This essay encompasses a range of time of about six decades, from 1582 to 1648: the publishing dates of Girolamo Muzio’s «Battaglie per diffesa dell’italica lingua» and Giano Nicio Eritreo’s (Giovan Vittorio Rossi) «Pinacotheca tertia» — both works appeared posthumously. Within these two dates we find the works of many authors, such as Giusto Lipsio, Antonio Possevino S. J., Scipione Ammirato, Francesco Bocchi, Jacopo Gaddi, Giambattista Marino, Giovan Battista Lauri, Girolamo Ghilini, Giovanni Imperiali, Sebastiano Maccio, Agostino Mascardi, Gabriel Naudé and again Eritreo (but also, through “external” considerations, Giovan Battista Leoni, Alessandro Tassoni, Traiano Boccalini and Anton Giulio Brignole Sale): all of their works can be ascribed to the two main literary genres that in the Cinquecento and Seicento operate as both mirrors, «specula», and vantage-point for the investigation of Guicciardini’s influence. Namely, the two genres are the biographical collection («de viris illustribus») and the historiographical treatise («de historia conscribenda»): both genres derive, through the Classical and Classicistic Tradition, from that same Petrarchean root of humanistic erudition that in the Eighteenth century will give life to one of the most prominent assessments of Guicciardini’s «Fortleben»: the «Storia d’Italia» edited among others by Apostolo Zeno. However, one should not think of Guicciardini’s appreciation as of a smooth, linear process: accordingly, this essay stresses the multiplicity and nuances of historiographical approaches to Guicciardini’s oeuvre. Single authors and their judgements on Guicciardini will therefore be examined not as isolated voices of endorsement or critique, but rather as the interwoven elements of a comprehensive literary and historical web, where continuity counts as much as difference.

Il saggio abbraccia l’arco cronologico di poco più di un sessantennio, dal 1582 al 1648: date di pubblicazione rispettivamente, entrambe postume, delle «Battaglie per diffesa dell’italica lingua» di Girolamo Muzio e della «Pinacotheca tertia» di Giano Nicio Eritreo (Giovan Vittorio Rossi). Entro questi due estremi si collocano le opere di numerosi autori, quali Giusto Lipsio, Antonio Possevino S. J., Scipione Ammirato, Francesco Bocchi, Jacopo Gaddi, Giambattista Marino, Giovan Battista Lauri, Girolamo Ghilini, Giovanni Imperiali, Sebastiano Maccio, Agostino Mascardi, Gabriel Naudé ed ancora l’Eritreo (ma anche, per via di raffronti “esterni”, Giovan Battista Leoni, Alessandro Tassoni, Traiano Boccalini ed Anton Giulio Brignole Sale), opere che lambiscono od appartengono all’uno o all’altro dei due generi le cui pluriformi ramificazioni fungono da osservatorî, da «specula», della fortuna cinque–secentesca del Guicciardini. I due generi in questione sono la rassegna biografica, il «de viris illustribus», e la trattatistica storiografica, il «de historia conscribenda», provenienti entrambi da quell’erudizione di matrice umanistica, che attraverso la Tradizione Classica e Classicistica discende dal magistero del Petrarca, e che nel Settecento giungerà ad uni degli approdi più significativi per affrontare l’indagine di tale «Fortleben», ovvero l’edizione della «Storia d’Italia» che vanta il non trascurabile apporto di Apostolo Zeno. Il percorso compiuto è però tutt’altro che progressivo e lineare, e nell’intraprenderlo si è cercato di conferire la massima attenzione possibile alla molteplicità dei punti di vista storiografici sottesi alle opere dei singoli autori presi in considerazione, con l’intento di cercare in essi e nei loro giudizî sul Guicciardini non le isolate manifestazioni di più o meno accentuate idiosincrasie o simpatie individuali, bensì le connessioni e le soluzioni di continuità che permettessero di guardare all’intero panorama come ad una sorta di arcipelago storico–letterario.

Tappe della fortuna del Guicciardini tra Cinque e Seicento / Sarnelli, Mauro. - (2012), pp. 425-478.

