e donne provenienti da altri Paesi sono, ancora oggi, siano “gettate” nel mondo come soggetti "vulnerabili". Le si considera cioè persone bisognose, svalutando in molti contesti le loro capacità. Questo comporta il privarle della possibilità di decidere autonomamente della loro esistenza, non considerando il consenso come una pratica di libertà. Tale situazione rischia di esporre maggiormente le donne immigrate alla violenza e non soltanto quella fisica, verbale ed economica ma anche quella più sottile, psicologica e istituzionale. È necessario, pertanto, un lavoro pedagogico che non solo valorizzi le differenze (Lopez, 2018) e l’approccio delle capacità (Nussbaum, 2000) per uno sviluppo autentico, dove le scelte siano l’esito di un percorso di consapevolezza e non di aspettative imposte, ma anche che contribuisca alla costruzione di spazi in grado di trasformare il margine in possibilità (hooks, 1998), rafforzando le reti tra donne, spezzando la solitudine che spesso porta a subire piuttosto che a scegliere, contrastando le visioni del femminile fortemente stereotipate. Tale lavoro pedagogico si basa sull’assunzione del paradigma dell’intersezionalità per superare la rappresentazione coloniale dell’alterità e spiegare l’intreccio tra razzismo, femminilizzazione e “infantilizzazione” (Burgio, 2022), dispositivo utilizzato per gettare appunto le donne in una condizione di dipendenza e subalternità.

Condizionate nel consenso, esposte alla violenza: i percorsi delle donne migranti / Guerrini, Valentina. - (2025), pp. 77-87.

Condizionate nel consenso, esposte alla violenza: i percorsi delle donne migranti

Valentina Guerrini
2025-01-01

Abstract

e donne provenienti da altri Paesi sono, ancora oggi, siano “gettate” nel mondo come soggetti "vulnerabili". Le si considera cioè persone bisognose, svalutando in molti contesti le loro capacità. Questo comporta il privarle della possibilità di decidere autonomamente della loro esistenza, non considerando il consenso come una pratica di libertà. Tale situazione rischia di esporre maggiormente le donne immigrate alla violenza e non soltanto quella fisica, verbale ed economica ma anche quella più sottile, psicologica e istituzionale. È necessario, pertanto, un lavoro pedagogico che non solo valorizzi le differenze (Lopez, 2018) e l’approccio delle capacità (Nussbaum, 2000) per uno sviluppo autentico, dove le scelte siano l’esito di un percorso di consapevolezza e non di aspettative imposte, ma anche che contribuisca alla costruzione di spazi in grado di trasformare il margine in possibilità (hooks, 1998), rafforzando le reti tra donne, spezzando la solitudine che spesso porta a subire piuttosto che a scegliere, contrastando le visioni del femminile fortemente stereotipate. Tale lavoro pedagogico si basa sull’assunzione del paradigma dell’intersezionalità per superare la rappresentazione coloniale dell’alterità e spiegare l’intreccio tra razzismo, femminilizzazione e “infantilizzazione” (Burgio, 2022), dispositivo utilizzato per gettare appunto le donne in una condizione di dipendenza e subalternità.
2025
9788835179177
Condizionate nel consenso, esposte alla violenza: i percorsi delle donne migranti / Guerrini, Valentina. - (2025), pp. 77-87.
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