro. - (2016), pp. 445-455. (Intervento presentato al convegno XIII Congreso de la Association Internationale pour l’Étude de la Mosaïque Antique (AIEMA) tenutosi a Madrid nel 14-18 settembre 2015).
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