Con Silvio Antoniano come ideatore del programma iconografico e due esecutori intelligenti e capaci come Giovanni Guerra e Cesare Nebbia, il Salone Sistino si presenta come destinato ad accogliere tutte le Biblioteche dell’antichità, tutti gli inventori di alfabeti e di linguaggi, tutte le opere o gli individui, in una parola, che abbiano portato il loro contributo al grande disegno divino della costituzione di un sapere che comunque parte e culmina con Cristo e risiede fisicamente nella Vaticana. Si tratta di un progetto che spiega sotto quale programma si rese possibile da questo momento in poi il rapporto con la tradizione dell’antico. La descrizione della nuova mirabile impresa di Sisto, uscita quasi in contemporanea con l’ultimazione dei lavori, a firma di due umanisti come Muzio Pansa e Angelo Rocca—altre volte stretto collaboratore del Pontefice—dimostra altresì l’importanza e il rilievo della cultura antica anche nella Roma controriformata.
La raffigurazione delle biblioteche antiche nel Salone Sistino / PROSPERI V. - (2011), pp. 57-70.
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Titolo: | La raffigurazione delle biblioteche antiche nel Salone Sistino | |
Autori: | ||
Data di pubblicazione: | 2011 | |
Citazione: | La raffigurazione delle biblioteche antiche nel Salone Sistino / PROSPERI V. - (2011), pp. 57-70. | |
Handle: | http://hdl.handle.net/11388/71376 | |
ISBN: | 9788896714065 | |
Appare nelle tipologie: | 2.1 Contributo in volume (Capitolo o Saggio) |