Flavius Merobaudes

The fragmentary Latin works, transmitted without author’s name and titles in a palimpsest preserved in the Stiftsbibliothek of St. Gall (Sangallensis, 908), were assigned by the editor, Barthold Georg Niebuhr (1823, 1824²), to Flavius Merobaudes, a Spanish writer of the fifth century AD. The works are as follows: four short occasional poems; a panegyric in prose, almost certainly a gratiarum actio to Aetius; a panegyric in hexameters on Aetius’ third consulship in 446 AD (CPL 1433, 1434). In 1905 these works were edited by Friedrich Vollmer in Monumenta Germaniae Historica, Auctores antiquissimi, vol. XIV. Since then no other edition was printed. The so-called Carmen de Christo (CPL 1435), a short poem collected by Vollmer in the works of Merobaudes, belongs to a different manuscript tradition. The poem was published for the first time in 1510 by Johannes Camers, who assigned it to Claudian with the title Laus Christi. In 1564 Georg Fabricius printed the poem with the title De Christo, regarding it as the work of a «Merobaudes Hispanus Scholasticus». On the question of the attribution of the poem to Claudian or Merobaudes various points of view have been put forward by the scholars over the centuries, without reaching a satisfactory solution.

Le opere latine frammentarie, tràdite senza nome dell’autore e senza titolo in un codice palinsesto conservato nella Stiftsbibliothek di San Gallo (Sangallensis, 908), furono assegnate dall’editore, Barthold Georg Niebuhr (1823, 1824²), alla paternità di Flavio Merobaude, scrittore spagnolo del V sec. d. C. Si tratta di quattro brevi carmi d’occasione; di un panegirico in prosa, quasi certamente una gratiarum actio per Aezio; di un panegirico in esametri per il terzo consolato di Aezio del 446 d. C. (CPL 1433, 1434). I frammenti di Merobaude furono poi editi nel 1905 da Friedrich Vollmer nei Monumenta Germaniae Historica, Auctores antiquissimi, vol. XIV. Non è seguita alcuna altra edizione. Una tradizione del tutto differente presenta il Carmen de Christo (CPL 1435), breve componimento in esametri da Vollmer accolto fra gli scritti di Merobaude. Il carme fu pubblicato per la prima volta da Johannes Camers nel 1510 sotto la paternità di Claudiano con il titolo di Laus Christi. Nel 1564 Georg Fabricius lo stampò con il titolo De Christo come opera di un «Merobaudes Hispanus Scholasticus». Sulla quaestio dell’attribuzione a Claudiano o a Merobaude gli studiosi hanno assunto nel corso dei secoli posizioni differenziate, senza giungere a conclusioni incontrovertibili.