Introduzione. Nella dentina cariata la porosità delle fibrille e la presenza di cristalli endotubulari sono in grado di potenziare l’effetto acidico dei self-etching facilitando lo stravaso di fluidi nell’interfaccia adesiva con perdita di qualità del bonding (1). Bolle di acqua non rimossa sono state osservate anche con l’utilizzo dei recenti one-step self ecthing systems (2, 3). Scopo del lavoro. L’osservazione morfologica al TEM delle caratteristiche dell’interdiffusione in vivo di due sistemi self-etching two steps e di due one-steps è stata oggetto di questo studio. Materiali e metodi. Sono stati selezionati 20 premolari cariati e 5 non cariati (gruppo di controllo) destinati all’avulsione per motivi ortodontici. I campioni cariati sono stati divisi in 4 gruppi di 5 elementi ciascuno. In vivo è stata rimossa la carie superficiale ed esposta la dentina profonda affetta attraverso criteri di obiettività clinica e di tingibilità con il Caries Detector Solution (Kuraray Co., Ltd., Osaka, Japan) (Yoshiama et al 2003). I campioni sono stati trattati con i seguenti sistemi self etching: - Gruppo A: Clearfil SE Bond (Kuraray, Osaka, Japan); - Gruppo B: Clearfil S3 Bond (Kuraray, Osaka, Japan); - Gruppo C: Tyrian SPE-OneStep Plus (Bisco Inc., Scamburg, Il, USA) - Gruppo D: Xeno™ III (Dentsply, Konstanz, Germany); - Gruppo E (controllo): Clearfil SE Bond (Kuraray, Osaka, Japan). Alla ricostruzione completata con resina flow, fotopolimerizzata con tecnica incrementale, è seguita l’avulsione e l’allestimento per l’osservazione al TEM (4). Risultati. Gruppo A: Clearfil SE Bond - Nello strato più superficiale appare un margine irregolare di smear layer parzialmente dissolto ed ibridizzato dai monomeri che si prolungano nella zona intermedia infiltrando gli ampi spazi delle fibrille affette. Frammenti di idrossiapatite plat like e niddle shape sono rivestiti di resina (Fig. 1) Gruppo B: Clearfil S3 Bond (Tri-S Bond) - Fibrille caratteristicamente stirate verso lo strato adesivo popolato da cluster di riempitivo caratterizzano il top dell’interdiffusione privo di smear layer dissolto dai monomeri acidici. È stato rilevato un incremento del contenuto acquoso nelle aree peritubulari evidenziato da una banda basale di hybrid layer ad elevata tangibilità (Fig. 2). Gruppo C: Tyrian SPE-One Step Plus - L’hybrid layer è costituito da fibrille stirate con estremità denaturate ed importante porosità interfibrillare residua. Numerosa la presenza di cristalli in forma niddle shape ecomplessi calcio-fosfato riprecipitati sul fronte dentinale. Dalla dentina peritubulare si osserva passaggio di fluidi in forma di piccole bolle d’acqua. Gruppo D: Dentsply Xeno™ III - L’interdiffusione è caratterizzata da forte calcio-deplezione con quadro simile a quello prodotto dai multi-steps. Le fibrille più superficiali appaiono denaturate con ampi spazi interfibrillari che mostrano la caratteristica tingibilità delle componenti fosforiche. Lo smear layer appare completamente dissolto (Fig. 3). Gruppo E (controllo): Clearfil SE Bond - Sulla dentina inalterata si costituisce un hybrid layer che appare come banda densa ed omogenea per componenti morfologiche. Lo smear layer appare quasi completamente dissolto. I tubuli dell’interfaccia mostrano resin plugs ed ibridizzazione della parete. Conclusioni. La dentina cariata si dimostra estremamente suscettibile all’acidità dei monomeri favorendo la facile denaturazione del collagene ed importanti ripercussioni a carico della parete dei tubuli. I monomeri acidici, non tamponati dai cristalli acido-resistenti, colpiscono la debole parete tubulare favorendo lo stravaso di fluidi nelle aree intertubulari con istabilità del bonding nei confronti degli irritanti. A tale fenomeno può concorrere la precaria formulazione degli one-steps. Bibliografia 1. Marshall GW jr., Marshall SJ, Kinney JH, et al. The dentin substrate: structure and properties related to bonding. J Dent 1997;25: 441-58. 2. Van Landuyt KL, De Munck J., Snauwaert J., et al.: Monomer solvent phase separation in one-step self-etch adhesive. J Dent Res 2005;84:183-188. 3. Spencer P, Wang Y: Adhesive phase separation at the dentin interface under wet bonding conditions. 2002;5:447-456. 4. Milia E, Lallai MR, Garcia-Godoy F: In vivo effect of a self-etching primer on dentin. Am J Dent 1999;4:167-171.

Effetti del tessuto cariato sull’interdiffusione di quattro self-etching systems / Milia, Egle Patrizia; Zedda, L; Serra, S; Castelli, G; Sacco, G.. - In: GIORNALE ITALIANO DI CONSERVATIVA. - ISSN 1724-2908. - Suppl Vol V - n1:(2007), pp. 84-84. (Intervento presentato al convegno XI Congresso Nazionale Società Italiana di Oddontoiatria Conservatrice tenutosi a Roma nel 15-17 Febbraio 2007).

