Tra il 1898 e il 1901 Giuseppe Pellizza da Volpedo progetta e compone il quadro maestoso e famosissimo che, nel 1902, assumerà il titolo definitivo di Quarto Stato: senza dubbio l’opera più rappresentativa di quel sistema di valori in cui s’è riconosciuto il movimento operaio e socialista in Italia nel secolo appena trascorso. Soltanto cinque anni dopo però, il 14 giugno 1907, in conseguenza della morte per parto dell’amatissima moglie e del neonato, terzogenito e primo figlio maschio, il pittore si suiciderà. Che rapporto ci può essere tra l'apparente trionfalismo ideologico di quel quadro e il nichilismo biologico che ha infine armato la mano di Pellizza contro se stesso? In un'inchiesta d’impronta sciasciana, col supporto della letteratura coeva (Verga, De Roberto e, soprattutto, Pascoli) s'indaga, appunto, su questa stupefacente ed enigmatica correlazione. Epperò, mentre l’indagine si trasforma via via in un discorso sulla storia pittorica, politica e letteraria dell’Italia tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del nuovo secolo, la vicenda di Pellizza, scrutata da vicino nei fatti e nelle opere con millimetrica ostinazione, supportata anche da un deciso impegno filologico, si carica di premonizioni che investono una storia ben più vasta ma altrettanto drammatica: quella del socialismo novecentesco, delle sue speranze e delle sue catastrofi.
Il suicidio del socialismo. Inchiesta su Pellizza da Volpedo / Onofri, Massimo. - (2009), pp. 1-154.
Il suicidio del socialismo. Inchiesta su Pellizza da Volpedo
ONOFRI, Massimo
2009-01-01
Abstract
Tra il 1898 e il 1901 Giuseppe Pellizza da Volpedo progetta e compone il quadro maestoso e famosissimo che, nel 1902, assumerà il titolo definitivo di Quarto Stato: senza dubbio l’opera più rappresentativa di quel sistema di valori in cui s’è riconosciuto il movimento operaio e socialista in Italia nel secolo appena trascorso. Soltanto cinque anni dopo però, il 14 giugno 1907, in conseguenza della morte per parto dell’amatissima moglie e del neonato, terzogenito e primo figlio maschio, il pittore si suiciderà. Che rapporto ci può essere tra l'apparente trionfalismo ideologico di quel quadro e il nichilismo biologico che ha infine armato la mano di Pellizza contro se stesso? In un'inchiesta d’impronta sciasciana, col supporto della letteratura coeva (Verga, De Roberto e, soprattutto, Pascoli) s'indaga, appunto, su questa stupefacente ed enigmatica correlazione. Epperò, mentre l’indagine si trasforma via via in un discorso sulla storia pittorica, politica e letteraria dell’Italia tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del nuovo secolo, la vicenda di Pellizza, scrutata da vicino nei fatti e nelle opere con millimetrica ostinazione, supportata anche da un deciso impegno filologico, si carica di premonizioni che investono una storia ben più vasta ma altrettanto drammatica: quella del socialismo novecentesco, delle sue speranze e delle sue catastrofi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.