I percorsi sociali non sono univoci, né per le società né per le persone. Assomigliano molto a quel concetto di “sviluppo composito” che individua ogni volta un disegno diverso, utilizzando gli elementi di cui i differenti attori sociali possono disporre a livello societario, culturale, economico, lavorativo, formativo. A questo proposito, il caso delle migrazioni è paradigmatico nella misura in cui permette di ragionare in base a un procedimento che mette al centro del fenomeno migratorio stesso l’attore sociale con la sua soggettività, le sue appartenenze, i saperi, le conoscenze, i “saper fare” di cui è portatore. Questo procedimento consente di superare quelle rappresentazioni diffuse dell’immigrazione che poggiano su un’impostazione di tipo sicuritario, facendone una questione di ordine pubblico, o su una che colloca i migranti entro la categoria di soggetti “deprivati e svantaggiati” da assumere, in quanto tali, come oggetto di aiuto e di intervento. Queste prospettive precludono spesso la possibilità di cogliere le potenzialità del loro contributo possibile nella costruzione societaria anche in rapporto a una diversa dinamica del mercato del lavoro e della creazione di nuove imprenditorialità. Altra prospettiva è quella secondo cui gli immigrati possono essere agenti di solidarietà e di innovazione sociale, culturale, oltre che economica, ossia interlocutori privilegiati nell’elaborazione di una strategia di co-sviluppo e, dunque, nell’affermazione di un’idea di cittadinanza attiva. La dimensione partecipativa, intesa nelle sue più diverse declinazioni, viene così ad assumere una rilevanza particolare sia sul piano delle azioni di politica sociale e dell’operatività concreta, sia per quanto attiene alla costruzione di adeguati percorsi lavorativi, educativi, di promozione comunitaria, di sviluppo.

Migrazioni, educazione solidale, percorsi di co-sviluppo / Cocco, Mariantonietta. - (2005), pp. 5-140.

Migrazioni, educazione solidale, percorsi di co-sviluppo

COCCO, Mariantonietta
2005-01-01

Abstract

I percorsi sociali non sono univoci, né per le società né per le persone. Assomigliano molto a quel concetto di “sviluppo composito” che individua ogni volta un disegno diverso, utilizzando gli elementi di cui i differenti attori sociali possono disporre a livello societario, culturale, economico, lavorativo, formativo. A questo proposito, il caso delle migrazioni è paradigmatico nella misura in cui permette di ragionare in base a un procedimento che mette al centro del fenomeno migratorio stesso l’attore sociale con la sua soggettività, le sue appartenenze, i saperi, le conoscenze, i “saper fare” di cui è portatore. Questo procedimento consente di superare quelle rappresentazioni diffuse dell’immigrazione che poggiano su un’impostazione di tipo sicuritario, facendone una questione di ordine pubblico, o su una che colloca i migranti entro la categoria di soggetti “deprivati e svantaggiati” da assumere, in quanto tali, come oggetto di aiuto e di intervento. Queste prospettive precludono spesso la possibilità di cogliere le potenzialità del loro contributo possibile nella costruzione societaria anche in rapporto a una diversa dinamica del mercato del lavoro e della creazione di nuove imprenditorialità. Altra prospettiva è quella secondo cui gli immigrati possono essere agenti di solidarietà e di innovazione sociale, culturale, oltre che economica, ossia interlocutori privilegiati nell’elaborazione di una strategia di co-sviluppo e, dunque, nell’affermazione di un’idea di cittadinanza attiva. La dimensione partecipativa, intesa nelle sue più diverse declinazioni, viene così ad assumere una rilevanza particolare sia sul piano delle azioni di politica sociale e dell’operatività concreta, sia per quanto attiene alla costruzione di adeguati percorsi lavorativi, educativi, di promozione comunitaria, di sviluppo.
2005
9788846469083
Migrazioni, educazione solidale, percorsi di co-sviluppo / Cocco, Mariantonietta. - (2005), pp. 5-140.
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