Effetti del tessuto cariato sull’interdiffusione di quattro self-etching systems

MILIA, Egle Patrizia;
2007-01-01

Abstract

Introduzione. Nella dentina cariata la porosità delle fibrille e la presenza di cristalli endotubulari sono in grado di potenziare l’effetto acidico dei self-etching facilitando lo stravaso di fluidi nell’interfaccia adesiva con perdita di qualità del bonding (1). Bolle di acqua non rimossa sono state osservate anche con l’utilizzo dei recenti one-step self ecthing systems (2, 3). Scopo del lavoro. L’osservazione morfologica al TEM delle caratteristiche dell’interdiffusione in vivo di due sistemi self-etching two steps e di due one-steps è stata oggetto di questo studio. Materiali e metodi. Sono stati selezionati 20 premolari cariati e 5 non cariati (gruppo di controllo) destinati all’avulsione per motivi ortodontici. I campioni cariati sono stati divisi in 4 gruppi di 5 elementi ciascuno. In vivo è stata rimossa la carie superficiale ed esposta la dentina profonda affetta attraverso criteri di obiettività clinica e di tingibilità con il Caries Detector Solution (Kuraray Co., Ltd., Osaka, Japan) (Yoshiama et al 2003). I campioni sono stati trattati con i seguenti sistemi self etching: - Gruppo A: Clearfil SE Bond (Kuraray, Osaka, Japan); - Gruppo B: Clearfil S3 Bond (Kuraray, Osaka, Japan); - Gruppo C: Tyrian SPE-OneStep Plus (Bisco Inc., Scamburg, Il, USA) - Gruppo D: Xeno™ III (Dentsply, Konstanz, Germany); - Gruppo E (controllo): Clearfil SE Bond (Kuraray, Osaka, Japan). Alla ricostruzione completata con resina flow, fotopolimerizzata con tecnica incrementale, è seguita l’avulsione e l’allestimento per l’osservazione al TEM (4). Risultati. Gruppo A: Clearfil SE Bond - Nello strato più superficiale appare un margine irregolare di smear layer parzialmente dissolto ed ibridizzato dai monomeri che si prolungano nella zona intermedia infiltrando gli ampi spazi delle fibrille affette. Frammenti di idrossiapatite plat like e niddle shape sono rivestiti di resina (Fig. 1) Gruppo B: Clearfil S3 Bond (Tri-S Bond) - Fibrille caratteristicamente stirate verso lo strato adesivo popolato da cluster di riempitivo caratterizzano il top dell’interdiffusione privo di smear layer dissolto dai monomeri acidici. È stato rilevato un incremento del contenuto acquoso nelle aree peritubulari evidenziato da una banda basale di hybrid layer ad elevata tangibilità (Fig. 2). Gruppo C: Tyrian SPE-One Step Plus - L’hybrid layer è costituito da fibrille stirate con estremità denaturate ed importante porosità interfibrillare residua. Numerosa la presenza di cristalli in forma niddle shape ecomplessi calcio-fosfato riprecipitati sul fronte dentinale. Dalla dentina peritubulare si osserva passaggio di fluidi in forma di piccole bolle d’acqua. Gruppo D: Dentsply Xeno™ III - L’interdiffusione è caratterizzata da forte calcio-deplezione con quadro simile a quello prodotto dai multi-steps. Le fibrille più superficiali appaiono denaturate con ampi spazi interfibrillari che mostrano la caratteristica tingibilità delle componenti fosforiche. Lo smear layer appare completamente dissolto (Fig. 3). Gruppo E (controllo): Clearfil SE Bond - Sulla dentina inalterata si costituisce un hybrid layer che appare come banda densa ed omogenea per componenti morfologiche. Lo smear layer appare quasi completamente dissolto. I tubuli dell’interfaccia mostrano resin plugs ed ibridizzazione della parete. Conclusioni. La dentina cariata si dimostra estremamente suscettibile all’acidità dei monomeri favorendo la facile denaturazione del collagene ed importanti ripercussioni a carico della parete dei tubuli. I monomeri acidici, non tamponati dai cristalli acido-resistenti, colpiscono la debole parete tubulare favorendo lo stravaso di fluidi nelle aree intertubulari con istabilità del bonding nei confronti degli irritanti. A tale fenomeno può concorrere la precaria formulazione degli one-steps. Bibliografia 1. Marshall GW jr., Marshall SJ, Kinney JH, et al. The dentin substrate: structure and properties related to bonding. J Dent 1997;25: 441-58. 2. Van Landuyt KL, De Munck J., Snauwaert J., et al.: Monomer solvent phase separation in one-step self-etch adhesive. J Dent Res 2005;84:183-188. 3. Spencer P, Wang Y: Adhesive phase separation at the dentin interface under wet bonding conditions. 2002;5:447-456. 4. Milia E, Lallai MR, Garcia-Godoy F: In vivo effect of a self-etching primer on dentin. Am J Dent 1999;4:167-171.
2007
Effetti del tessuto cariato sull’interdiffusione di quattro self-etching systems / Milia, Egle Patrizia; Zedda, L; Serra, S; Castelli, G; Sacco, G.. - In: GIORNALE ITALIANO DI CONSERVATIVA. - ISSN 1724-2908. - Suppl Vol V - n1:(2007), pp. 84-84. (Intervento presentato al convegno XI Congresso Nazionale Società Italiana di Oddontoiatria Conservatrice tenutosi a Roma nel 15-17 Febbraio 2007).
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