Negli ultimi anni la fauna selvatica, a causa del progresso tecnologico e della antropizzazione, ha subito la più evidente limitazione al punto che molte sono le specie animali scomparse, altre risultano rarefatte o relegate in spazi sempre più angusti. Eppure gli animali risultano essere parte integrante del patrimonio naturale e componente essenziale dell’ambiente. L’istituzione di zone speciali di protezione come parchi o riserve naturali, aree di salvaguardia e di ripopolamento, contribuisce ad una efficace difesa faunistica per la conservazione e io sviluppo delle specie autoctone allo stato naturale. In questo modo notevoli estensioni di collina e di montagna della nostra regione, scarsamente utilizzate per le sfavorevoli condizioni ambientali, possono essere recuperate introducendo specie animali, come gli ungulati selvatici, per la produzione di soggetti morfologicamente e geneticamente pregevoli da impiegare nella ricostituzione del nostro patrimonio faunistico. I luoghi prescelti devono risultare lontani dai centri abitati, scarsamente antropizzati, non facilmente accessibili, con forti asperità, a bassa densità di strade e con la possibilità di includere successivamente altre zone limitrofe per costituire vaste superfici continuative.
La Reintroduzione degli ungulati selvatici e nuove forme di allevamento / Naitana, S; Ledda, Sergio. - (1993), pp. 283-293.
La Reintroduzione degli ungulati selvatici e nuove forme di allevamento
LEDDA, Sergio
1993-01-01
Abstract
Negli ultimi anni la fauna selvatica, a causa del progresso tecnologico e della antropizzazione, ha subito la più evidente limitazione al punto che molte sono le specie animali scomparse, altre risultano rarefatte o relegate in spazi sempre più angusti. Eppure gli animali risultano essere parte integrante del patrimonio naturale e componente essenziale dell’ambiente. L’istituzione di zone speciali di protezione come parchi o riserve naturali, aree di salvaguardia e di ripopolamento, contribuisce ad una efficace difesa faunistica per la conservazione e io sviluppo delle specie autoctone allo stato naturale. In questo modo notevoli estensioni di collina e di montagna della nostra regione, scarsamente utilizzate per le sfavorevoli condizioni ambientali, possono essere recuperate introducendo specie animali, come gli ungulati selvatici, per la produzione di soggetti morfologicamente e geneticamente pregevoli da impiegare nella ricostituzione del nostro patrimonio faunistico. I luoghi prescelti devono risultare lontani dai centri abitati, scarsamente antropizzati, non facilmente accessibili, con forti asperità, a bassa densità di strade e con la possibilità di includere successivamente altre zone limitrofe per costituire vaste superfici continuative.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.