La moderna libertà di stampa s’affermò in Inghilterra sull’onda degli sconvolgimenti politici della Gloriosa Rivoluzione del 1688. Lo smantellamento della censura preventiva determinò una sorprendente fioritura delle iniziative in campo giornalistico, contribuendo ad alimentare un clima di straordinario fermento civile, sicché la vita pubblica non poté più restare confinata negli ambienti della corte e del parlamento, e trovò ampio sfogo nelle piazze, nei salotti, nei clubs e nei caffè. Eppure il giornalismo britannico della prima metà del XVIII secolo presenta caratteristiche peculiari, che se da un lato ne evidenziano la funzione radicalmente innovatrice nella storia sia inglese sia europea, dall’altro lo distinguono nettamente dalle esperienze successive, e in primo luogo dai progressi e dalle conquiste di quella cultura liberale ottocentesca che innalzò l’informazione periodica al rango di “quarto potere”. L’insigne statista e letterato Henry St. John, visconte di Bolingbroke, è il più celebre dei protagonisti dell’avventura del Craftsman che animò il lungo ventennio walpoliano. Insieme a lui, un variegato gruppo di autori e di sottoscrittori (dai due parlamentari Daniel e William Pulteney all’editore-libraio Richard Francklin e al brillante giornalista Nicholas Amhurst) offre un interessante spaccato del complesso circuito della comunicazione sociale nella Gran Bretagna di Giorgio I e di Giorgio II, in cui il dibattito politico rifletteva ancora l’indiscusso predominio aristocratico, e la ricerca di nuovi spazi di discussione finiva per scuotere dalle fondamenta la tradizionale egemonia politica delle grandi istituzioni nazionali.

Il Craftsman. Giornalismo e cultura politica nell’Inghilterra del Settecento / Sanna, Guglielmo Angelo Quirico. - (2006), pp. 1-327.

Il Craftsman. Giornalismo e cultura politica nell’Inghilterra del Settecento

SANNA, Guglielmo Angelo Quirico
2006-01-01

Abstract

La moderna libertà di stampa s’affermò in Inghilterra sull’onda degli sconvolgimenti politici della Gloriosa Rivoluzione del 1688. Lo smantellamento della censura preventiva determinò una sorprendente fioritura delle iniziative in campo giornalistico, contribuendo ad alimentare un clima di straordinario fermento civile, sicché la vita pubblica non poté più restare confinata negli ambienti della corte e del parlamento, e trovò ampio sfogo nelle piazze, nei salotti, nei clubs e nei caffè. Eppure il giornalismo britannico della prima metà del XVIII secolo presenta caratteristiche peculiari, che se da un lato ne evidenziano la funzione radicalmente innovatrice nella storia sia inglese sia europea, dall’altro lo distinguono nettamente dalle esperienze successive, e in primo luogo dai progressi e dalle conquiste di quella cultura liberale ottocentesca che innalzò l’informazione periodica al rango di “quarto potere”. L’insigne statista e letterato Henry St. John, visconte di Bolingbroke, è il più celebre dei protagonisti dell’avventura del Craftsman che animò il lungo ventennio walpoliano. Insieme a lui, un variegato gruppo di autori e di sottoscrittori (dai due parlamentari Daniel e William Pulteney all’editore-libraio Richard Francklin e al brillante giornalista Nicholas Amhurst) offre un interessante spaccato del complesso circuito della comunicazione sociale nella Gran Bretagna di Giorgio I e di Giorgio II, in cui il dibattito politico rifletteva ancora l’indiscusso predominio aristocratico, e la ricerca di nuovi spazi di discussione finiva per scuotere dalle fondamenta la tradizionale egemonia politica delle grandi istituzioni nazionali.
2006
978-88-464-7963-1
Il Craftsman. Giornalismo e cultura politica nell’Inghilterra del Settecento / Sanna, Guglielmo Angelo Quirico. - (2006), pp. 1-327.
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