OBIETTIVI: Studio retrospettivo sui pazienti operati presso l’U.O. di Clinica Chirurgica dell’AOU di Sassari per carcinoma colo-rettale e metastasi epatiche sincrone. E’ stata valutata la differenza in termini di sopravvivenza e intervallo libero da malattia in relazione al timing dell’intervento chirurgico, simultaneo o differito. MATERIALI E METODI: Nel periodo compreso tra Gennaio 2009 e Giugno 2014 sono stati eseguiti presso la nostra U.O. un totale di 333 interventi chirurgici per carcinomi del colon-retto, in 45 pazienti (13.5%) erano presenti metastasi epatiche sincrone. Sono state analizzate retrospettivamente le cartelle cliniche di questi soggetti valutando i dati demografici, le comorbilità, l’indice ASA, la sede del tumore primitivo, il numero e la distribuzione delle metastasi, il tipo di intervento chirurgico, l’esame istolopatologico e l’eventuale trattamento neoadiuvante/adiuvante. Sono stati, inoltre, analizzati i dati relativi al follow-up postoperatorio, valutando la sopravvivenza globale e l’intervallo libero da malattia. RISULTATI: Tra Gennaio 2009 e Giugno 2014 sono stati operati presso la nostra U.O. 43 pazienti su 45 (30 uomini e 15 donne, età media 67 anni) con metastasi epatiche sincrone da adenocarcinoma colo-rettale. Il rischio anestesiologico definito in base all’indice ASA era 1 nel 15.4%, 2 nel 53.8%, 3 nel 28.2% e 4 nel 2.6% dei casi; il 33.3% dei pazienti presentavo delle comorbilità. Il tumore primitivo era localizzato nel 24.4%, 35.6% e 40% dei pazienti rispettivamente nel colon destro, nel colon sinistro e nel retto. In 35 casi l’intervento chirurgico è stato simultaneo per il tumore primitivo e le metastasi. Nei restanti 8 pazienti è stato operato prima il tumore colico e l’intervento epatico è stato eseguito dopo chemioterapia neoadiuvante. La mortalità perioperatoria è stata del 4.7% (2/43). Nove pazienti su 43 sono stati sottoposti a radio e/o chemioterapia neoadiuvante per il tumore primitivo. In 31 casi è stata effettuata una chemioterapia adiuvante dopo l’asportazione delle metastasi epatiche. All’ultimo controllo 17 (39.5%) pazienti erano viventi e 24 (55.8%) erano deceduti dopo un follow-up mediano di 29 mesi. La sopravvivenza stimata con il metodo Kaplan-Meier era di 50 mesi nel 25% dei casi. CONCLUSIONI: Le metastasi epatiche sincrone ricorrono in circa il 15-25% dei pazienti con carcinoma colo-rettale. E’ accordo comune che la chirurgia resettiva epatica eseguita seconde precise indicazioni rappresenta la terapia di scelta che consente una sopravvivenza soddisfacente a 5 e 10 anni se coadiuvata dall’utilizzo di farmaci chemioterapici di nuova generazione. Il problema del timing del trattamento chirurgico delle metastasi sincrone è ancora controverso. Dall’analisi dei nostri dati riteniamo che nei casi di metastasi sincrone di volume superiore a 3 cm e numero maggiore di 3 sia preferibile un trattamento differito delle lesioni epatiche dopo chemioterapia neoadiuvante.

Trattamento delle metastasi epatiche sincrone: nostra esperienza / Feo, Claudio; Pazzona, M; Anania, M; Cossu, Maria Laura; Scanu, Antonio Mario; Fancellu, Alessandro; Porcu, A.. - (2015). (Intervento presentato al convegno 117° CONGRESSO SOCIETA ITALIANA DI CHIRURGIA tenutosi a Milano nel 21-24 OTTOBRE 2015).

Trattamento delle metastasi epatiche sincrone: nostra esperienza

FEO, Claudio;COSSU, Maria Laura;SCANU, Antonio Mario;FANCELLU, Alessandro;Porcu A.
2015-01-01

Abstract

OBIETTIVI: Studio retrospettivo sui pazienti operati presso l’U.O. di Clinica Chirurgica dell’AOU di Sassari per carcinoma colo-rettale e metastasi epatiche sincrone. E’ stata valutata la differenza in termini di sopravvivenza e intervallo libero da malattia in relazione al timing dell’intervento chirurgico, simultaneo o differito. MATERIALI E METODI: Nel periodo compreso tra Gennaio 2009 e Giugno 2014 sono stati eseguiti presso la nostra U.O. un totale di 333 interventi chirurgici per carcinomi del colon-retto, in 45 pazienti (13.5%) erano presenti metastasi epatiche sincrone. Sono state analizzate retrospettivamente le cartelle cliniche di questi soggetti valutando i dati demografici, le comorbilità, l’indice ASA, la sede del tumore primitivo, il numero e la distribuzione delle metastasi, il tipo di intervento chirurgico, l’esame istolopatologico e l’eventuale trattamento neoadiuvante/adiuvante. Sono stati, inoltre, analizzati i dati relativi al follow-up postoperatorio, valutando la sopravvivenza globale e l’intervallo libero da malattia. RISULTATI: Tra Gennaio 2009 e Giugno 2014 sono stati operati presso la nostra U.O. 43 pazienti su 45 (30 uomini e 15 donne, età media 67 anni) con metastasi epatiche sincrone da adenocarcinoma colo-rettale. Il rischio anestesiologico definito in base all’indice ASA era 1 nel 15.4%, 2 nel 53.8%, 3 nel 28.2% e 4 nel 2.6% dei casi; il 33.3% dei pazienti presentavo delle comorbilità. Il tumore primitivo era localizzato nel 24.4%, 35.6% e 40% dei pazienti rispettivamente nel colon destro, nel colon sinistro e nel retto. In 35 casi l’intervento chirurgico è stato simultaneo per il tumore primitivo e le metastasi. Nei restanti 8 pazienti è stato operato prima il tumore colico e l’intervento epatico è stato eseguito dopo chemioterapia neoadiuvante. La mortalità perioperatoria è stata del 4.7% (2/43). Nove pazienti su 43 sono stati sottoposti a radio e/o chemioterapia neoadiuvante per il tumore primitivo. In 31 casi è stata effettuata una chemioterapia adiuvante dopo l’asportazione delle metastasi epatiche. All’ultimo controllo 17 (39.5%) pazienti erano viventi e 24 (55.8%) erano deceduti dopo un follow-up mediano di 29 mesi. La sopravvivenza stimata con il metodo Kaplan-Meier era di 50 mesi nel 25% dei casi. CONCLUSIONI: Le metastasi epatiche sincrone ricorrono in circa il 15-25% dei pazienti con carcinoma colo-rettale. E’ accordo comune che la chirurgia resettiva epatica eseguita seconde precise indicazioni rappresenta la terapia di scelta che consente una sopravvivenza soddisfacente a 5 e 10 anni se coadiuvata dall’utilizzo di farmaci chemioterapici di nuova generazione. Il problema del timing del trattamento chirurgico delle metastasi sincrone è ancora controverso. Dall’analisi dei nostri dati riteniamo che nei casi di metastasi sincrone di volume superiore a 3 cm e numero maggiore di 3 sia preferibile un trattamento differito delle lesioni epatiche dopo chemioterapia neoadiuvante.
2015
Trattamento delle metastasi epatiche sincrone: nostra esperienza / Feo, Claudio; Pazzona, M; Anania, M; Cossu, Maria Laura; Scanu, Antonio Mario; Fancellu, Alessandro; Porcu, A.. - (2015). (Intervento presentato al convegno 117° CONGRESSO SOCIETA ITALIANA DI CHIRURGIA tenutosi a Milano nel 21-24 OTTOBRE 2015).
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