Introduzione. Recentemente monomeri antibatterici sono stati addizionati a self-etching con l’intento di incrementare il sigillo nei confronti dei fluidi orali e dei batteri (1). Scopo del lavoro. Lo scopo dello studio è la valutazione al TEM della capacità di legame di un self-etching antibatterico, Clearfil Protect Bond (Kuraray Co., Osaka, Japan), sui tessuti duri che costituiscono la cavità del restauro adesivo. Materiali e metodi. Sono stati selezionati molari cariati, sani e con lesioni cervicali non cariose da estrarre per motivi ortodontici in 15 pazienti di età tra 20 e 35 anni. Dopo consenso dei pazienti e prima dell’estrazione, in 15 molari cariati e in 10 non cariati, sono state eseguite delle cavità di prima classe di circa 2 mm di diametro. Nel gruppo cariato, è stata identificata la dentina infetta (Gruppo A) e l’affetta (Gruppo B) con criteri obiettivi e l’ausilio del Caries Detector Solution (Kuraray Co., Osaka, Japan). In 5 molari con lesioni cervicali non cariose (Gruppo C), le cavità naturali venivano trattate con una fresa a rosetta in modo da ottenere una leggera pulizia del fondo. Nel gruppo non cariato (Gruppo D, controllo) venivano disegnate cavità di I classe circoscritte da margini smaltei. I campioni sono stati trattati con adesivo antibatterico Protect Bond Adhesive System (Kuraray Co., Osaka, Japan) e quindi ricostruiti con resina flow. Seguiva l’estrazione immediata e l’allestimento per il TEM (2). Risultati. Gruppo A, dentina cariata infetta - Le osservazioni mostrano una grande varietà di aspetti morfologici. Generalmente è presente un’alterata bagnabilità della dentina infetta che non viene infiltrata adeguatamente dall’adesivo (Fig. 1); in altre sezioni si forma un hybrid layer incompleto e disorganizzato con presenza di batteri intrappolati nell’interfaccia e nei tubuli. Gruppo B, dentina cariata affetta - Lo strato interdiffuso contiene un margine di smear layer mineralizzato con occasionale presenza di matrice microbica e batteri calcificati. Cristalli d’idrossiapatite in forma niddle-shape sono incapsulati dalla resina e sovrapposti alle fibrille demineralizzate affette. Nella porzione più profonda si osserva un rinforzo di collagene inalterato. Gruppo C, dentina cervicale non cariata - Gli elementi morfologici caratteristici di queste lesioni, strato ipermineralizzato di superficie e batteri calcifici, appaiono compresi in una sorta di strato ibrido costituito su una superficie di collagene denaturato. Sclerotic cast apparentemente rivestiti dai monomeri mantengono l’ostruzione dei tubuli dentinali (Fig. 2). Gruppo D, dentina sana inalterata e smalto marginale - Nella dentina sana inalterata il Protect Bond forma un’interdiffusione omogenea. I tubuli mantengono un tappo di smear plug infiltrato e dimostrano ibridizzazione delle pareti con assenza di dispersione di fluidi nelle aree intertubulari. Lo smalto marginale dimostra una demineralizzazione degli spazi interprismatici e della sommità del prisma con rispettiva formazione di macro- e micro-resin tags (Fig. 3). Conclusioni. La dentina infetta evidenzia hybrid layers incongrui, espressione della disorganizzazione strutturale del tessuto che sottintende l’incapacità al sigillo adesivo. La dentina affetta e la sana formano strati interdiffusi morfologicamente affidabili nei confronti dell’ermeticità richiesta contro gli irritanti tissutali. Nell’area interdiffusa della dentina sclerotica sono compresi elementi che sottolineano la bassa bond strenght espressa negli studi (3). Lo smalto marginale appare legato in modo morfologicamente similare a quanto si realizza con l’utilizzo dei sistemi multisteps, ma la bassa demineralizzazione dei monomeri (4) dà luogo ad un’infiltrazione poco profonda che appare ancora inaffidabile. aBibliografia 1. Imazato S, Imai T, Ebisu S. Antibacterial activity of proprietary self-etching primers. Am J Dent 1998;11:106-8. 2. Milia E, Santini A. Ultrastructural TEM study of the hybrid layers formed beneath a one-bottle system using the ‘total etch technique’ and a self-etching system. Quintessence Int 2003;34:447-452. 3. Tay FR, Kwong SM, Itthagarun A, King NM, Yip HK, Moulding KM, Pashley DH. Bonding of a self-etching primer to non-carious cervical sclerotic dentin: interfacial ultrastructure and microtensile bond strength evaluation. J Adhes Dent 2000; 2:9-28. 4. Celiberti P, Lussi A.: Use of a self-etching adhesive on previously etched intact enamel and its effect on sealant microleakage and tag formation. J of Dent 2005;33:163-171.

Variabilità dell’interfaccia adesiva di un self-etching sui tessuti dentari / Milia, Egle Patrizia; Sacco, G; Campus, Guglielmo Giuseppe; Sanciu, M; Gallina, G.. - In: GIORNALE ITALIANO DI CONSERVATIVA. - ISSN 1724-2908. - Suppl Vol V - n1:(2007), pp. 85-85. (Intervento presentato al convegno XI Congresso Nazionale Società Italiana Odontoiatria Conservatrice tenutosi a Roma nel 15-17 Febbraio 2007).

