Il tentativo di aiutare le vittime di violenza domestica si è da subito scontrato con la totale assenza del governo russo, privo di una legislazione che garantisse la benché minima tutela alle donne violate. Pur consapevole dei rischi a cui sarebbe andata incontro, nel luglio del 1993 la Pisklakova ha istituito un servizio telefonico di assistenza per le donne vittime di violenze domestiche, creando anche un centro di ascolto per quelle a rischio. Completamente sola, rispondeva alle chiamate per quattro ore al giorno, per sei mesi; altre quattro le dedicava alle donne che con coraggio si presentavano fisicamente al centro, mentre, nel frattempo, proseguiva i suoi studi all’Accademia delle Scienze. Più di una volta, in quel periodo, è stata minacciata, più di una volta ha temuto per sé e per suo figlio che, in una occasione particolarmente delicata, ha dovuto vivere dai nonni lasciando la casa della madre. Nel gennaio 1994, grazie all’aiuto e alla collaborazione di un’amica, è riuscita a preparare un primo gruppo di donne formate specificamente per assistere le vittime per telefono. Nel 1995, la Pisklakova ha tenuto corsi di formazione per diversi gruppi di donne che avevano deciso di aprire altri centri di ascolto e assistenza telefonica nonché case di accoglienza. A ciò si è aggiunto un iniziale programma di sostegno psicologico che includeva anche l’assistenza legale alle vittime di abusi domestici; tuttavia erano ancora poche le figure istituzionali che fossero in grado di gestire giuridicamente i casi di abusi sulle donne, pertanto Marina Pisklakova e il suo gruppo hanno deciso di creare, nel 1997, alcuni corsi di formazione per avvocati che fossero specializzati nei casi di violenza domestica.

Marina Pisklakova-Parker: la Russia contro la violenza sulle donne / Cattani, A.. - 1:(2025), pp. 94-100.

Marina Pisklakova-Parker: la Russia contro la violenza sulle donne

A. Cattani
2025-01-01

Abstract

Il tentativo di aiutare le vittime di violenza domestica si è da subito scontrato con la totale assenza del governo russo, privo di una legislazione che garantisse la benché minima tutela alle donne violate. Pur consapevole dei rischi a cui sarebbe andata incontro, nel luglio del 1993 la Pisklakova ha istituito un servizio telefonico di assistenza per le donne vittime di violenze domestiche, creando anche un centro di ascolto per quelle a rischio. Completamente sola, rispondeva alle chiamate per quattro ore al giorno, per sei mesi; altre quattro le dedicava alle donne che con coraggio si presentavano fisicamente al centro, mentre, nel frattempo, proseguiva i suoi studi all’Accademia delle Scienze. Più di una volta, in quel periodo, è stata minacciata, più di una volta ha temuto per sé e per suo figlio che, in una occasione particolarmente delicata, ha dovuto vivere dai nonni lasciando la casa della madre. Nel gennaio 1994, grazie all’aiuto e alla collaborazione di un’amica, è riuscita a preparare un primo gruppo di donne formate specificamente per assistere le vittime per telefono. Nel 1995, la Pisklakova ha tenuto corsi di formazione per diversi gruppi di donne che avevano deciso di aprire altri centri di ascolto e assistenza telefonica nonché case di accoglienza. A ciò si è aggiunto un iniziale programma di sostegno psicologico che includeva anche l’assistenza legale alle vittime di abusi domestici; tuttavia erano ancora poche le figure istituzionali che fossero in grado di gestire giuridicamente i casi di abusi sulle donne, pertanto Marina Pisklakova e il suo gruppo hanno deciso di creare, nel 1997, alcuni corsi di formazione per avvocati che fossero specializzati nei casi di violenza domestica.
2025
978-88-5510-380-0
Marina Pisklakova-Parker: la Russia contro la violenza sulle donne / Cattani, A.. - 1:(2025), pp. 94-100.
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