Tappe della fortuna del Guicciardini tra Cinque e Seicento

SARNELLI, Mauro
2012-01-01

Abstract

This essay encompasses a range of time of about six decades, from 1582 to 1648: the publishing dates of Girolamo Muzio’s «Battaglie per diffesa dell’italica lingua» and Giano Nicio Eritreo’s (Giovan Vittorio Rossi) «Pinacotheca tertia» — both works appeared posthumously. Within these two dates we find the works of many authors, such as Giusto Lipsio, Antonio Possevino S. J., Scipione Ammirato, Francesco Bocchi, Jacopo Gaddi, Giambattista Marino, Giovan Battista Lauri, Girolamo Ghilini, Giovanni Imperiali, Sebastiano Maccio, Agostino Mascardi, Gabriel Naudé and again Eritreo (but also, through “external” considerations, Giovan Battista Leoni, Alessandro Tassoni, Traiano Boccalini and Anton Giulio Brignole Sale): all of their works can be ascribed to the two main literary genres that in the Cinquecento and Seicento operate as both mirrors, «specula», and vantage-point for the investigation of Guicciardini’s influence. Namely, the two genres are the biographical collection («de viris illustribus») and the historiographical treatise («de historia conscribenda»): both genres derive, through the Classical and Classicistic Tradition, from that same Petrarchean root of humanistic erudition that in the Eighteenth century will give life to one of the most prominent assessments of Guicciardini’s «Fortleben»: the «Storia d’Italia» edited among others by Apostolo Zeno. However, one should not think of Guicciardini’s appreciation as of a smooth, linear process: accordingly, this essay stresses the multiplicity and nuances of historiographical approaches to Guicciardini’s oeuvre. Single authors and their judgements on Guicciardini will therefore be examined not as isolated voices of endorsement or critique, but rather as the interwoven elements of a comprehensive literary and historical web, where continuity counts as much as difference.
2012
978-88-205-1031-2
Il saggio abbraccia l’arco cronologico di poco più di un sessantennio, dal 1582 al 1648: date di pubblicazione rispettivamente, entrambe postume, delle «Battaglie per diffesa dell’italica lingua» di Girolamo Muzio e della «Pinacotheca tertia» di Giano Nicio Eritreo (Giovan Vittorio Rossi). Entro questi due estremi si collocano le opere di numerosi autori, quali Giusto Lipsio, Antonio Possevino S. J., Scipione Ammirato, Francesco Bocchi, Jacopo Gaddi, Giambattista Marino, Giovan Battista Lauri, Girolamo Ghilini, Giovanni Imperiali, Sebastiano Maccio, Agostino Mascardi, Gabriel Naudé ed ancora l’Eritreo (ma anche, per via di raffronti “esterni”, Giovan Battista Leoni, Alessandro Tassoni, Traiano Boccalini ed Anton Giulio Brignole Sale), opere che lambiscono od appartengono all’uno o all’altro dei due generi le cui pluriformi ramificazioni fungono da osservatorî, da «specula», della fortuna cinque–secentesca del Guicciardini. I due generi in questione sono la rassegna biografica, il «de viris illustribus», e la trattatistica storiografica, il «de historia conscribenda», provenienti entrambi da quell’erudizione di matrice umanistica, che attraverso la Tradizione Classica e Classicistica discende dal magistero del Petrarca, e che nel Settecento giungerà ad uni degli approdi più significativi per affrontare l’indagine di tale «Fortleben», ovvero l’edizione della «Storia d’Italia» che vanta il non trascurabile apporto di Apostolo Zeno. Il percorso compiuto è però tutt’altro che progressivo e lineare, e nell’intraprenderlo si è cercato di conferire la massima attenzione possibile alla molteplicità dei punti di vista storiografici sottesi alle opere dei singoli autori presi in considerazione, con l’intento di cercare in essi e nei loro giudizî sul Guicciardini non le isolate manifestazioni di più o meno accentuate idiosincrasie o simpatie individuali, bensì le connessioni e le soluzioni di continuità che permettessero di guardare all’intero panorama come ad una sorta di arcipelago storico–letterario.
Tappe della fortuna del Guicciardini tra Cinque e Seicento / Sarnelli, Mauro. - (2012), pp. 425-478.
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