Variabilità dell’interfaccia adesiva di un self-etching sui tessuti dentari

MILIA, Egle Patrizia;CAMPUS, Guglielmo Giuseppe;
2007-01-01

Abstract

Introduzione. Recentemente monomeri antibatterici sono stati addizionati a self-etching con l’intento di incrementare il sigillo nei confronti dei fluidi orali e dei batteri (1). Scopo del lavoro. Lo scopo dello studio è la valutazione al TEM della capacità di legame di un self-etching antibatterico, Clearfil Protect Bond (Kuraray Co., Osaka, Japan), sui tessuti duri che costituiscono la cavità del restauro adesivo. Materiali e metodi. Sono stati selezionati molari cariati, sani e con lesioni cervicali non cariose da estrarre per motivi ortodontici in 15 pazienti di età tra 20 e 35 anni. Dopo consenso dei pazienti e prima dell’estrazione, in 15 molari cariati e in 10 non cariati, sono state eseguite delle cavità di prima classe di circa 2 mm di diametro. Nel gruppo cariato, è stata identificata la dentina infetta (Gruppo A) e l’affetta (Gruppo B) con criteri obiettivi e l’ausilio del Caries Detector Solution (Kuraray Co., Osaka, Japan). In 5 molari con lesioni cervicali non cariose (Gruppo C), le cavità naturali venivano trattate con una fresa a rosetta in modo da ottenere una leggera pulizia del fondo. Nel gruppo non cariato (Gruppo D, controllo) venivano disegnate cavità di I classe circoscritte da margini smaltei. I campioni sono stati trattati con adesivo antibatterico Protect Bond Adhesive System (Kuraray Co., Osaka, Japan) e quindi ricostruiti con resina flow. Seguiva l’estrazione immediata e l’allestimento per il TEM (2). Risultati. Gruppo A, dentina cariata infetta - Le osservazioni mostrano una grande varietà di aspetti morfologici. Generalmente è presente un’alterata bagnabilità della dentina infetta che non viene infiltrata adeguatamente dall’adesivo (Fig. 1); in altre sezioni si forma un hybrid layer incompleto e disorganizzato con presenza di batteri intrappolati nell’interfaccia e nei tubuli. Gruppo B, dentina cariata affetta - Lo strato interdiffuso contiene un margine di smear layer mineralizzato con occasionale presenza di matrice microbica e batteri calcificati. Cristalli d’idrossiapatite in forma niddle-shape sono incapsulati dalla resina e sovrapposti alle fibrille demineralizzate affette. Nella porzione più profonda si osserva un rinforzo di collagene inalterato. Gruppo C, dentina cervicale non cariata - Gli elementi morfologici caratteristici di queste lesioni, strato ipermineralizzato di superficie e batteri calcifici, appaiono compresi in una sorta di strato ibrido costituito su una superficie di collagene denaturato. Sclerotic cast apparentemente rivestiti dai monomeri mantengono l’ostruzione dei tubuli dentinali (Fig. 2). Gruppo D, dentina sana inalterata e smalto marginale - Nella dentina sana inalterata il Protect Bond forma un’interdiffusione omogenea. I tubuli mantengono un tappo di smear plug infiltrato e dimostrano ibridizzazione delle pareti con assenza di dispersione di fluidi nelle aree intertubulari. Lo smalto marginale dimostra una demineralizzazione degli spazi interprismatici e della sommità del prisma con rispettiva formazione di macro- e micro-resin tags (Fig. 3). Conclusioni. La dentina infetta evidenzia hybrid layers incongrui, espressione della disorganizzazione strutturale del tessuto che sottintende l’incapacità al sigillo adesivo. La dentina affetta e la sana formano strati interdiffusi morfologicamente affidabili nei confronti dell’ermeticità richiesta contro gli irritanti tissutali. Nell’area interdiffusa della dentina sclerotica sono compresi elementi che sottolineano la bassa bond strenght espressa negli studi (3). Lo smalto marginale appare legato in modo morfologicamente similare a quanto si realizza con l’utilizzo dei sistemi multisteps, ma la bassa demineralizzazione dei monomeri (4) dà luogo ad un’infiltrazione poco profonda che appare ancora inaffidabile. aBibliografia 1. Imazato S, Imai T, Ebisu S. Antibacterial activity of proprietary self-etching primers. Am J Dent 1998;11:106-8. 2. Milia E, Santini A. Ultrastructural TEM study of the hybrid layers formed beneath a one-bottle system using the ‘total etch technique’ and a self-etching system. Quintessence Int 2003;34:447-452. 3. Tay FR, Kwong SM, Itthagarun A, King NM, Yip HK, Moulding KM, Pashley DH. Bonding of a self-etching primer to non-carious cervical sclerotic dentin: interfacial ultrastructure and microtensile bond strength evaluation. J Adhes Dent 2000; 2:9-28. 4. Celiberti P, Lussi A.: Use of a self-etching adhesive on previously etched intact enamel and its effect on sealant microleakage and tag formation. J of Dent 2005;33:163-171.
2007
Variabilità dell’interfaccia adesiva di un self-etching sui tessuti dentari / Milia, Egle Patrizia; Sacco, G; Campus, Guglielmo Giuseppe; Sanciu, M; Gallina, G.. - In: GIORNALE ITALIANO DI CONSERVATIVA. - ISSN 1724-2908. - Suppl Vol V - n1:(2007), pp. 85-85. (Intervento presentato al convegno XI Congresso Nazionale Società Italiana Odontoiatria Conservatrice tenutosi a Roma nel 15-17 Febbraio 2007).
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11388/55548
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact