OBIETTIVI: Studio retrospettivo sui pazienti operati presso l’U.O. di Clinica Chirurgica dell’AOU di Sassari per cancro del retto. Abbiamo valutato il ruolo del trattamento neoadiuvante nei pazienti con neoplasia di grado maggiore e la possibilità di eseguire la sola escissione locale nei tumore in stadio iniziale. MATERIALI E METODI: Nel periodo compreso tra Gennaio 2008 a Dicembre 2014 sono stati eseguiti presso la nostra U.O. un totale di 45 interventi chirurgici per adenocarcinoma del retto. Sono state analizzate retrospettivamente le cartelle cliniche di questi soggetti valutando i dati demografici, la sede del tumore primitivo, la stadiazione preoperatoria, il tipo di intervento chirurgico, l’esame istolopatologico e l’eventuale trattamento neoadiuvante/adiuvante. Sono stati, inoltre, analizzati i dati relativi al follow-up postoperatorio, valutando la sopravvivenza globale e l’intervallo libero da malattia. Abbiamo considerato come retto alto le lesioni localizzate a 8-15 cm, come retto medio quelle a 5-7 cm e come retto inferiore quelle ≤4 cm dall’orifizio anale. RISULTATI: Sono stati operati presso la nostra U.O. in un periodo di 5 anni 45 pazienti affetti da cancro del retto; si trattava di 24 uomini e 21 donne, età media 65 anni. La neoplasia era localizzata nel retto alto, medio o basso rispettivamente in 22, 10 e 13 pazienti. Trentasette (82.2%) pazienti sono stati sottoposti a resezione anteriore del retto, 7 (15.6%) ad amputazione addomino-perineale del retto e 1 (2.2%) a intervento di Hartmann. Nove (20%) pazienti presentavano metastasi epatiche sincrone alla diagnosi mentre in 15 (33.3%) casi erano presenti metastasi linfonodali all’esame istologico. In 6 pazienti l’intervento chirurgico è stato simultaneo per il tumore primitivo e le metastasi epatiche. In 2 pazienti è stata necessaria la resezione parziale della vagina e della vescica. Una radio-chemioterapia neoadiuvante è stata eseguita in 20 (44.4%) casi mentre tutti i pazienti sono stati sottoposti a chemioterapia adiuvante. CONCLUSIONI: Il cancro colo-rettale è una delle neoplasie più comuni dei paesi occidentali e la chirurgia riveste un ruolo fondamentale nell’incrementare la sopravvivenza globale e l’intervallo libero da malattia. Nei tumori in fase precoce (T1) può essere sufficiente l’escissione locale in pazienti selezionati. L’escissione totale del mesoretto (TME) con margini radiali negativi (>1 mm) sono indispensabili per ridurre le recidive locali e migliorare la sopravvivenza. Nei pazienti con malattia localmente avanzata (T3-T4) è indicato un trattamento chemio-radioterapiaco neoadiuvante seguito da chirurgia radicale. La resezione chirurgica è attualmente il trattamento di scelta delle metastasi epatiche di origine colorettale. Nei pazienti con malattia avanzata è talvolta possibile, grazie ad un approccio multimodale, ottenere un incremento della resecabilità e quindi della sopravvivenza.

Trattamento multimodale su 45 pazienti affetti da cancro del retto / Feo, Claudio; Anania, M; Pazzona, M; Fancellu, Alessandro; Pinna, A; Ginesu, Giorgio Carlo; Porcu, A.. - (2015). (Intervento presentato al convegno 117° CONGRESSO SOCIETA ITALIANA DI CHIRURGIA tenutosi a Milano nel 21-24 OTTOBRE 2015).

Trattamento multimodale su 45 pazienti affetti da cancro del retto

FEO, Claudio;FANCELLU, Alessandro;GINESU, Giorgio Carlo;Porcu A.
2015-01-01

Abstract

OBIETTIVI: Studio retrospettivo sui pazienti operati presso l’U.O. di Clinica Chirurgica dell’AOU di Sassari per cancro del retto. Abbiamo valutato il ruolo del trattamento neoadiuvante nei pazienti con neoplasia di grado maggiore e la possibilità di eseguire la sola escissione locale nei tumore in stadio iniziale. MATERIALI E METODI: Nel periodo compreso tra Gennaio 2008 a Dicembre 2014 sono stati eseguiti presso la nostra U.O. un totale di 45 interventi chirurgici per adenocarcinoma del retto. Sono state analizzate retrospettivamente le cartelle cliniche di questi soggetti valutando i dati demografici, la sede del tumore primitivo, la stadiazione preoperatoria, il tipo di intervento chirurgico, l’esame istolopatologico e l’eventuale trattamento neoadiuvante/adiuvante. Sono stati, inoltre, analizzati i dati relativi al follow-up postoperatorio, valutando la sopravvivenza globale e l’intervallo libero da malattia. Abbiamo considerato come retto alto le lesioni localizzate a 8-15 cm, come retto medio quelle a 5-7 cm e come retto inferiore quelle ≤4 cm dall’orifizio anale. RISULTATI: Sono stati operati presso la nostra U.O. in un periodo di 5 anni 45 pazienti affetti da cancro del retto; si trattava di 24 uomini e 21 donne, età media 65 anni. La neoplasia era localizzata nel retto alto, medio o basso rispettivamente in 22, 10 e 13 pazienti. Trentasette (82.2%) pazienti sono stati sottoposti a resezione anteriore del retto, 7 (15.6%) ad amputazione addomino-perineale del retto e 1 (2.2%) a intervento di Hartmann. Nove (20%) pazienti presentavano metastasi epatiche sincrone alla diagnosi mentre in 15 (33.3%) casi erano presenti metastasi linfonodali all’esame istologico. In 6 pazienti l’intervento chirurgico è stato simultaneo per il tumore primitivo e le metastasi epatiche. In 2 pazienti è stata necessaria la resezione parziale della vagina e della vescica. Una radio-chemioterapia neoadiuvante è stata eseguita in 20 (44.4%) casi mentre tutti i pazienti sono stati sottoposti a chemioterapia adiuvante. CONCLUSIONI: Il cancro colo-rettale è una delle neoplasie più comuni dei paesi occidentali e la chirurgia riveste un ruolo fondamentale nell’incrementare la sopravvivenza globale e l’intervallo libero da malattia. Nei tumori in fase precoce (T1) può essere sufficiente l’escissione locale in pazienti selezionati. L’escissione totale del mesoretto (TME) con margini radiali negativi (>1 mm) sono indispensabili per ridurre le recidive locali e migliorare la sopravvivenza. Nei pazienti con malattia localmente avanzata (T3-T4) è indicato un trattamento chemio-radioterapiaco neoadiuvante seguito da chirurgia radicale. La resezione chirurgica è attualmente il trattamento di scelta delle metastasi epatiche di origine colorettale. Nei pazienti con malattia avanzata è talvolta possibile, grazie ad un approccio multimodale, ottenere un incremento della resecabilità e quindi della sopravvivenza.
2015
Trattamento multimodale su 45 pazienti affetti da cancro del retto / Feo, Claudio; Anania, M; Pazzona, M; Fancellu, Alessandro; Pinna, A; Ginesu, Giorgio Carlo; Porcu, A.. - (2015). (Intervento presentato al convegno 117° CONGRESSO SOCIETA ITALIANA DI CHIRURGIA tenutosi a Milano nel 21-24 OTTOBRE 2015).
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11388/55313
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact